Australian Gate. Entrata in vigore del “Protocollo di Risposta Nazionale” della Chiesa Cattolica Romana in Australia per gli abusi sessuali su minori

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Il 1° febbraio 2021 è entrato in vigore il Catholic Church – National Response Protocol (Chiesa Cattolica -Protocollo di Risposta Nazionale) in riferimento al delicato tema degli abusi sessuali su minori, che vede coinvolta la Chiesa Cattolica Romana in Australia. La notizia è di qualche giorno fa ed era già anticipata all’esito della Plenaria della Conferenza Episcopale Australiana a novembre 2020. C’è da chiedersi comunque perché di questa notizia nessuno ne parla… qualcosa vorrà pur dire.

15 dicembre 2019. Una dichiarazione congiunta della Conferenza Episcopale Australiana e dei Religiosi Cattolici dell’Australia – di oltre 150 congregazioni membri – in occasione del secondo anniversario del rapporto finale della Royal Commission sulle risposte istituzionali all’abuso sessuale su minori: progressi significativi compiuti, ma salvaguardia dei bambini rimane la massima priorità. I leader cattolici hanno presentato un rapporto all’Ufficio nazionale per la sicurezza dei bambini che delinea la continua risposta della Chiesa alle raccomandazioni della Royal Commission sulle risposte istituzionali agli abusi sessuali sui minori.

Abbiamo menzionato la questione tra i temi di Australian Gate, poiché sosteniamo che gli scandali finanziari e gli scandali degli abusi sui minori siano collegati, per i quali tratteremo in approfondimento nuovamente in futuro il tema del National Response Protocol della Chiesa Cattolica Romana in Australia. Questo protocollo è entrato in vigore per tutte le diocesi australiane e le entità membri dell’Australian Catholic Bishops’ Conference (ACBC) con un saluto dell’Amministratore delegato di Australian Catholic Safeguarding Ltd (ACSL) Sheree Limbrick: “Il Consiglio ed io siamo stati impegnati nel mese di gennaio concentrandoci sulla pianificazione del periodo di transizione mentre lavoriamo per attuare il percorso per l’operatività degli obiettivi e delle finalità di ACSL. Le informazioni relative alle modifiche necessarie verranno comunicate progressivamente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi” [QUI].

Il National Response Protocol fornisce un quadro per le entità cattoliche in tutta l’Australia per rispondere in modo coerente alle persone che esprimono preoccupazioni o presentano denunce di abusi sessuali su minori, il protocollo era stato adottato dalla Conferenza Episcopale Australiana (ACBC) nella sua riunione plenaria del novembre 2020. Questo documento è il prodotto di due anni di lavoro e di consultazioni all’interno e all’esterno della Chiesa.

Il 16 luglio 2020 è stato presentato il Vademecum della Santa Sede sulle procedure per trattare i casi di abuso sui minori. Tra le linee guida l’esortazione ai vescovi di evitare i trasferimenti dei chierici coinvolti e la collaborazione “in tema civile” tra Chiesa e Stato. Ad esempio, si sottolinea che “anche in assenza di un esplicito obbligo normativo, l’autorità ecclesiastica presenti denuncia alle autorità civili competenti ogni qualvolta ritenga che ciò sia indispensabile per tutelare la persona offesa o altri minori dal pericolo di ulteriori atti delittuosi”. Al contempo, si ricorda che “l’attività di indagine deve essere svolta nel rispetto delle leggi civili di ogni Stato”.

Il 3 dicembre 2020, la Chiesa cattolica in Australia ha istituito una nuova società, l’Australian Catholic Safeguarding Ltd (ACSL), per sovrintendere il controllo di tutti gli standard di salvaguardia in tema di protezione dei minori in Australia, creando un modello più mirato e snello. Ora, l’implementazione, la revisione e la verifica continua del National Response Protocol sarà responsabilità dell’Australian Catholic Safeguarding Ltd (ACSL) e il 3 febbraio 2021 è stata inoltrata la prima comunicazione.

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