Australian Gate. Analisi capitolo 1. Un oceano dell’orrore. 2014 anno zero di una nuova era

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“Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!” (Mt 18,6-7).

Australian Gate è un oceano dell’orrore. È un oceano di abusi sessuali e operazioni finanziarie opache. Durante il lungo lavoro di analisi, il nostro cuore è stato attraversato da una miriade di sentimenti, a volte molto dolorosi da sopportare. Abbiamo affrontato momenti di sconforto e di ribrezzo, mescolati a grande empatia e rispetto per le vittime. Per quest’ultime abbiamo deciso di impegnarci in un servizio di comunicazione volto alla prevenzione, alla divulgazione e alla conoscenza di un crimine perpetrato contro i più piccoli, i minori e gli adulti vulnerabili. Un crimine che contrasteremo con il mezzo che ci è proprio, l’informazione, promuovendo la cultura della tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

Siamo convinti che la piena contezza di tali fatti contribuirà ad una più efficace azione di contrasto, affinché tali crimini non si ripetano mai più. Per fare ciò è necessaria una unione di intenti che inevitabilmente deve partire dal vertice della Chiesa Cattolica Romana e da chi è parte integrante di essa. Dal Papa sino a ogni singolo fedele va dimostrato di essere credenti e credibili, donne e uomini degni della fiducia del prossimo, donne e uomini coraggiosi e capaci di pagare anche di persona se necessario per difendere i più piccoli e le persone più fragili, i minori e gli adulti vulnerabili. Tutti dobbiamo impegnarci per la prevenzione, per il contrasto e per la denuncia del crimine perpetrato contro minori e adulti vulnerabili, il crimine peggiore di cui l’essere umano si possa macchiare. Chiediamo ai nostri attenti e affezionati lettori comprensione e pazienza, poiché a questo seguiranno altri articoli sul tema dove svilupperemo la nostra analisi, doverosa e approfondita.

Città del Vaticano, 22 marzo 2014 – Franciscus PP – «Dolorosi fatti hanno imposto un profondo esame di coscienza da parte della Chiesa e insieme con la richiesta di perdono alle vittime e alla società per il male causato, hanno portato ad avviare con fermezza iniziative di vario genere nell’intento di riparare il danno, fare giustizia e prevenire, con tutti i mezzi possibili, il ripetersi di episodi simili in futuro, ho deciso di continuare l’opera già iniziata dai miei Predecessori stabilendo presso la Santa Sede una Commissione permanente con lo scopo di promuovere la tutela della dignità dei minori e degli adulti vulnerabili, compito specifico della Commissione sarà quello di propormi le iniziative più opportune per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, sì da realizzare tutto quanto è possibile per assicurare che crimini come quelli accaduti non abbiano più a ripetersi nella Chiesa. La Commissione promuoverà, unitamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la responsabilità delle Chiese particolari per la protezione di tutti i minori e degli adulti vulnerabili” (Chirografo del Santo Padre Francesco per l’Istituzione della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori).

L’anno 2014 è per la Chiesa Cattolica Romana una sorta di “anno zero”, in merito alla formalizzazione di chiare disposizioni per la tutela dei minori emanate sul punto da parte di un Pontefice. Papa Francesco ha dato il via ad una concreta riforma, che riguarda il contrasto agli abusi sui minori. Questa formalizzazione dovrà tradursi in una realtà attuativa sul campo rispetto a ciò che è stato disposto, attraverso importanti documenti che trovano collocazione in una storica e attuale dimensione spazio-temporale.

Iniziamo dal 2014, poiché è un anno cruciale per circostanziare e definire i confini di questo oceano dell’orrore, che è l’Australian Gate. In questo caso si intrecciano abusi e violenze sui minori, depistaggi, coperture, connivenze, collusioni all’interno della Chiesa Cattolica Romana in Australia. Non solo, ma anche tra la Chiesa Cattolica Romana e alcune istituzioni statali in Australia, complici di chi ha commesso un crimine orrendo. Enti ecclesiali e statali australiani sono stati capaci di porre in essere una enorme operazione di occultamento del crimine, tanto grave come la perpetrazione del crimine stesso.

È nostra convinzione, che gli abusi sessuali sui minori commessi dal clero appartenente alla Chiesa Cattolica Romana in Australia è collegato agli scandali finanziari emersi solo negli ultimi anni. Non a caso la Senatrice Concetta Ferravanti-Wells si è fatta promotrice di una inchiesta parlamentare volta alla trasparenza finanziaria. L’inchiesta da lei promossa è protesa in particolare all’individuazione e alla corretta attribuzione di flussi finanziari sospetti provenienti dallo Stato della Città del Vaticano verso il Commonwealth dell’Australia in un particolare periodo di sei anni, dal 2014 al 2020. Si tratta di flussi opachi di denaro che “stranamente” per un periodo di sei anni sono stati accantonati dal sistema di controllo informatico di Austrac (Australian Transaction Reports and Analysis Centre). Quindi, in maniera “insolita” non analizzati ma messi da parte, letti ma non passati al setaccio del potente “cane da tartufi” australiano. Si tratta di 2,3 miliardi di dollari AUS attribuiti “erroneamente” allo Stato della Città del Vaticano, ma in modo al quanto insolito parcheggiati alle “lunghe soste” dal sistema informatico di controllo finanziario, fiore all’occhiello del governo australiano. Questo è un fatto che pone alcuni doverosi interrogativi non di poco conto [QUI].

Ultimamente, la vicenda da noi denominata Australian Gate ha subito sviluppi di cui abbiamo trattato già in tempi non sospetti [QUI] e [QUI] vicenda che sin dal principio abbiamo collegato all’inchiesta degli abusi sessuali sui minori. Una imponente montagna di soldi, senza apparente motivazione, è stata movimentata nel tempo da e per la terra australis dalla Santa Sede o da organi esterni ad essa riconducibili.

A seguito dell’inchiesta parlamentare della Senatrice Concetta Ferravanti-Wells, Austrac in un primo momento ha attribuito al Vaticano trasferimenti per 2,3 miliardi di dollari AUS, per poi smentire la sua stessa affermazione. Dopo che Asif (Autorità di vigilanza e di informazione finanziaria della Santa Sede) ha analizzato il “traffico” dei flussi finanziari in questione, specificando quali erano stati emessi dal Vaticano e quali no, Austrac ha attribuito l’errore informatico ad una non meglio precisata “falla” nel sistema di “Geo-Codifica” dei flussi finanziari, rettificando la somma da attribuire alla Santa Sede in 9,5 milioni di dollari AUS. Il resto della discrepanza è comunque una somma di denaro che è stato letto dal potente sistema di controllo di Austrac. L’enorme discrepanza di circa 2,2 miliardi di dollari AUS resta pur sempre una zona opaca, sulla quale Austrac deve far luce. Perciò, Ferravanti-Wells non ha perso tempo, chiedendo esplicitamente all’Amministratore delegato di Austrac, Nicole Rose di vederci chiaro.

Ferravanti-Wells, in data 13 gennaio 2021, chiede nello specifico quali sono stati i flussi finanziari dal Vaticano in Ausralia dal 2014. Ferravanti-Wells chiede che la verifica sia estesa anche a “qualsiasi entità o individuo” che possono essere associati allo Stato della Città Vaticano. Rose risponde sul punto alla Ferravanti-Wells [QUI], indicando nella risposta un elemento di non poco conto in merito ad una attività che Austrac non è autorizzata a svolgere. Di fatto, Rose evidenzia un limite di competenza dell’organo di controllo finanziario del governo australiano. Rose informa sul punto che Austrac non può “analizzare” il flusso dei trasferimenti provenienti dalle banche centrali nazionali.

Gli attenti lettori ricorderanno, che dopo il controllo effettuato da Asif sui flussi analizzati da Austrac è stata coinvolta nella vicenda anche la Banca d’Italia, che alla luce di quanto affermato da Nicole Rose vorrà pur dire qualcosa. Va considerata anche la comunicazione velatamente inquietante della Polizia Federale Australiana, che lascia intravedere ulteriori verifiche in merito agli organi internazionali e suoi flussi transitati da e per con la banca centrale australiana, fuori dalla portata del controllo del “cane da tartufi” di Austrac [QUI].

Questo primo capitolo si conclude ponendo la lente sull’organo di controllo di supervisione e informazione finanziaria della Santa Sede, l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria (ASIF). Alla luce dell’ultimo comunicato della Polizia Federale Australiana possiamo affermare che questa vicenda non è affatto conclusa. Pertanto, il nostro lavoro d’inchiesta prosegue convinti che il lavoro paga sempre, anche se tardi, ma alla fine paga.

ASIF – AUTORITÀ DI SUPERVISIONE E INFORMAZIONE FINANZIARIA

È l’istituzione competente della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano per la supervisione (vigilanza e regolamentazione) ai fini del contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e per l’informazione (intelligence) finanziaria, nonché per le attività di vigilanza e regolamentazione in materia prudenziale sugli enti che svolgono professionalmente attività di natura finanziaria.

Istituita da Sua Santità Papa Benedetto XVI mediante il Motu proprio La Sede Apostolica del 30 dicembre 2010, all’Autorità è stata attribuita la funzione di svolgere la vigilanza prudenziale sugli enti che svolgono professionalmente un’attività di natura finanziaria dal Motu proprio La promozione di Sua Santità Papa Francesco dell’8 agosto 2013.

A seguito della prima modifica del proprio Statuto avvenuta il 15 novembre 2013, l’Autorità ha ottenuto il proprio Statuto definitivo con Chirografo del Santo Padre Francesco del 5 dicembre 2020.

Lo svolgimento delle attività istituzionali attribuite all’ASIF è regolato, tra l’altro, dalla Legge N. XVIII dell’8 ottobre 2013 e dalle sue successive modifiche ed integrazioni.

L’ASIF fa parte del Gruppo Egmont, il forum globale che riunisce attualmente le unità di informazione finanziaria di 152 Paesi e giurisdizioni, e nel cui contesto vengono condivisi regole e buone pratiche per la collaborazione e lo scambio internazionale di informazioni.

A livello bilaterale, l’ASIF ha stipulato Protocolli d’intesa per lo scambio internazionale di informazioni con le competenti Autorità di vigilanza e di informazione finanziaria di diverse giurisdizioni, tra le quali: Albania, Andorra, Argentina, Armenia, Aruba, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Capo Verde, Canada, Cile, Colombia, Cuba, Cipro, Ecuador, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ghana, Gibilterra, Grecia, Guernsey, Honduras, India, Isola di Man, Isole Cook, Jersey, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Messico, Moldavia, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Panama, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, San Marino, Serbia, Slovenia, Stati Uniti d’America, Sud Africa, Spagna, Svizzera, Taiwan (Repubblica di Cina), Ungheria, Uruguay.

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Australian Gate. Entrata in vigore del “Protocollo di Risposta Nazionale” della Chiesa Cattolica Romana in Australia per gli abusi sessuali su minori – 8 febbraio 2021

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