Numeri ufficiali Covid-19 del 27 gennaio 2021. Vaccinati con due dosi 270.269 persone, il 0,45% della popolazione italiana

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi mercoledì 27 gennaio 2021

Ricoverati con sintomi: 21.161 (-194) (-0,91%)
In terapia intensiva: 2.352 (-20) (-0,84%) [con 115 nuovi ingressi del giorno] [*]
Deceduti: 86.889 (+467) (+0,54%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 27 gennaio 2020 Ore 15:04): 270.269 (0,45%)

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**]
Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 254 (+1)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Mosca annulla quasi tutte le restrizioni: la capitale russa verso la normalità
Il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha disposto la fine delle chiusure per bar, ristoranti e locali e l’obbligo di smartworking per le aziende è diventata una “raccomandazione”. Restano solo le limitazioni per musei, cinema e teatri. “La situazione continua a migliorare”, ha spiegato il primo cittadino di Mosca (Fonte SkyTG24).

Francia, governo valuta “un lockdown molto rigido”… rosso scuro
“Sono allo studio diversi scenari” per contrastare la diffusione del coronavirus e tra questi c’è anche quello di un “lockdown molto rigido”. Lo ha detto il portavoce del governo francese, Gabriel Attal, al termine del consiglio dei ministri. Il coprifuoco a partire dalle 18 su tutto il territorio nazionale, ha aggiunto, “sta avendo una efficacia relativa e non frena abbastanza” il virus (Fonte SkyTG24).

Vaccini, Johnson rivendica autonomia da Ue
Il Primo ministro britannico Boris Johnson ha rivendicato oggi, in un dibattito ai Comuni, la scelta post Brexit fatta dal suo governo di negoziare autonomamente con le case farmaceutiche i contratti per i vaccini anti-Covid-19 e di averlo fatto in anticipo rispetto a Brussel. In proposito è poi tornato a polemizzare col leader laburista Keir Starmer, ricordando come egli gli avesse rinfacciato di non aver aderito all’offerta dell’Ue sui piani per una prenotazione collettiva delle prenotazioni. Nello stesso tempo – sullo sfondo dello scontro fra AstraZeneca e i Paesi dell’Ue – ha ribadito l’impegno a collaborare sui vaccini con “gli amici dell’Ue” (Fonte SkyTG24).

Palù: questa è prima pandemia, ma ne arriveranno altre
“Questa è solo una delle prime pandemie che vedremo perché dal mondo animale arriveranno altre pandemie”. Lo ha affermato il Presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, alla conferenza stampa al Ministero della Salute per la nascita del Consorzio Italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione del virus SARS-CoV-2, che permetterà di seguire l’evoluzione del coronavirus e di monitorare la risposta immunitaria alla vaccinazione (Fonte SkyTG24).

Ma sta scherzando? La “prima” pandemia?
Invece, la storia dell’uomo, così come quella degli animali, è stata caratterizzata da decine di epidemie e pandemie, prima di quella determinata dal Sars-CoV-2, causate da virus ignoti e da altri che abbiamo imparato a conoscere molto bene. Nell’ultimo secolo, per esempio, la tristemente famosa influenza spagnola del 1918 contagiò mezzo miliardo di persone uccidendone almeno 50 milioni, anche se alcune stime parlano di 100 milioni di morti.
La maggior parte delle pandemie hanno un’origine animale. Sono, cioè, delle zoonosi. In alcuni casi nascono dalla stretta convivenza tra persone e animali da allevamento e sono poi favorite dai grandi agglomerati urbani con elevata densità abitativa.
Altre epidemie, invece, sono state determinate dalla colonizzazione e dalla conquista di nuovi territori: virus e batteri sconosciuti ai sistemi immunitari delle popolazioni autoctone hanno causato vere e proprie stragi. Ne è un esempio il periodo della conquista spagnola in America del Cinquecento, quando il vaiolo uccise quasi tre milioni di indigeni mesoamericani e contribuì all’invasione dei conquistadores europei molto più di fucili e moschetti.
Di epidemie e pandemie si è parlato anche in tempi più recenti: un esempio riguarda il 2009 con l’influenza A/ H1N1 (suina).
Quando un virus nuovo o sconosciuto viene a contatto con l’uomo, i risultati non sono quasi mai prevedibili. Può accadere che non si adatti per nulla al nuovo ospite, venendo controllato dal sistema immunitario e non causando alcun danno. In questi casi, chi viene a contatto con un patogeno può non accorgersene neppure. In altri casi, invece, il virus riesce a colpire le cellule umane (a volte di uno specifico tessuto, come in quest’ultimo caso quello polmonare), causando sintomi di varia natura e gravità: se pensiamo alla capacità del virus di creare danni al nostro corpo, allora stiamo pensando alla sua «patogenicità». Chiaramente, la sua forma più estrema è rappresentata dal decesso del paziente: in questi casi possiamo valutare la letalità del virus, ovvero il numero di morti sul totale dei pazienti che hanno contratto quella specifica malattia. Tutt’altro parametro è invece la contagiosità o infettività. In questo caso, i termini sono associati alla capacità del virus di diffondersi da un individuo a un altro: più un virus è infettivo, più si diffonderà velocemente all’interno della popolazione.
Esiste anche un valore chiave per capire questo con concetto, chiamato R0: in epidemiologia è un valore numerico che rappresenta il numero medio di persone che vengono contagiate da ciascuna persona infetta. Se il suo valore è 2, significa che ogni malato contagia due sani. Più R0 è elevato, più l’agente patogeno si diffonde velocemente, mentre se questo valore è inferiore a 1 la malattia tende a estinguersi da sola nella popolazione. R0 non dipende solo dalle caratteristiche dell’agente infettivo: densità e mobilità della popolazione, condizioni igieniche e climatiche e numero di persone immuni o vaccinate possono limitare o favorire la diffusione di un virus.
Quando invece vogliamo effettuare una fotografia di quanto velocemente si sta diffondendo un virus, possiamo rifarci a termini come focolaio endemico, epidemia e pandemia. Un focolaio epidemico rappresenta una comunità o regione ben circoscritta in cui, in un certo lasso di tempo, si verifica un rapido aumento dei casi di una data malattia infettiva rispetto a quanto atteso. Diverso è il caso di una malattia endemica: in questi casi il virus è costantemente presente nella popolazione e si può assistere a un certo numero di nuovi casi che possono aumentare o diminuire nel tempo, a seconda degli individui suscettibili alla malattia. È questo il caso del morbillo in Italia, dove negli ultimi anni il numero di vaccinazioni non è stato sufficiente a garantire una copertura vaccinale adeguata. Per questo, nel tempo, si è assistito a dei momenti in cui la malattia si è ripresentata più frequentemente.
Infine si parla di epidemia quando un patogeno si diffonde rapidamente da un soggetto malato a più persone, facendo aumentare in un luogo geografico definito, più rapidamente rispetto alla norma, i casi di quella malattia. Un’epidemia diventa pandemia quando, oltre a trasmettersi da persona a persona e provocare un numero significativo di morti, si diffonde a livello globale. Per dichiarare un virus come pandemico, questo deve rispettare una classificazione con sei criteri progressivi sviluppata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: il punto finale è la capacità di sostenere focolai epidemici crescenti in due o più regioni mondiali (Fonte Fondazione Umberto Veronesi).

Verso il Giuseppi Casalino Ter…

“Fino a poche settimane fa Conte e le veline di Casalino dicevano che l’Italia era un modello nel mondo, ora per Conte la situazione è improvvisamente così grave da fargli dire che l’Italia ha bisogno di un ‘governo di salvezza. Capite, vero, che personaggi abbiamo davanti?” (Jacopo Iacoboni @jacopo_iacoboni – Twitter, 26 gennaio 2021).

«È nobile dare le dimissioni per favorire “un governo di salvezza nazionale”. Un po’ meno precisare immediatamente dopo che ti ritieni l’unico salvatore in circolazione» (Carlo Calenda @CarloCalenda – Twitter, 26 gennaio 2021).

«Disingannatevi: non ci saranno le elezioni anticipate. Tutta questa pagliacciata per arrivare al Conte Ter, prosecuzione del BisConte, costringendo attraverso la minaccia delle elezioni gli onorevoli poltronisti recalcitranti a sostenere Conte. Stavolta Giuseppi i voti li troverà e andremo avanti infelici e scontenti.
A Renzi conviene appoggiare il Conte Ter e scongiurare sia le urne che un governo di centro-destra (che in questa legislatura NON ci sarà, rassegnatevi). Se si andasse al voto, Renzi, che è al 2,8%, sarebbe fuori dai giochi di palazzo che gli piacciono tanto, sarebbe finito!
Ecco perché sono convita che Renzi appoggerà il Conte Ter, dirà che ora è soddisfatto, che sono stati fatti fuori ministri impresentabili, che Conte è affidabile, che non ha mai posto veti sulla sua persona e che per senso di responsabilità si deve andare avanti. E bla bla bla.
Vi ricordo che Renzi è quello che ripete da anni e tuttora che Salvini è il male assoluto, che è meglio allearsi con i grillini piuttosto che correre il pericolo di avere Salvini al governo. Ipotizzare che possa crearsi un asse Renzi-Salvini e che a Meloni vada bene è ridicolo.
Renzi fa sempre il passo più lungo della gamba. Apre la crisi ma non fa cadere il governo. Attacca Conte ma non pone veti sulla sua persona. Si tira fuori ma si dimostra disponibile a rientrare. Ancora non ha capito che tale strategia serve solo a confondere gli elettori e non paga.
Se avesse fatto cadere il governo votando contro in Senato ne avrebbe guadagnato in credibilità e rispetto. È destinato a fare il perdente. Peggio per lui» (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter, 27 gennaio 2021).

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