Shushi è parte integrante della Repubblica di Artsakh

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Il Ministero degli Affari esteri della Repubblica di Artsakh nella giornata di ieri, 25 febbraio 2021, ha inviato un Memorandum alle Organizzazioni internazionali con riferimento alla visita del Presidente azero Ilham Aliyev nei territori occupati dell’Artsakh. Il documento, in particolare, rileva che dopo la fine della guerra di 44 giorni imposta all’Artsakh dall’Azerbaigian con il sostegno della Turchia e dei mercenari di vari gruppi terroristici, le autorità azere hanno stabilito una rotta per imporre un fatto compiuto creato attraverso l’uso della forza militare in palese violazione delle norme del diritto internazionale.

“Premio di guerra e simbolo di vittoria”. Così Ilham Aliyev, il Presidente dell’Azerbajgian ha definito il 15 gennaio 2021, nel corso della sua visita con la sua moglie Mehriban Aliyeva, Vicepresidente dell’Azerbaigian, la cattedrale armena del Santo Salvatore Ghazanchetsots a Shushi (foto di copertina). Le foto ufficiali diffuse dai media azeri non mostrano gli squarci causati dalle bombe azere dell’ottobre scorso. La pace è ancora lontana. E le chiese armene nel Nagorno-Karabakh sempre più in pericolo.

Secondo il documento, tra gli strumenti per attuare questa politica ci sono le visite del Presidente dell’Azerbaigian nei territori sequestrati, la più eclatante delle quali è la visita di Ilham Aliyev alla città di Shushi, dove ha rilasciato una serie di dichiarazioni piene di minacce oltraggiose. e retorica militante contenente un odio totale nei confronti del popolo armeno.

Il Memorandum afferma inoltre che la natura provocatoria e infiammatoria delle visite e le dichiarazioni di accompagnamento dimostrano l’intenzione dell’Azerbaigian di interrompere la ripresa del processo negoziale su una soluzione globale del conflitto Azerbaigian-Karabakh e di mantenere il conflitto instabile. Tale comportamento distruttivo e provocatorio dell’Azerbaigian dovrebbe essere severamente condannato dalla comunità internazionale, si legge nel Memorandum.

Il Presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev accompagnato dalla moglie e Vicepresidente Mehraban Aliyeva, ha visitato le aree di confine tra i territori occupati e l’Iran, vicino a Fuzuli e Jibri, la prima regione visitata da Elham Aliyev dopo l’accordo del cessato il fuoco.

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Il documento sottolinea che il popolo dell’Artsakh ha esercitato il proprio diritto all’autodeterminazione e ha stabilito la statualità in quei territori. Come notato nel documento, il mancato rispetto di questo diritto fondamentale non è solo una violazione dei diritti umani, ma è anche una delle principali fonti di gravi minacce alla sicurezza nella regione.

Il Memorandum rileva che qualsiasi azione legislativa e amministrativa dell’Azerbaigian per modificare lo status dei territori della Repubblica di Artsakh, inclusi l’espropriazione di terre e proprietà, il trasferimento di popolazioni nei territori occupati e l’incorporazione dei territori occupati, non è valida secondo il diritto internazionale e non possono cambiare il loro status. Nessun guadagno territoriale derivante dalla minaccia o dall’uso della forza dovrebbe essere riconosciuto come legale.

Il documento rileva che anche l’attuale occupazione militare da parte dell’Azerbaigian dei territori della Repubblica di Artsakh, compresa la città di Shushi, non può cambiare il loro status. La città di Shushi è parte integrante della Repubblica di Artsakh in una serie di aspetti, inclusi territorialmente, culturalmente, economicamente e storicamente. Qualsiasi tentativo di sequestrarla è una grave violazione dell’integrità territoriale dell’Artsakh.

Il Memorandum sottolinea che solo una giusta soluzione del conflitto Azerbaigian-Karabakh – che eliminerà la sua causa principale associata alla riluttanza dell’Azerbaigian a riconoscere i diritti del popolo dell’Artsakh – invertirà le conseguenze dell’uso illegale della forza militare da parte dell’Azerbaigian e ristabilire il primato del principio della risoluzione pacifica delle controversie.

Fonte: Public Radio of Armenia. Traduzione italiana a cura di Iniziativa italiana per il Karabakh, un gruppo di studio, attivo dal novembre 2010, che ha l’obiettivo di far conoscere all’opinione pubblica italiana la Repubblica armena del Nagorno Karabakh/Artsakh, la sua storia, la sua cultura, il suo territorio. Ma soprattutto il suo diritto all’autodeterminazione ed i principi giuridici e politici che ne sono alla base.

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