2^ Quaresima: Gesù si trasfigura

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Nella 1^ domenica abbiamo ascoltato il messaggio di Gesù: ‘convertitevi’; ora è la voce del Padre che addita l’oggetto del nostro credere: ‘Questi è mio Figlio, l’amato, ascoltatelo’. Il cristianesimo non è una dottrina da conoscere, o da imparare; essere cristiani significa accettare Cristo Gesù vero Dio e vero uomo, aderire a Lui con il quale costituiamo un solo corpo: Io sono il capo, voi siete le membra; Io sono la vite, voi i tralci.

Gli Apostoli avevano accettato l’invito di Gesù: ‘Vi farò pescatori di uomini’, ma le loro idee non erano affatto chiare e il Regno di Dio, che Gesù annunciava, diveniva per loro ogni giorno inconcepibile; tanto meno accettavano la sua futura passione morte.

Sul monte Tabor, con la sua Trasfigurazione, Gesù vuole offrire ai suoi discepoli, in difficoltà, qualcosa non solo di vero ma anche di forte, di incisivo per rigenerare in loro la gioia di avere accettato di seguire Cristo Gesù.

Seguire Gesù, essere suoi discepoli non significa solo sofferenza, croce, morte; ma essere rivestiti di luce e di splendore. L’uomo, per natura, mira alla felicità, vuole gioire: la Trasfigurazione sul Tabor è proprio la realizzazione della vera aspirazione dell’anima, del cuore umano; possedere quella gioia che fa esclamare a Pietro:

“E’ bello per noi stare qui! Siamo in Paradiso. Eterniamo questo momento: se vuoi faccio tre tende: una per Te, una per Mosè e una per Elia”.

La trasfigurazione è il Paradiso, la realizzazione perfetta dell’aspettativa del nostro vivere, ma bisogna ascoltare Cristo: “Questi, dice il Padre, è il mio Figlio, l’amato. Ascoltatelo!”. Il cammino quaresimale ha senso se porta alla nostra adesione a Cristo, Figlio prediletto del Padre, “Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”.

La Trasfigurazione è uno squarcio di luce divina, che Gesù, alla vigilia della sua passione morte, volle offrire ai suoi discepoli; un momento di gioia per prepararli al momento drammatico della sua passione. Gesù è felice e con Gesù gli Apostoli. Una gioia che ha come oggetto la luce, che è Dio; l’amore del Padre che lo addita: ‘Questi è mio Figlio’.

Con Gesù sono felici Mosè ed Elia: il liberatore del popolo dalla schiavitù e il profeta ce vedono realizzarsi il progetto salvifico di Dio; con Gesù sono felici gli Apostoli chiamati a vivere questo squarcio di Paradiso. La felicità è una forza così viva che non può rimanere nascosta sotto una campane di vetro.

La grandezza della religione cristiana sta proprio nella divinità di Cristo che, Figlio di Dio, assunse la nostra natura umana (divenne uomo) per riscattare l’uomo e riportarlo alla dignità di figlio di Dio: (Gesù, Figlio naturale, noi, come fratelli di Gesù, figli adottivi).

La trasfigurazione ci apre lo sguardo sulla grandezza infinita di Dio e ci impegna, come discepoli di Cristo, a vivere sempre meglio la nostra fede e la nostra adesione a Lui.

Ascoltare Cristo è oggi una cosa assai ardua; non è sentire quello che dice, ma realizzarlo nella nostra vita quotidiana: ‘Chi vuole essere mio discepolo, prenda la croce e mi segua’. Solo in queste coordinate ha senso la prova di Abramo, a cui Dio disse: prendi il tuo diletto figlio Isacco, che ami, sali sul monte e sacrificalo.

Una prova terribile, una prova che verte non su qualcosa di secondario e marginale, ma sul figlio (osso delle mie ossa, carne della mia carne). Abramo, uomo di fede, risponde a Dio: Eccomi! Dio non vuole però sacrifici umani; non vuole la morte sacrificale come era uso nelle religioni pagane, Dio vuole amore, perdono, misericordia.

Sarà solo Dio, il Padre, che permetterà il sacrificio di Cristo Gesù. E Gesù dirà agli apostoli: “Andiamo a Gerusalemme, là, il figlio dell’uomo (Gesù vero uomo, oltre che vero Dio) sarà messo in croce, ma il terzo giorno risorgerà”.

E’ il grande sacrificio che riconcilia il cielo con la terra , l’uomo con Dio. Era stata posta all’inizio una domanda: chi è Gesù? Per la gente è un profeta, per l’apostolo Pietro è il Messia atteso; per il Padre, che sta nei cieli: ‘Questi è mio Figlio, l’atteso, ascoltatelo’.

Nelle parole del Padre c’è tutto il programma della Quaresima: dobbiamo metterci in ascolto di Gesù che ci rivela il Padre, quale Figlio eterno ed ‘immagine del Dio invisibile’; come ‘figlio dell’uomo’ , nato da Maria vergine, della stirpe di David, Gesù è il nostro fratello maggiore che ci ha aperto le porte del regno di Dio.

Gesù ha veramente nobilitato la nostra natura umana, laddove ascoltiamo la sua parola. Il vangelo definisce Maria ‘beata perché hai creduto nell’adempimento delle parole del Signore’; Maria, madre nostra e della Chiesa, ci aiuti ad entrare in sintonia con le parole del Padre perchè Gesù diventi ogni giorno luce e guida a tutta la nostra vita.

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