Mons. Battaglia ai giovani: Quaresima è tempo di speranza

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Nell’omelia di inizio Quaresima papa Francesco ha sottolineato che questo tempo è un viaggio di discernimento: “La Quaresima è un viaggio che coinvolge tutta la nostra vita, tutto noi stessi. E’ il tempo per verificare le strade che stiamo percorrendo, per ritrovare la via che ci riporta a casa, per riscoprire il legame fondamentale con Dio, da cui tutto dipende. La Quaresima non è una raccolta di fioretti, è discernere dove è orientato il cuore”.

Prendendo spunto da quanto detto dal papa il nuovo arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, ha indirizzato la prima lettera di Quaresima ai giovani: “Vi penso e scrivo a voi e, attraverso di voi, a tutta la nostra comunità diocesana, con il forte desiderio di potervi incontrare nei luoghi della vostra quotidianità, quelli nei quali la vostra vita si rivela, quelli dove fate esplodere i desideri di bellezza e di pienezza che custodite nel cuore, quelli dove vivete la fatica delle domande da abitare, dei turbamenti da attraversare.

Desidero potervi incontrare nella vostra vita più vera e abitare con voi l’inquietudine che vi portate dentro; desidero esservi accanto, passo dopo passo, respiro dopo respiro, nei tratti pianeggianti e in quelli più accidentati; e spero che voi me lo permettiate. Io ho bisogno di voi. Questa nostra Chiesa ha bisogno di voi, dei vostri sogni, ha bisogno di sognare insieme a voi. La vostra presenza è preziosa, è profezia di un cammino che ci attende ogni giorno, solo insieme!”

La Quaresima è sempre un inizio: “Penso alle quaresime che non hanno dato inizio a niente, o quasi niente, nella mia vita. E penso con gratitudine al fatto che ogni anno, la Chiesa mi riproponga la Quaresima. Come se io intuissi, in questo ripropormela, da un lato un atto di consapevolezza e dall’altro, un atto di fiducia”.

La Quaresima è un cammino di conversione: “Consapevolezza della fragilità umana: io non mi converto al Vangelo in un anno, la mia conversione al Vangelo dura una vita intera. Fiducia: come se mi venisse detto che quest’anno posso fare ancora un passo, il mio piccolo passo.

E colgo la bellezza e l’incanto di un Dio che continua a credere in me. Perché è questo il senso… E’ soprattutto un tempo di grazia, per accogliere lo sguardo d’amore di Dio su di voi. Su di noi”.

Però occorre attraversare il deserto per ritrovare la libertà: “Quando sento parlare di deserto, non fisso un punto sulla carta geografica. Mi guardo attorno. Mi scruto dentro. Non penso a un luogo. Mi riferisco a una dimensione essenziale della vita…

La Quaresima, con l’immagine del deserto, ha in sé il dono di richiamarci a una interpretazione precisa della vita: la vita come cammino, come attraversamento del deserto. Come a dire che è un’illusione vivere come se le scelte fossero fatte una volta per sempre.

Occorre invece, aprire gli occhi e capire che tutta la vita è tempo di deserto e il deserto è il luogo della libertà, ma anche della tentazione; della fedeltà a Dio, ma anche delle nostre ribellioni; degli avanzamenti, ma anche dei nostri smarrimenti”.

Però in ogni deserto c’è un’oasi con un pozzo d’acqua: “Ma se la Quaresima ci invita ad entrare nel deserto, è perché in ogni deserto c’è un pozzo, in ogni amarezza c’è il germoglio di una risurrezione inaspettata. Occorre, però, abitare il deserto e attraversarlo.

Si sporcheranno i nostri piedi, perché ci capiterà di dover attraversare zone impervie, dubbi laceranti, sfide disumane; ma all’uscita ci aspetterà l’acqua sui piedi del Giovedì Santo. Ecco perché questo diventa il tempo per accogliere lo sguardo di un Dio che ci ama fino a dare se stesso per noi, il tempo nel quale riscoprirci figli attraverso quel dono totale”.

Terminando la lettera l’arcivescovo invita i giovani a non  perdere la speranza: “Non cedete a nessuna delusione ma, come Lui, abbiate cura dei dettagli. Continuate a scorgere nell’orizzonte quel frammento che cambia la vostra storia.

Gesù ha sempre avuto una particolare preferenza per i dettagli. Egli non guarda alla perfezione della vita, ma a quel dettaglio unico e prezioso che rende vera la nostra storia, diversi i nostri volti, profondi i nostri sguardi.

Quest’attenzione rende nuova la speranza. Non manchi mai a nessuno di voi, a nessuno di noi, la speranza. Sperate contro ogni speranza. La speranza sia la ragione, il dettaglio delle vostre vite, siate voi avvolti dalla speranza. Quella speranza che ci dà la certezza che ognuno di noi è custodito nel cuore di Dio”.

Con l’invito ad amare la Chiesa: “Siate presenti al vostro presente. E amate la Chiesa, questa nostra Chiesa; abitatela, non come collaboratori ma come corresponsabili, alla sequela, tutti, del Cristo. Amate la vita nella sua interezza, con le luci e con le ombre, con i ritmi con cui accade. Provate ad incantarvi per le piccole cose”.

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