Le associazione cattoliche chiedono attenzione alla famiglia

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Il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, nei giorni scorsi ha affermato: “E’ la fedeltà alla natura stessa del servizio episcopale che impone di non sottrarsi dall’esprimere un giudizio, frutto di comune riflessione e di discernimento ecclesiale, sulle varie e scottanti questioni, come ad esempio la bioetica, quando il valore incomparabile della dignità umana è minacciato dalla miseria e dalla povertà, almeno quanto è minacciato dal disconoscimento del valore di ogni istante e di ogni condizione di vita. La Chiesa deve passare attraverso la ‘porta stretta’ di una responsabile presenza nella società e nella cultura italiana, che intende solo servire la verità e promuovere la collaborazione in uno spirito di ordinata concordia, che, nella fedeltà al Vangelo, si offre a tutti quale stimolo e proposta alta, quale terreno fertile di confronto e di dialogo rispettoso, senza sconti facili e senza zone franche dal giudizio e dal discernimento…”. Quindi anche in questo momento di difficoltà sociale ed economica e in vista delle prossime elezioni politiche le maggiori associazioni cattoliche rivolgono un appello ai prossimi deputati affinchè abbiano a cuore il futuro dell’Italia ed agli elettori a non ‘disertare il voto’.

 

Ed il Consiglio nazionale dell’Azione cattolica italiana è intervenuta con una nota, portando all’attenzione dei futuri parlamentari i temi più importanti per il cittadino, in quanto “la crisi, finanziaria, economica e, ancor più, culturale, valoriale, continua a mettere a durissima prova il Paese, scaricando i suoi costi in modo insopportabile soprattutto sulle giovani generazioni… Come cittadini cristiani, non possiamo restare sordi o inerti dinanzi a tali drammatiche vicende: a ciascuno di noi, a tutte le persone di buona volontà, è richiesto anzitutto di prodigarsi in modo sincero e costruttivo, ciascuno nei propri ambiti di impegno, per ricostruire la tela della speranza e restituire dignità a chi vive le troppe fatiche del tempo presente. Alla classe politica che governerà il Paese chiediamo con forza di adoperarsi in modo adeguato, giusto e di largo respiro mediante interventi mirati a tutela delle situazioni più gravi, e soprattutto politiche di medio e lungo periodo, in grado di promuovere condizioni di vita più solide per le famiglie e di garantire un futuro per le prossime generazioni”.

 

L’Azione Cattolica chiede una maggior responsabilizzazione del legislatore e la massima trasparenza nella gestione dei fondi pubblici: “Muovendo proprio dai sacrifici compiuti, occorre che il futuro Parlamento sappia coniugare rigore ed equità, legalità e sviluppo, così da riequilibrare il costo sociale della crisi e rilanciare l’economia del Paese. In questo modo, pur restando consapevoli delle difficoltà che ancora ci attendono, ci auguriamo che si possa gradualmente aprire una stagione di maggiore fermento economico, di rinnovata fiducia sociale, di più larga convergenza sui valori fondamentali in gioco”. Quindi l’invito è ad una maggiore corresponsabilità, ripartendo dal vissuto delle persone e delle famiglie: “L’Azione cattolica italiana, come associazione popolare che ha accompagnato con senso di responsabilità la vita del Paese dalla sua unità e che ha assicurato il proprio contributo nei momenti più difficili, come quello della ricostruzione spirituale e civile post-bellica e dell’elaborazione della Carta costituzionale, è convinta che oggi l’Italia abbia bisogno di una stagione politica stabile e autorevole. Auspichiamo un periodo sobrio di lavoro autentico per una legislatura che sia in grado di riportare l’Italia ai livelli delle grandi democrazie in Europa e nel mondo… La politica dia il buon esempio e recuperi il suo ruolo con il contributo di ciascun cittadino. In particolare, forze politiche, istituzioni e società civile sono chiamate a concorrere in modo proficuo a far crescere una cultura della legalità e a combattere ogni forma di abuso e criminalità”.

Anche la Compagnia delle Opere richiama ai politici ad affrontare le grandi sfide, a iniziare dal lavoro e dalla famiglia: “Sostenere la crescita di una tale socialità è il primo ed essenziale contributo che la Compagnia delle Opere dà insieme a tante altre iniziative e associazioni. Vivere una tensione ideale in grado di plasmare passo per passo la vita sociale e lavorativa, rendendola sempre più vicina e utile alle esigenze fondamentali delle persone: questo è l’impegno decisivo senza il quale la società tende a diventare un amalgama indifferenziato di individui, dove da una parte prevale un individualismo che porta ognuno a perseguire il proprio interesse e dall’altra emerge uno statalismo invadente e inefficace”.

Ed invita i politici ad incidere più sulle coscienze che sullo spread: “Servono urgentemente misure affinché le famiglie, le scuole e gli enti di formazione professionale possano proporre ai giovani un’educazione che permetta loro di diventare soggetti liberi e responsabili nella società… Una politica per la famiglia che voglia definirsi tale dovrà prevedere una sensibile riduzione della pressione fiscale e misure più efficaci per armonizzare vita familiare e lavoro… Occorre ricreare un rapporto virtuoso tra banche e imprese, che assicuri anche con nuovi strumenti alle famiglie e alle imprese un accesso al credito e un sostegno ai nuovi investimenti, concorrendo a modificare, ove occorre, i criteri fissati a livello internazionale per il sistema bancario”.

Invece le Acli invitano i politici ad aprire una nuova stagione di partecipazione civica, manifestando “la necessità che si giunga ad un’ampia convergenza di forze politiche e di nuove energie della società civile per garantire che, nella continuità al percorso di ricostruzione del Paese intrapreso dal governo Monti, si costruisca una agenda sociale, in grado di assicurare equità, solidarietà verso i più deboli e un forte impegno per la pace e disarmo che sono mancate in questi mesi. Verso questi obiettivi l’associazione sostiene e accompagna ogni sforzo volto ad assicurare forme di nuova o rinnovata partecipazione civica e democratica, fermo restando che ogni impegno specifico a livello politico rimane nelle responsabilità dei singoli associati e dirigenti che ritengono giusto impegnarsi in tal modo al servizio del bene comune, nei limiti indicati dallo Statuto delle ACLI. Le ACLI confermano la loro scelta riformista, convinte che solo attraverso un’alleanza sociale dei soggetti del mondo del lavoro e un articolato e serio disegno di riforme sarà possibile dare continuità alle conquiste sociali ottenute a caro prezzo dai lavoratori nei decenni passati ed insieme garantire quanti oggi sono senza sufficienti tutele. Sono pronte, inoltre, a mettersi in gioco per definire un nuovo ruolo per il Terzo Settore come costruttore di nuova cittadinanza in ambiti cruciali come il welfare, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo, l’integrazione dei migranti”.

Il Rinnovamento nello Spirito si rivolge a chi ha deciso di impegnarsi in politica perché essa sia rinnovata, chiedendo un ‘moto di compassione per gli elettori’: “Aneliamo ad una politica che promuova il primato della persona, la promozione dell’uomo nella sua dignità integrale e trascendente, la salvaguardia e la riaffermazione del bene intangibile della famiglia, fondata sull’unione di un uomo e di una donna aperti al dono della vita e dei figli. Una politica che, ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa, trovi nel rispetto della legalità, nel diritto al lavoro, nella libertà educativa e religiosa le più efficaci soluzioni al moltiplicarsi di poveri e di povertà che assediano, quasi senza speranza, la nostra coscienza comunitaria… Lo Stato e i partiti politici, se vorranno venire a capo delle molteplici sfide in atto, dovranno riconoscere il valore provvidenziale delle pedagogie di rinnovamento sociale fondate sui carismi e sui talenti ancora inespressi dei corpi intermedi, che fanno ancora ‘ricca di bene’ e ‘bella d’anima’ la nostra Nazione. Senza una cultura della prossimità e una vicinanza affettiva ed effettiva ai giovani e agli anziani, ai poveri e agli impoveriti, a chi sta perdendo il diritto di cittadinanza attiva e a chi non lo riesce ad acquisire, il Paese non ritroverà un volto unitario e solidale”.

Ed il Movimento Cristiano Lavoratori invita i cattolici ad un ruolo significativo in politica: “Infatti sui temi etici si può magari dissentire, ma non si può tacere: pena il fatto di rinunciare a offrire una ‘certa idea dell’Italia e dell’Europa’, cioè una visione coerente della nostra identità, della nostra storia e del nostro futuro. E bisogna avere il coraggio di dirlo: senza una ‘visione dell’Italia’ ci sono solo sacrifici ed emergenza ma non può esserci una vera crescita, per la quale si possono ancora chiedere, ma solo in un quadro di reale giustizia sociale, sacrifici responsabili”.

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