Papa Francesco: per sconfiggere la tratta un’economia coraggiosa

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La tratta è una ferita ‘nel corpo dell’umanità contemporanea’: così nel 2015 papa Francesco aveva definito così il triste fenomeno, istituendo nella memoria di Santa Bakhita, la suora sudanese fatta schiava a 9 anni e poi liberata, la Giornata mondiale di preghiera contro la tratta degli esseri umani, che oggi si è trasformata in una Maratona di preghiera online, in diretta streaming sul canale YouTube della Giornata mondiale (www.youtube.com/c/preghieracontrotratta), con traduzioni in cinque lingue, attraversando le aree del pianeta per accendere i riflettori e sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle principali cause della tratta di persone, il modello economico dominante.

Il tema di questa edizione è stato ‘Economia senza tratta di persone’ ed il papa nel videomessaggio ha sottolineato che molti  incontri sono stati interreligiosi: “Questa giornata è importante, perché ci aiuta tutti a ricordare questo dramma, e ci incoraggia a non smettere di pregare e di lottare insieme.

Possano la riflessione e la presa di coscienza essere sempre accompagnate da gesti concreti, che aprono anche strade di emancipazione sociale. L’obiettivo, infatti, è che ogni persona schiavizzata torni ad essere libera protagonista della propria vita e parte attiva della costruzione del bene comune”.

Il papa ha evidenziato che è una giornata di preghiera: “Sì, c’è bisogno di pregare per sostenere le vittime della tratta e le persone che accompagnano i processi di integrazione e di reinserimento sociale.

C’è bisogno di pregare perché impariamo ad avvicinarci con umanità e coraggio a chi è segnato da tanto dolore e disperazione, tenendo viva la speranza. Pregare per essere sentinelle capaci di discernere e fare scelte orientate al bene. La preghiera tocca il cuore e spinge ad azioni concrete, ad azioni innovative, coraggiose, che sanno assumere il rischio confidando nella potenza di Dio”.

Ricordando santa Bakhita il papa che un’economia senza tratta è quella della cura: “La cura può essere intesa come prendersi cura delle persone e della natura, offrendo prodotti e servizi per la crescita del bene comune. Un’economia che ha cura del lavoro, creando opportunità di impiego che non sfruttano il lavoratore per condizioni di lavoro degradanti e orari estenuanti”.

Ha invitato ad un’economia solidale: “La pandemia del Covid ha esacerbato e aggravato le condizioni di sfruttamento lavorativo; la perdita di posti di lavoro ha penalizzato tante persone vittime della tratta in processo di riabilitazione e reinserimento sociale…

Dunque economia di cura significa economia solidale: lavoriamo per una solidità che si coniuga con la solidarietà. Siamo convinti che la solidarietà, ben amministrata, dà luogo a una costruzione sociale più sicura e più salda”.

L’economia ha bisogno di regole di solidarietà: “La tratta di persone trova terreno fertile nell’impostazione del capitalismo neoliberista, nella deregolamentazione dei mercati che mira a massimizzare i profitti senza limiti etici, senza limiti sociali, senza limiti ambientali.

Se si segue questa logica, esiste solamente il calcolo di vantaggi e svantaggi. Le scelte non si fanno in base ai criteri etici, ma assecondando gli interessi dominanti, spesso abilmente rivestiti con un’apparenza umanitaria o ecologica. Le scelte non si fanno guardando le persone: le persone sono uno dei numeri, anche da sfruttare”.

Infine  un’economia senza tratta deve essere coraggiosa: “Al contrario, è l’audacia della costruzione paziente, della programmazione che non guarda sempre e solo al vantaggio a brevissimo termine, ma ai frutti a medio e lungo termine e, soprattutto, alle persone.

Il coraggio di coniugare il legittimo profitto con la promozione dell’occupazione e di condizioni dignitose di lavoro. In tempi di forte crisi, come l’attuale, questo coraggio è ancora più necessario.

Nella crisi la tratta prolifera, lo sappiamo tutti: lo vediamo tutti i giorni. Nella crisi la tratta prolifera; dunque occorre rafforzare un’economia che risponda alla crisi in maniera non miope, in maniera durevole, in maniera solida”.

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