Papa Francesco: fratelli in Dio

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Papa Francesco ha celebrato oggi la Giornata internazionale della fratellanza umana con un evento virtuale organizzato dallo sceicco Mohammed Bin Zayed ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, con la partecipazione del grande imam di Al-Azhar, Ahmad AlTayyeb, e del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel quale è stato assegnato il Premio Zayed per la fratellanza umana che si ispira al Documento sulla fratellanza umana.

Il card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Questa celebrazione risponde al chiaro invito rivolto da papa Francesco a tutta l’umanità a costruire un presente di pace nell’incontro con l’altro.

Nell’ottobre 2020, tale invito divenne ancora più ineludibile con l’enciclica Fratelli tutti. Questi incontri sono un modo per realizzare un’amicizia sociale autentica, come ci ha chiesto il Santo Padre”.

Questa appena celebratasi è stata la prima Giornata Internazionale della Fraternità umana istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ricorre ogni anno nel giorno dell’anniversario della firma della Dichiarazione sulla Fraternità Umana ad Abu Dhabi da parte di papa Francesco e il Grande Imam di al Azhar.

Nel video messaggio il papa ha ringraziato per l’invito: “In modo speciale a Lei, fratello mio, amico mio, mio compagno di sfide e di rischi nella lotta per la fratellanza, Grande Imam Ahmed Al-Tayyeb, che ringrazio per la compagnia nel cammino per la riflessione e la redazione del documento che è stato presentato due anni fa. La Sua testimonianza mi ha aiutato molto perché è stata una testimonianza coraggiosa.

So che non era un compito facile. Ma con Lei abbiamo potuto farlo insieme, e aiutarci reciprocamente. La cosa più bella è che quel primo desiderio di fratellanza si è consolidato in vera fratellanza. Grazie, fratello, grazie! Desidero anche ringraziare Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Zayed per tutti gli sforzi che ha compiuto perché si potesse procedere in questo cammino. Ha creduto nel progetto. Ci ha creduto.

E penso che sia giusto anche ringraziare – mi consenta, Signor Giudice, la parola – ‘l’enfant terrible’ di tutto questo progetto, il giudice Abdel Salam, amico, lavoratore, pieno d’idee, che ci ha aiutato ad andare avanti. Grazie a tutti per aver scommesso sulla fratellanza, perché oggi la fratellanza è la nuova frontiera dell’umanità. O siamo fratelli o ci distruggiamo a vicenda”.

Nel video messaggio il papa ha ribadito la necessità di essere fratelli per combattere l’indifferenza: “Oggi non c’è tempo per l’indifferenza. Non possiamo lavarcene le mani, con la distanza, con la non-curanza, col disinteresse. O siamo fratelli, consentitemi, o crolla tutto. E’ la frontiera. La frontiera sulla quale dobbiamo costruire; è la sfida del nostro secolo, è la sfida dei nostri tempi”.

Ed ha spiegato cosa intende per ‘fratellanza’, in quanto tutti nati da Dio: “Fratellanza vuol dire mano tesa; fratellanza vuol dire rispetto. Fratellanza vuol dire ascoltare con il cuore aperto. Fratellanza vuol dire fermezza nelle proprie convinzioni. Perché non c’è vera fratellanza se si negoziano le proprie convinzioni.

Siamo fratelli, nati da uno stesso Padre. Con culture, tradizioni diverse, ma tutti fratelli. E nel rispetto delle nostre culture e tradizioni diverse, delle nostre cittadinanze diverse, bisogna costruire questa fratellanza. Non negoziandola”.

L’alternativa alla fratellanza è l’inimicizia: “E’ il momento dell’ascolto. E’ il momento dell’accettazione sincera. E’ il momento della certezza che un mondo senza fratelli è un mondo di nemici. Voglio sottolinearlo. Non possiamo dire: o fratelli o non fratelli. Diciamolo bene: o fratelli o nemici.

Perché la non-curanza è una forma molto sottile d’inimicizia. Non c’è bisogno di una guerra per fare dei nemici. Basta la non-curanza. Basta con questa tecnica, si è trasformata in una tecnica, basta con questo atteggiamento di guardare dall’altra parte, non curandosi dell’altro, come se non esistesse”.

Infine si è congratulato con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres,e con Latifa Ibn Ziaten, vincitori del Premio Zayed: “Desidero congratularmi per questo Premio con il Segretario Generale delle Nazioni Unite e ringraziarlo per tutti gli sforzi che compie per la pace. Una pace che si può ottenere solo con un cuore fraterno. Grazie per quello cha fa.

Cara sorella, le tue ultime parole non sono dette per sentito dire o per convenzione: ‘siamo tutti fratelli’. Sono la convinzione. E una convinzione plasmata nel dolore, nelle tue piaghe. Hai speso la tua vita per il sorriso, hai speso la tua vita per il non risentimento e, attraverso il dolore di perdere un figlio (solo una madre sa cosa significa perdere un figlio), attraverso questo dolore hai il coraggio di dire ‘siamo tutti fratelli’ e di seminare parole d’amore.

Grazie per la tua testimonianza. E grazie di essere madre di tuo figlio, di tanti ragazzi e ragazze; di essere madre oggi di questa umanità che ti sta ascoltando e che impara da te: o il cammino della fratellanza, o fratelli, o perdiamo tutto”.

Latifa Ibn Ziaten in Francia ha creato l’ ‘Association IMAD pour la jeunesse et la paix’, in memoria di Imad, suo figlio ucciso in un attacco terroristico: “Sentivo come se le mie interiora bruciassero… Ho sognato mio figlio tre volte, mi diceva mamma: ‘alzati, ho bisogno di te’…

Sono onorata di ricevere questo premio ho perso un figlio ma oggi riesco a raggiungere tanti bambini. Sono una seconda madre per i piccoli che ho salvato nei centri di detenzione, nelle case, nelle scuole perché non cadessero nell’odio. Se siamo in grado di rompere le barriere nei nostri cuori troveremo un posto nella società e saremo tutti fratelli”.

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