Calabria. “Tanto si ammazzano tra di loro”. Convivere o denunciare, il punto del non ritorno

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“Penso spesso cosa sarebbe stato di me se fossimo rimasti in Calabria. La risposta è semplice: sarei divento una persona onesta come Gratteri e la maggior parte dei calabresi, oppure una delle persone che il magistrato mette in galera. Questa, grosso modo, è la linea di demarcazione nuda e cruda in Calabria. Era così nel 1958. Purtroppo in molti posti è ancora così” (Phil Pullella).

Con la Calabria e per la Calabria in zona rossa per il Covid-19. Il trentesimo instant book della collana Volti di Speranza della Fondazione Santina Onlus ha per titolo NICOLA (Edizioni Messaggero Padova, 140 pagine). Gli autori Enzo Romeo e Mons. Luigi Ginami presentano il magistrato anti ‘Ndrangheta Nicola Gratteri e accanto a lui anche molti altri protagonisti: Franco Romeo, cardiologo di fama internazionale; Celeste Lo Giacco, segretaria comprensoriale della Cgil della piana di Gioia Tauro; Filippo Cogliàndro, chef rivoluzionario; Gloria Tenuta, imprenditrice nel business delle verdure “Frozen”; e altri meno conosciuti ma altrettanto tenaci. I testimoni della Calabria, tutti rigorosamente calabresi, con la proverbiale tenacia degli abitanti della Calabria. Si sono intestarditi a estirpare la malapianta dell’illegalità e a piantare semi di bene e di speranza in una terra che ha tante ragioni di sofferenza e che oggi soffre ancora di più a causa della pandemia.

Festa del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, domenica 29 settembre 2019. Con l’amico Phil Pullella (Foto di Gregorz Gałazka).

Per questo instant book NICOLA, la presentazione – che facciamo seguire – è firmata da Philip Pullella, nato in Calabria e da bambino emigrato negli Stati Uniti, senior correspondent e capo servizio dell’agenzia di stampa internazionale Reuters. Un amico e professionista stimato, compagno in tantissimi viaggi apostolici nel mondo, con Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.

Il video di presentazione dell’instantbook NICOLA.

Calabria, terra di eccellenze italiane e dall’altro lato della medaglia terra di orrore, corruzione e malaffare. Terra di chi parte, cercando un futuro migliore come Phil Pulella e di chi resta facendo “scelte di campo” come Nicola Gratteri. Calabria, nella quale vivere rimanendo onesti non è attività da dare per scontata. Terra, dove denunciare la malavita è quasi impensabile. Luogo, nel quale delitti e retate anti ‘Ndrangheta sono all’ordine del giorno. Ma in lontananza si intravede una piccola luce di speranza. La mentalità di donne e uomini onesti sta cambiando. Anche se serviranno molti anni per cogliere i frutti dall’albero del cambiamento.

Gli autori dell’instantbook NICOLA, il calabrese Enzo Romeo, vaticanista caporedattore di Rai Tg2 e il bergamasco Mons. Luigi Ginami, figlio di Santina Zucchinelli, Presidente della Fondazione Santina Onlus.

In Calabria si sta celebrando il processo Rinascita-Scott, uno dei più grandi processi penali della storia italiana che contrasta la mafia, secondo solo al maxi processo di Palermo. I riflettori dei media mondiali sono già puntati da qualche giorno sulla corte riunita in collegio presieduta da Brigida Cavasino. Sono stati rinviati a giudizio 325 imputati rappresentati da 600 legali per rispondere a vario titolo a 400 capi d’imputazione. Nell’aula bunker costruita in tempi record a Lamezia Terme è prevista un’udienza al giorno se necessario, per non incappare nella scadenza dei termini di legge della prescrizione. Questo evento storico, che ha avuto la sua origine nel cuore e nella mente di un uomo coraggioso che sa bene di rischiare ogni giorno la sua stessa incolumità. Lo fa per un bene più alto, per il futuro del Paese, per un sogno di legalità integrata in un territorio ostile ancora lontano dalla cultura del rispetto della legge, radicato nelle profonde linee di sangue di famiglie di ‘Ndrangheta, che formano la spina dorsale delle catene montuose di Aspromonte e Sila. Organizzazioni malavitose che dalla terra calabrese vengono poi dislocate e gestite in tutto il mondo da volti puliti e insospettabili, quotidianamente occultati nelle tenebre. Menti raffinatissime, irraggiungibili e tutt’ora intoccabili come fili dell’alta tensione.

Dott. Giuseppe Lombardo “infaticabile” procuratore aggiunto di Reggio Calabria, pubblico ministero del processo “N’drangheta stragista”: “Quando torno a casa aiuto mio figlio che fa la terza elementare a fare i compiti, poi mi leggo le carte del processo, le leggo e mi passo le sere”.

Sulla scia dei successi processuali del procedimento penale denominato “’Ndrangheta stragista” nel quale va sottolineato l’infaticabile e incessante lavoro profuso dal pubblico ministero Giuseppe Lombardo, qualcosa sta cambiando [Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Massoneria, Servizi Segreti e Politica. Un connubio devastante raccontato in una sentenza storica – 23 gennaio 2021]. Poiché grazie a questo prezioso lavoro, oltre a giungere alla condanna di Graviano e Filippone, si è accertato il nesso con alcune menti raffinatissime, che definiscono l’avvenuta Trattativa Stato-Mafia/’Ndrangheta, nesso mai accertato prima. Ci avviamo verso nuovi giorni alternati da notti tenebrose, dopo le quali vedremo sorgere nuove albe portatrici di speranza in una terra che ha dato il nome al Paese più bello del mondo, l’Italia.

La presentazione
Calabria. L’intreccio tra chi è rimasto e chi è partito
di Philip Pullella


Un mese dopo la nascita di Nicola Gratteri nel luglio 1958 a Gerace, un ragazzo di quattro anni laciò Soriano Calabro, un piccolo paese di montagna a circa 80 chilometri di distanza.
Con il padre, la madre e le due sorelle, il ragazzo fu portato a Napoli e pochi giorni dopo la famiglia salpò sulla Cristoforo Colombo per New York. La nave arrivò il 28 agosto.
Quel ragazzo ero io.
Io partii. Gratteri rimase.
Penso spesso cosa sarebbe stato di me se fossimo rimasti in Calabria. La risposta è semplice: sarei divento una persona onesta come Gratteri e la maggior parte dei calabresi, oppure una delle persone che il magistrato mette in galera.
Questa, grosso modo, è la linea di demarcazione nuda e cruda in Calabria. Era così nel 1958. Purtroppo in molti posti è ancora così.
Come tante altre famiglie che hanno lasciato la Calabria nel XX secolo, la nostra partenza nel 1958 non è stata tanto un abbandono ma una fuga.
Per la maggior parte di queste famiglie, compresa la mia, i piaceri della terra promessa non furono istantanei.
Per i primi dieci anni abbiamo vissuto in un “tenement” con altri immigrati per lo più italiani. Cinque persone in tre stanze piccole. Ogni appartamento aveva un WC, ma le docce erano in comune al primo piano.
Mio padre, che era un abile sarto in Calabria, lavorava a cottimo su colletti e maniche in una fabbrica di abbigliamento, non molto diverso da una catena di montaggio che produce automobili.
Prima realizzava abiti da uomo dall’inizio alla fine. Poi, è diventato come un ritrattista che non dipingeva più un ritratto completo ma solo gli occhi, qualcun altro dipingeva il naso, qualcun altro la bocca, qualcun altro i capelli.
Mia madre desiderava tornare in Calabria e stavamo per farlo, ma mia sorella si ammalò gravemente. In seguito mia madre trovò un lavoro e le cose cominciarono a migliorare. Siamo rimasti e ciò fece la differenza.
Ora ho 67 anni e vivo a Roma. Ho viaggiato in tutto il mondo come giornalista. Gran parte di questi viaggi li ho fatti con gli ultimi tre papi.
Ma, inevitabilmente, ho un debole per la mia terra natale e torno quando posso.
Non c’è dubbio che i calabresi oggi vivono molto meglio rispetto al 1958.
Ma, come leggerete in questi racconti di Monsignor Luigi Ginami ed Enzo Romeo, molte cose non sono cambiate.
Come scrive Enzo, Nicola Gratteri è diventato “L’uomo copertina della Calabria”.
Non ho mai incontrato Gratteri, ma credo di avere ragione nel pensare che egli sarebbe più felice se qualcun altro, o qualcos’altro, fosse diventato “copertina della Calabria”. Forse un poeta, uno scrittore, un pittore, un regista o un industriale.
Sono certo che lui, come tanti altri calabresi, in patria e nel mondo, sia stanco di sentir parlare della “voglia di riscatto di tanti calabresi onesti”.
Il riscatto è diventato un messia che non arriva mai.
La causa di ciò dipende da una serie di ragioni sociali, politiche ed economiche che non so spiegare altrettanto bene come Nicola Gratteri, Luigi Ginami ed Enzo Romeo.
Lascio quindi a loro il compito di farlo in quest’ ultimo numero di Volti di Speranza dedicato alla Calabria.
Lo capirete dalle parole di Nicola Gratteri e del cardiologo Professor Franco Romeo, due persone di alto profilo.
Ma lo sentirete anche incarnato nelle parole di Celeste Lo Giacco, sindacalista di Gioia Tauro, Filippo Cogliandro, il ristoratore di Reggio Calabria, e altri meno conosciuti ma altrettanto tenaci. Tutti dimostrano che la speranza è ancora lì. Proprio come lo era nel 1958.

Il video promozionale.
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