Quaresima: mons. Sacchi invita a guardare avanti con creatività

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“Questo tempo di cambiamenti accelerati ci preoccupa, ma ci dà anche la possibilità di guardare avanti con creatività, se siamo capaci di lasciare schemi pastorali che ormai non tengono più”: così il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, ha convocato oggi l’Assemblea dei sacerdoti.

Nella lettera il vescovo sottolinea l’importanza di “fare il punto sulla situazione della nostra diocesi, anche alla luce di questi mesi di pandemia che hanno fatto saltare piani, progetti pastorali e messo ancor più in evidenza tutte le nostre fragilità e debolezze… Noi abbiamo la responsabilità di pensare al futuro della nostra diocesi. Ci dobbiamo pensare non solo con le parole, ma con decisioni condivise che partano soprattutto dalla vostra sensibilità di pastori”.

E nel messaggio quaresimale ha ricordato che era stato impossibile celebrare il cammino quaresimale e dopo un anno: “E’ passato un anno e questo terribile virus ci tiene ancora sotto scacco, ma non dobbiamo disperare e soprattutto vivere da rassegnati; non dobbiamo perdere di vista l’essenziale della fede cristiana che si concentra nel fatto di sentirsi figli di Dio e vivere questo dono in un rapporto personale. Tutto il resto ruota intorno a questa verità”.

La lettera invita il fedele ad instaurare un rapporto con Dio: “Il rapporto personale con Dio, questo sentirsi amati da Lui, diventa determinante per la vita di un uomo o di una donna, coinvolge intimamente, è presenza costante, diventa fonte di equilibrio e anche di unità della persona stessa che trova così ‘un centro di gravità’…

L’esperienza di Gesù, che incentra la sua esistenza e le sue scelte nel dialogo personale con il Padre, le vicende di tanti Santi, antichi e moderni, testimoniano proprio questo: il rapporto con Dio costruisce la persona, la fa crescere, porta a dare sviluppo alle proprie potenzialità, conduce a raggiungere il meglio di sé stessi”.

Il vescovo invita ad essere amati da Dio: “Non ci resta che impegnarci anche in questa quaresima non per fare tante cose, ma per scoprirci più profondamente figli di Dio, amati e chiamati ad amare. L’importante è sedersi ai piedi di Gesù per ‘ascoltare’ la sua parola che ci rivela l’amore ‘straordinario e infinito’ di Dio nei nostri confronti”.

Il primo sguardo deve essere riposto nell’Eucaristia domenicale: “In questi mesi, molti, per motivi diversi, l’hanno abbandonata o trascurata. Ridiventi il centro del nostro cammino di fede, perché solo lì incontriamo sacramentalmente il Risorto che ci dona la sua pace e la sua luce… La vita di fede può essere esperienza di tutto questo, a patto che sia autentica, vera, non una realtà di facciata, non una maschera, non un gioco di parole”.

Ed ha proposto alcune iniziative sospese lo scorso anno: “Il progetto che porta avanti don Graziano è quello di un Centro di aiuto alla vita, denominato ‘Programma Belen’ (Betlemme in spagnolo), in un contesto di grande disagio e povertà, per combattere il dramma dell’aborto e garantire assistenza alle mamme nei primi 18 mesi di vita dei bambini.

Tra gli aiuti previsti, anche corsi di formazione per aiutare queste mamme (spesso molto giovani, quasi sempre abbandonate dai loro compagni) ad uscire dalla situazione di indigenza ed emarginazione insegnando loro alcuni mestieri e lavori”.

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