Dopo il Covid-19 esiste un futuro migliore? Il passato è sempre tempo di risposte. La verità è intramontabile, se la memoria resta viva

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In tempo di guerra mondiale, dove non sono arrivati i nemici, i danni più gravi li hanno commessi i traditori della porta accanto. Delatori di morte senza coscienza. Nostri stessi connazionali e concittadini. Coloro che hanno pensato bene di vendere la propria anima al diavolo, insieme alle vite di famiglie intere. Tutto per un posto assicurato nelle colonne armate allineate e coperte dietro una mitragliatrice fumante nelle mani sporche di sangue di un plotone d’esecuzione. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Questo resta il motto di chi si è potuto salvare allora e cerca di farlo ancora adesso. Soprattutto, perché alla fine i sopravvissuti, oltre ad essere stati aiutati dal buon Dio, l’hanno scampata bella perché non si sono fidati davvero di nessuno. Nemmeno di loro stessi.

Una pandemia [QUI] può essere paragonata a una guerra mondiale. E una guerra mondiale può avere effetti devastanti come una pandemia. Se ci si può salvare da una guerra, si può veder sorgere una nuova alba di speranza anche al termine di una terrificante pandemia.

Possiamo salvarci dal Covid-19? Certamente sì. Abbiamo detto spesso, che la pandemia è come una guerra ma senza i bombardamenti, che scendono dal cielo. Medesimo è l’esito di morte e distruzione, ma di un silente dolore che non ode fucilate e cannonate. In guerra come nella pandemia è sempre bene avere le idee chiare, per fare le scelte giuste. Se la vita è sempre una questione di scelte, in questo caso dalle nostre scelte ne deriverà una delicata decisione. Sarà una questione di vita o di morte che riguarderà noi e i nostri affetti più cari. Nella guerra della pandemia, nelle nostre trincee domiciliari, abbiamo cercato sin da subito di capire cosa accadeva nel mondo e intorno a noi. Abbiamo subito avuto l’intuito di pensare ad uno strumento per analizzare l’andamento del bombardamento da Covid-19 effettuato sopra le nostre teste indifese dall’adeguata contraerea sanitaria. Le nostre intuizioni ci hanno condotto da subito all’ideazione di un grafico basato su dati certi, il conteggio medio dei decessi [QUI]. Questo dato unito ad altri parametri ha consentito di definire i termini della pandemia tramite un sistema denominato “Tutor”. Questo permette di studiare e analizzare gli effetti distruttivi del Covid-19 allo scopo di tracciare utili informazioni da “intelligence” per contrastarlo efficacemente per un bene comune.

Per vincere bisogna sempre andare alla radice del problema. Quale è l’origine di una guerra? Quale è il giorno zero della pandemia da Sars-CoV-2? Ma soprattutto, dov’è avvenuta la deflagrazione capace di creare un effetto domino in grado di colpire indistintamente ogni nazione e ogni angolo del pianeta? Una guerra mondiale spesso inizia sul terreno della menzogna e della falsità. Un terreno paludoso, dove la verità viene occultata e resta impantanata [QUI].

Pochi giorni fa ci siamo soffermati sui valori della verità, su quanto essa sia importante per il futuro dell’umanità [QUI]. Oggi più che mai, in questo particolare giorno della memoria la verità si esprime in tutta la sua importanza storica e umana, perché la verità – oltre a fare bene all’essere umano e all’umanità – possiede un altro grande valore. La verità una volta trovata e divulgata con coraggio, resta in modo intramontabile un bene pubblico prezioso illimitato nel tempo. Ma attenzione, dipenderà solo da noi affinché rimanga tale. Perché la verità rimarrà intramontabile, se la nostra memoria resterà viva e se verrà tramandata nel tempo di generazione in generazione.

A Wuhan nella Cina continentale ha avuto origine un evento di portata internazionale, la cui potenza distruttiva si misura solo con numeri che sono da conflitto mondiale [QUI]. In un tempo come il nostro, in quest’alba del terzo millennio, è impensabile che un male così grande e distruttivo non trovi la sua origine, la sua causa e il suo effetto nella responsabilità dell’essere umano e nella tecnologia. La tecnologia che riesce a farci mandare l’uomo sulla luna e in orbita intorno alla terra, ma che non riesce a farci restare in vita in sicurezza su questa terra. Qualcosa vorrà pur dire. Ci sono grandi responsabilità di nazioni e di organizzazioni mondiali che questa guerra mondiale l’hanno causata e non l’hanno limitata nel suo effetto distruttivo. Ci sono esseri umani che hanno immense responsabilità agli occhi delle donne e degli uomini di questo mondo, ma soprattutto agli occhi di Dio.

Il messaggio di speranza, che amiamo sempre lasciare agli attenti lettori, non manca neanche in questa occasione. Perché, oltre a non fidarci di nessuno e oltre a cercare di compiere sempre la scelta giusta, ci consideriamo persone di fede (poca) e di speranza (tanta). Persone che con la sola forza della preghiera potrebbero spostare le montagne. Ma, purtroppo, queste montagne non le spostiamo ancora, perché abbiamo troppa poca fede. Perciò cerchiamo di rispondere ai dubbi umani e terreni che teniamo dentro di noi nel nostro intimo.

La domanda che custodiamo nel nostro cuore è sempre la stessa dal marzo 2020 e cioè, andrà tutto bene, ci salveremo? Certamente abbiamo più di una possibilità di salvezza. Questa possibilità sarà direttamente proporzionale alla nostra capacità di imparare dal passato. Sarà direttamente proporzionale alla nostra capacità di non farci condizionare e quindi di condurci a ragionare con la nostra testa. Sarà direttamente proporzionale alla nostra capacità di dare una lettura futura degli avvenimenti presenti, basandoci sulla storia passata e sulla memoria che abbiamo delle vite sofferte dei nostri padri, delle nostre madri, dei nostri nonni, delle nostre nonne. Tutti lo sappiamo, ma spesso lo dimentichiamo, che ad ogni problema c’è sempre una soluzione e per i problemi che non sono stati ancora risolti troveremo una soluzione. Se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è anche vero che la vita resta sempre e solo una questione di scelte, oggi più che mai.

Foto di copertina:Nei campi di sterminio c’erano anche bambini, i quali erano stati strappati alle proprie madri non a caso. Il Dottor Josef Rudolf Mengele ha ricevuto debita autorizzazione da Hitler&Co. di poter condurre sperimentazioni “scientifiche” sui prigionieri umani, in particolare – nel caso della foto – sui bambini. Ma Menghele aveva bisogno di bambini collaborativi, altrimenti gli esperimenti non avrebbero potuto essere svolti. Ai bambini, che erano stati strappati dalla madre, veniva detta la frase presente nella foto. E i bimbi si rendevano docili e collaborativi. È una storia delle più atroci, che mentre la scriviamo ci viene da sentirci male. Ma raccogliamo le forze e scriviamo, perché fare memoria è anche questo. Affinché la verità cercata, trovata e divulgata con coraggio resti intramontabile nel tempo di generazione in generazione. Affinché non sia vano il sacrificio innocente di un bimbo nella sua purezza, sicuri che le anime pure di tanti bimbi così brutalizzati sono stati accolti nella misericordia di nostro Signore. Lui gli ha donato immenso amore, rendendoli gli angeli più belli del Paradiso. Mentre scriviamo le lacrime scendono, ma raccogliamo le forze e scriviamo, perché fare memoria è anche questo. Tutto ciò che avete fatto a uno solo dei più piccoli lo avete fatto a me…

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