Numeri ufficiali Covid-19 del 6 febbraio 2021. Omaggio dei cinesi sul web al medico Li Wenliang 李文亮, uno dei primi che lanciò allarme Sars-CoV-2

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Dr. Li Wenliang (李文亮; Beizhen, 12 ottobre 1986 – Wuhan, 7 febbraio 2020) fu uno dei primi medici a riconoscere la pericolosità della polmonite di Wuhan, lanciando l’allarme sul nuovo coronavirus il 30 dicembre 2019. Li era giunto in possesso del rapporto scritto da Ai Fen, direttore del pronto soccorso dell’ospedale centrale di Wuhan, che si era allarmato dopo aver ricevuto i risultati di laboratorio di una paziente che aveva esaminato e che presentava sintomi di un’influenza resistente ai metodi di trattamento convenzionali. Il rapporto conteneva la frase “SARS coronavirus” ed Ai aveva cerchiato la parola “SARS”: inviato a un medico in un altro ospedale di Wuhan, il rapporto si diffuse in tutti i circoli medici della città, donde raggiunse Li. Alle 17:43 scrisse, in un gruppo privato WeChat dei suoi compagni di scuola di medicina: “7 casi confermati di SARS sono stati segnalati [in ospedale] dal mercato del pesce di Huanan”, allegando anche il rapporto di esame del paziente e l’immagine di scansione TC. Alle 18:42, aggiunse la frase: “secondo le ultime notizie, è stato confermato che si tratta di infezioni da coronavirus”. L’esistenza del blog personale di Li, nel quale documentava queste scoperte, fu poi riferita il 1º febbraio 2020 dal quotidiano italiano La Stampa. Il 3 gennaio 2020, la polizia di Wuhan lo convocò, ammonendolo quindi per “aver fatto commenti falsi su internet”. Subito dopo Li tornò al lavoro in ospedale ma contrasse il virus da un paziente infetto. Morì per le complicazioni dell’infezione il 7 febbraio 2020 all’età di 33 anni. Dopo il suo decesso, il governo cinese ha dichiarato di aver aperto un’inchiesta sull’accaduto. La moglie di Li Wenliang era incinta del loro secondo figlio.

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi sabato 6 febbraio 2021

Ricoverati con sintomi: 19.408 (-167) (-0,85%)
In terapia intensiva: 2.110 (-32) (-1,49%) [con 144 nuovi ingressi del giorno] [*]
Deceduti: 91.003 (+385) (+0,42%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 6 febbraio 2021 Ore 17:50): 1.078.035 (1,79%)
[*]
Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 259 (-)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Omaggio dei cinesi sul web a medico che lanciò allarme Covid-19, deceduto il 7 febbraio 2020

Migliaia di cinesi hanno reso omaggio oggi sui social al medico Li Wenliang (李文亮; Beizhen, 12 ottobre 1986 – Wuhan, 7 febbraio 2020), uno dei primi ad aver lanciato l’allarme sulla pericolosità del nuovo coronavirus apparso a Wuhan più di un anno fa, in occasione del primo anniversario della sua morte per Covid-19, il 7 febbraio del 2020. Li, oftalmologo all’ospedale centrale di Wuhan, nella provincia di Hubei, condivise sui social network le proprie preoccupazioni sulla diffusione di un nuovo coronavirus simile alla Sars già nel dicembre del 2019. Fu quindi convocato dalla polizia che lo accusò di diffondere “dei rumours”. La sua morte dovuta al Covid-19, che aveva contratto dopo essere stato contaminato da un paziente, suscitò un’ondata di tristezza e collera in Cina: gli internauti cinesi cominciarono a criticare la gestione della crisi sanitaria da parte delle autorità, accusate di mancanza di trasparenza. La pagina personale di Li su Weibo, l’equivalente cinese di Twitter, resta uno dei pochi spazi in cui gli utenti ricordano il trauma dell’inizio dell’epidemia, quando milioni di abitanti di Wuhan e della provincia di Hubei furono sottoposti a un lockdown draconiano (Fonte SkyTG24).

La follia delle folle non ha limiti. Temiamo per Carnevale #stronziazonzo #ilvirusringrazia

Roma, chiuse alcune piazze movida per troppa folla
Folla in alcune zone della movida della Capitale. La polizia locale ha fatto scattare chiusure e isolamenti temporanei per far defluire le persone. Chiusure a soffietto nelle piazze principali di San Lorenzo e a piazza Bologna per sciogliere affollamenti. Nell’area del Tridente, oltre via del Corso anche via Sistina, Trinità de Monti e nelle aree intorno piazza Navona.

Raggi: ora non vanificare sforzi fatti
“Invito tutti al rispetto delle regole: indossiamo la mascherina e manteniamo il distanziamento previsto. Ricordiamoci che l’emergenza non è finita, continuiamo ad essere responsabili così come abbiamo fatto finora. Non vanifichiamo gli sforzi fatti. #NonAbbassiamoLaGuardia”. Così su Twitter il Sindaco di Roma Virginia Raggi nel giorno in cui tanti romani, complice il bel tempo si sono riversati fuori casa, tra parchi, lungomare e ristoranti.

Lazio, folla su Lungomare di Ostia, in molti a passeggio
Folla sul lungomare di Ostia. Molte le persone che lo hanno scelto come meta per una passeggiata. Sul posto per i controlli numerose pattuglie del X Gruppo Mare con la presenza del dirigente del Gruppo per verificare situazione. Al momento, si apprende dai vigili, non vengono segnalate criticità. In piazza dei Ravennati è stato registrato un assembramento poi risolto all’arrivo pattuglie.

A Venezia “bacari” affollati dai giovani
Gli inviti alla prudenza e al distanziamento Covid-19 del Governatore Luca Zaia sembrano essere stati oggi completamente disattesi a Venezia. Pieni all’inverosimile nel pomeriggio i consueti loghi di ritrovo dei giovani a Rialto, in Campo degli Osmenisi e Campo Bella Viella ai piedi del Tribunale (Fonte SkyTG24).

Covid Israele, volano i contagi tra i bambini: 50mila casi in un mese

Le infezioni da Sars-CoV-2 in Israele a gennaio sono aumentate in maniera preoccupante tra i bambini e gli adolescenti. Secondo recenti dati del ministero della sanità hanno raggiunto quota 50mila: un numero ben più alto di quanto si sia registrato in ciascun mese della prima e seconda ondata della pandemia nel paese. Un segnale che ha allarmato il ministro della sanità Yuli Edelstein. “Abbiamo ricevuto una lettera dall’Associazione israeliana dei pediatri – ha detto di recente citato dal Jerusalem Post – in cui si dice molto preoccupata del tasso di malattia nei giovani studenti (Fonte SkyTG24).

Abruzzo, ordinanza sindaco Pescara, chiuse tutte le scuole

Il Sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha appena firmato un’ordinanza che prevede la sospensione della didattica in presenza in tutte le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado della città, dall’8 al 16 febbraio. All’origine del provvedimento, spiega il vicesindaco e assessore alla Pubblica istruzione, Gianni Santilli, ci sono il rapido aumento dei contagi e, soprattutto, i dati forniti oggi dalla Asl, “che non fanno pensare a nulla di buono”. Per le scuole superiori era già prevista la chiusura, dall’8 febbraio, con Dad al 100%, in tutto l’Abruzzo, per effetto di un’ordinanza regionale (Fonte SkyTG24).

Andrea Crisanti (Foto di repertorio di Riccardo Antimiani/ANSA).

Coronavirus, Crisanti: «Mai viste così tante persone in giro. Con la zona gialla non si controlla niente» – L’intervista
Il direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova ritiene inevitabile un rialzo dei contagi con le riaperture
di Fabio Giuffrida
Open, 6 febbraio 2021


Il professor Andrea Crisanti ci risponde mentre si trova a Padova (città in cui è direttore del Laboratorio di Microbiologia). «Non ho mai visto così tante persone al centro di Padova come oggi. Se non fosse per le mascherine che indossano, penserei che non ci sia nulla», ci dice. «Con la zona gialla non si controlla proprio niente, così è inevitabile il rischio di un rialzo dei contagi di Coronavirus», aggiunge. Al momento, infatti, i casi non sono schizzati alle stelle solo perché «stiamo beneficiando delle due settimane di zona rossa a dicembre e di quella arancione a gennaio». Poi chissà cosa potrebbe succedere anche perché – continua – «il virus cammina con noi».

«Le varianti? Ci preoccupano, impattano sull’immunità di gregge»
Intanto, il quadro è mutato. E di tanto. Ora ci sono i vaccini ma anche le varianti che «sono una grande fonte di preoccupazione e che impattano sull’immunità di gregge». Con gli over 80, ovvero con la categoria più esposta al virus, poi, non abbiamo ancora cominciato: «Bisognerà individuare anche gli anziani che stanno nelle campagne della Calabria o della Sardegna, giusto per fare un esempio. Fin qui, invece, abbiamo fatto la parte più facile con gli operatori sanitari». Per questo sperare di vaccinare la metà della popolazione entro l’estate sembra essere un’utopia: «Spero nel 25-30 per cento entro giugno, sarebbe davvero una soddisfazione. Di fatto, è stato commesso un errore di sottovalutazione sia da parte delle ditte produttrici sia della Comunità europea ma, d’altronde, non era mai stato fatto prima un vaccino in tempi record, con problemi di logistica e destinato a centinaia di milioni di persone» in tutto il mondo.

«Sistema “drogato” dai test antigenici»
Poi Crisanti attacca la scelta di considerare, nel rapporto giornaliero positivi-tamponi, anche i test antigenici: «Così abbiamo un sistema “drogato” da test che non valgono nulla, che stanno creando un casino senza precedenti e che non vanno bene per le misure di sorveglianza perché hanno una bassa sensibilità. Come mai gli antigenici registrano meno positivi dei molecolari? Le ipotesi sono due: o li usiamo male o, più semplicemente, hanno una bassa sensibilità. Ecco perché escluderei gli antigenici dal computo». E sull’ipotesi di Crisanti ministro della Salute nel nuovo governo Draghi, commenta: «Non me l’ha chiesto nessuno e non mi pongo per niente il problema. Spero soltanto che il nuovo governo stimoli un sentimento di unità e di superamento delle divisioni».

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