22 gennaio 2021. Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo. Ubi Petrus ubi Ecclesia. I titoli del Papa

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Oggi, la Chiesa Cattolica celebra la festa della Cattedra di San Pietro Apostolo, al quale disse il Signore: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Nel giorno in cui i Romani erano soliti fare memoria dei loro defunti, si venera la sede della nascita al cielo di quell’Apostolo, che trae gloria dalla sua vittoria sul colle Vaticano ed è chiamata a presiedere alla comunione universale della carità.

La Cattedra della Basilica di San Pietro è il trono che la tradizione vuole donato dal senatore Pudente all’apostolo, per esercitare a Roma le sue facoltà di pontefice. essa simboleggia la posizione preminente del papa – erede di Pietro – sulla cristianità.

Il 22 febbraio per il calendario della Chiesa Cattolica rappresenta il giorno della festa della Cattedra di San Pietro. Si tratta della ricorrenza in cui viene messa in modo particolare al centro la memoria della peculiare missione affidata da Gesù a Pietro. In realtà la storia ci ha tramandato l’esistenza di due cattedre dell’Apostolo: prima del suo viaggio e del suo martirio a Roma, la sede del magistero di Pietro fu infatti identificata in Antiochia. E la liturgia celebrava questi due momenti con due date diverse: il 18 gennaio (Roma) e il 22 febbraio (Antiochia). La riforma del calendario le ha unificate nell’unica festa di oggi. Essa – viene spiegato nel Messale Romano: “Con il simbolo della cattedra pone in rilievo la missione di maestro e di pastore conferita da Cristo a Pietro, da lui costituito, nella sua persona e in quella dei successori, principio e fondamento visibile dell’unità della Chiesa”.

Nel giorno della festa della Cattedra di San Pietro riportiamo il testo del Conte Joseph de Maistre [*] IL PAPA pubblicato su L’Osservatore Romano della Domenica il 13 febbraio 1938 a pagina 3.

L’Osservatore Romano della Domenica, 13 febbraio 1938, pagina 3.

IL PAPA

Il sei di questo mese ha segnato la data dell’assunzione al Pontificato di S.S. Pio XI, e il dodici la data dell’incoronazione. Non sarà mal fatto, leggere insieme una pagina del De Maistre, per riconfortare il nostro affetto per il Papa e il Papato.

Il Papa e la Chiesa sono tutt’uno. Lo ha detto San Francesco di Sales, e il Bellarmino, con un’avvedutezza che sarà tanto più ammirata quanto più gli uomini diverranno saggi, aveva detto: Sapete di che si tratta, quando si parla del Sommo Pontefice? si tratta del Cristianesimo.
… San Francesco di Sales ebbe una volta l’ingegnosa idea di riunire i diversi titoli che l’antichità ecclesiastica ha dato ai Sommi Pontefici e alla loro sede. Que­sto quadro geniale, e non può non produrre una buona impressione sulle anime buone.
Il Papa viene dunque chiamato: Il Santissimo Vescovo della Chiesa Cattolica. – Il SS. e Beatissimo Patriarca. – Il Beatissimo Signore. – Il Patriarca Universale. – Il Vescovo elevato all’apice Apostolico. – Il Padre dei Padri. – Il Sommo Pontefice dei Vescovi. – Il Sommo Sacerdote. – Il Principe dei Sacerdoti. – Il Prefetto della Casa di Dio. – Il Custode della Vigna del Signore. – Il Vicario di Gesù Cristo. – Il Confermatore della Fede dei cristiani. – Il Gran Sacerdote. – Il Principe dei Vescovi. – L’Erede degli Apostoli. Il Pastore dell’ovile di Gesù Cristo. – Il Clavigero della Casa di Dio.- Il Pastore di tutti i Pastori. – Il Pontefice chiamato a pienezza di potenza. – La Cattedra e la Chiesa Principale. – La Bocca e il Capo dell’Apostolato. – L’origine dell’unità sacerdotale. Il vincolo dell’unità. – La Chiesa in cui risiede il potere principale. – La Chiesa radice e matrice di tutte le altre. – La sede sulla quale il Signore ha costruito la Chiesa universale. – Il punto cardinale e il capo di tutte le Chiese. – Il rifugio dei Vescovi. – La Suprema Sede Apostolica. – La Chiesa presidente. – La Sede suprema che non può essere giudicata da nessun’altra. – La Chiesa preposta e preferita a tutte le altre. – La prima di tutte le sedi. – La fontana apostolica. – Il porto sicurissimo d’ogni comunione cattolica.
La riunione di queste differenti espressioni è veramente degna dello spirito luminoso che distingueva il grande Vescovo di Ginevra. Si è già visto di sopra qua­le sublime idea egli si formasse della supremazia romana. Meditando sulle molteplici analogie dei due Testamenti, egli insisteva sull’autorità del gran sacerdote degli Ebrei. «Anche il nostro, dice San Francesco di Sales, porta sul petto l’urim e il thummim, cioè la dottrina e la verità. Certamente, tutto quello che fu accordato alla serva Agar, con maggior ragione dovette esserlo alla sposa Sara».
Scorrendo quindi le diverse immagini che sotto la penna degli scrittori sacri hanno potuto rappresentare la Chiesa: «È una casa? dice. Eccola piantata sulla roc­cia e sul fondamento che è Pietro. Ve la rappresenta come una famiglia? E voi vedete Nostro Signore che paga il tributo come capo di casa, e subito dopo di lui San Pietro come suo rappresentante. La Chiesa è una barca? San Pietro n’è il vero capitano, e il Signore stesso me l’insegna. La riunione operata dalla Chiesa viene rappresentata da una pesca? San Pietro vi si mostra per il primo, e gli altri Apostoli non pescano che dopo di lui. Si vuol paragonare la dottrina che ci vien predicata, per tirarci fuori dell’alto mare, alla rete di un pescatore? È San Pietro che la getta. San Pietro che la ritira; gli altri discepoli non sono che suoi aiutanti: è San Pietro che presenta i pesci a Nostro Signore. Vi piace che la Chiesa sia rap­presentata da un’ambasceria? San Pietro n’è alla testa. Preferite che sia un regno? San Pietro ne tiene le chiavi. Volete finalmente figurarvela come un gregge d’a­gnelli e di pecore? San Pietro n’è il guardiano e il pastore generale, sotto Gesù Cristo».
Non ho potuto rinunziare al piacere di far parlare un istante questo gradevole e amabile Santo, perch’egli mi fornisce una di quelle osservazioni generali, così pre­ziose nei lavori in cui i particolari non sono permessi. Esaminate uno dopo l’altro i grandi dottori della Chiesa cattolica: quanto più ha dominato in essi il principio della santità, tanto più li troverete ferventi verso la Santa Sede, convinti de’ suoi diritti, attenti a difenderli. Gli è che la Santa Sede, non ha contro di sé che l’or­goglio, il quale viene immolato dalla Santità.
Joseph De Maistre

Il Conte Joseph-Marie de Maistre (Ritratto eseguito da Carl Christian Vogel von Vogelstein, olio su telo, circa 1810, Musée d’Art et d’Histoire de Chambéry).

[*] Il Conte Joseph-Marie de Maistre (Chambéry, 1º aprile 1753 – Torino, 26 febbraio 1821) fu un filosofo, politico, diplomatico, scrittore, magistrato e giurista savoiardo di lingua francese, tra i più noti pensatori controrivoluzionario del periodo post-rivoluzionario. Ambasciatore del Re Vittorio Emanuele I presso la corte dello Zar Alessandro I dal 1803 al 1817, poi da tale data fino alla morte Ministro reggente la Gran Cancelleria del Regno di Sardegna, de Maistre fu tra i portavoce più eminenti del movimento controrivoluzionario che fece seguito alla Rivoluzione francese e ai rivolgimenti politici in atto dopo il 1789. Era propugnatore dell’immediato ripristino della monarchia ereditaria in Francia, in quanto istituzione ispirata per via divina, e assertore della suprema autorità papale sia nelle questioni religiose che in quelle politiche. De Maistre fu anche tra i teorici più intransigenti della Restaurazione, sebbene non mancò di criticare il Congresso di Vienna, a suo dire autore da un lato di un impossibile tentativo di ripristino integrale dell’Ancien Régime (peraltro ritenuto di sola facciata) e dall’altro di compromessi politici con le forze rivoluzionarie.
Conformemente al pensiero comune controrivoluzionario, per de Maistre l’origine di tutti i mali dell’epoca a lui contemporanea poteva essere identificata nella Riforma protestante. Come afferma nella sua opera Del Papa, edita nel 1819, solo la Chiesa Cattolica Romana e la figura papale sarebbero in grado di poter garantire l’ordine sociale. Il potere papale dovrebbe inoltre essere infallibile, dal momento che è indispensabile, secondo de Maistre, che vi sia qualcuno in grado di poter giudicare senza essere giudicato. Non bisogna confondere però tale concezione politica dell’infallibilità petrina con quella elaborata dal Concilio Vaticano I che la circoscrive all’ambito del contenuto della fede.
La rivoluzione è il peccato (sociale) in quanto distruzione dell’ordine naturale – e, dunque, legittimo – voluto da Dio (essendo, secondo de Maistre, l’autorità divina a legittimare la sovranità politica e qualsiasi potere terreno). In de Maistre torna inoltre sia il concetto di centralità della Chiesa Cattolica Romana che l’unione del potere temporale e politico nelle sole mani del pontefice, inteso come vertice della piramide sociale e civile oltre che arbitro internazionale di ogni conflitto, in quanto ritenuto al di sopra di ogni particolarismo nazionale. Tali posizioni identificano de Maistre quale rappresentante della corrente di pensiero denominata ultramontanismo, ovvero quella dottrina che afferma la suprema autorità del papato all’interno della Chiesa, e che vede nella figura del Papa la guida morale della società.


Fonti: L’Osservatore Romano della Domenica, Santiebeati.it, Wikipedia.

Foto di copertina: la statua di San Pietro in cattedra, scultura bronzea collocata all’interno della Basilica di San Pietro in Vaticano. Fu realizzata molto probabilmente da Arnolfo di Cambio nel Duecento, anche se per molto tempo è stata considerata come una statua risalente al V secolo. In occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno), patroni della Città di Roma, la statua viene vestita con il piviale e la tiara.

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