“Lebbra: flagello o malattia?” Se ne parla in Laterano, sotto gli auspici del SMOM

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Una delle prime richieste che le suore missionarie in Liberia hanno fatto al Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) è stata quella di un pick up. E non per portare le derrate alimentari o i medicinali. Il pick up serviva alle suore per recarsi ai bordi della foresta. Lì finiscono i malati di lebbra, che vengono espulsi dai villaggi per il timore del contagio. Sembra una scena di altri tempi. Invece succede, ancora oggi, in una Liberia ormai pacificata, ma allo stesso tempo distrutta da 15 anni di guerra civile. Si parlerà anche di questo all’incontro etico-scientifico “Lebbra: flagello o malattia? Profili medico-epidemiologici. Aspetti, sociali,  politici e umanitari”. L’incontro si terrà nella Sala Conciliazione del Palazzo Lateranense il prossimo 25 gennaio, a partire dalle 15,30.

A parlare della situazione liberiana ci sarà Walter T. Gwingale, ministro della Salute dell’esecutivo di Monrovia. Oggi Gwingale è stato all’udienza generale di Benedetto XVI, e sta avendo in questi giorni una serie di appuntamenti. Questo viaggio in Italia è un’occasione, per il governo liberiano, che dopo essere uscito da una guerra civile durata quindici anni fatica ancora a far arrivare la propria voce presso la cancellerie delle organizzazioni internazionali. E questo nonostante il lavoro incessante di Ellen Johnson Sirleaf, primo presidente donna del continente africano, premiata con il Nobel per la Pace nel 2011. Ma – spiega Pierluigi Nardis, ambasciatore in Liberia del Sovrano Militare Ordine di Malta – “la quasi totale assenza di infrastrutture, gravemente danneggiate durante il lungo periodo bellico, impedisce di fatto ogni strategia di ripresa economica e non consente al Paese di risorgere come dovrebbe. Risorge, invece, e con straordinaria virulenza, ogni tipo di malattia infettiva. Hiv, tubercolosi, malaria sono in forte espansione. Senza contare la lebbra che è tornata ad essere una realtà quotidiana in molte delle vaste aree rurali che caratterizzano l’orografia naturale ed amministrativa del Paese”.

Nardis sarà uno dei relatori al convegno nel Palazzo Laterano. E sul tavolo dei relatori saranno seduti anche il ministro della Salute italiano Renato Balduzzi, il vescovo ausiliare di Roma per la Pastorale Sanitaria Lorenzo Leuzzi; monsignor Andrea Manto, Direttore del Centro per la Pastorale della Salute del Vicariato di Roma; e Albrecht Freiherr von Böselager, Grande Ospedaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Grande è stato l’impegno del SMOM nel combattere il flagello della lebbra. In Mozambico, ad esempio, l’ordine equestre sostiene, a partire da quest’anno, il Piano Nazionale contro la Lebbra. L’impegno del SMOM in Liberia è coordinato con passione e vigore dall’ambasciatore Nardis. D’altronde – spiega Nardis – questo impegno è nella missione del SMOM, che lui definisce “un organismo umanitario dalla storia millenaria, che porta nei limiti di ciascuna delegazione e rappresentanza diplomatica sussidi per la popolazione”.

Le origini del SMOM – infatti – risalgono all’antico ordine dei Cavalieri Ospitalieri o Cavalieri di San Giovanni, nato 1050 con la costruzione in Terrasanta di un ospedale per i pellegrini. Da allora, le finalità assistenziali sono state parte integrante dell’ordine, che ha contribuito a costruire ospedali, aiutare missioni e distribuire medicinali in tutto il mondo.

In Liberia, la situazione è difficilissima. Nardis spiega che “ l’intera classe medica presente su tutto il territorio nazionale ammonta complessivamente a soli 48 unità. I laureati in medicina incrementano la propria totalità di sole 4 unità all’anno. Ma la quantità complessiva dei professionisti è in continuo decremento in quanto i medici più esperti hanno come obiettivo l’emigrazione verso le aree occidentali (Stati Uniti, in primis) ove le aspettative di maggior guadagno appaiono essere certamente più concrete di quelle a loro destinate rimanendo nel Paese”. Non solo: I pochi presidi sanitari – spiega Nardis – sono in deficit di personale e mezzi e registrano una quotidiana carenza finanche di materiali di consumo quali siringhe, garze, disinfettanti, etc.”  Una situazione così disperata che suor Augusta Galbusera, una delle 4 suore che gestiscono un lebbrosario ai confini con la Guinea (dove sono ospitati 190 lebbrosi), non può tornare in Italia dai parenti da venti anni.

Moltissime le iniziative del SMOM in Liberia: nel 2012, una sezione del molo del Porto di Salerno è stata dedicata proprio alla spedizione degli aiuti umanitari da parte dell’ambasciata guidata da Nardis verso la Liberia: sono state inviate non solo attrezzature mediche, ma anche medicinali e beni di consumo. “E molto altro – dice Nardis – dovrà ancora fare. La Rappresentanza Diplomatica si fa frequentemente promotrice di iniziative culturali di alto profilo un po’ in tutta Italia con concerti di musica classica e cameristica  finalizzati al reperimento di risorse finanziarie e beni da destinare ai soggetti più svantaggiati del tormentato Paese africano”.

L’incontro etico-scientifico del 25 gennaio fa parte di questa operazione di sensibilizzazione di cui si è fatta carico l’ambasciata, che lo organizza in collaborazione con il Centro per la Pastorale della Salute delicariato di Roma e con l’apporto dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani e della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri.

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