100 anni di ‘Terrasanta’, la rivista della Custodia che dà voce al Medio Oriente

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“Cento anni sono sempre un bel traguardo. Se si tratta di persone è un traguardo eccezionale; se si tratta di istituzioni è un traguardo importante; se si tratta di giornali o riviste è un traguardo significativo. Cento anni fa l’umanità era appena uscita dalla Grande guerra, che aveva mietuto circa 10.000.000 di morti tra i militari e più di 7.000.000 tra i civili. Era appena uscita da una terribile pandemia, quella dell’influenza ‘spagnola’, che aveva fatto più di 50.000.000 di vittime. A distanza di un secolo il mondo si trova ancora a piangere i morti di quella che Papa Francesco chiama ‘la terza guerra mondiale a pezzi’ e le vittime della pandemia da covid-19 che non è ancora scomparsa”.

Così inizia la riflessione con cui il Custode di Terra Santa, p. Francesco Patton, introduce il numero speciale della rivista nata nel 1921, durante il Custodiato di p. Ferdinando Diotallevi. L’attuale rivista ‘Terrasanta’ usciva allora con una testata in parte diversa, ‘La Terra Santa’, e la redazione aveva sede proprio presso la Custodia francescana di Gerusalemme, dove è rimasta fino al 2005.

Sia pure con le dovute differenze, l’obiettivo della pubblicazione è rimasto lo stesso indicato nell’editoriale del primissimo numero, datato 15 gennaio 1921: “propagare la cognizione della Terra Santa nel suo carattere di Terra di Dio, patria di Gesù, teatro della redenzione umana e del quale si conservano i venerandi Luoghi che sono i nostri Santuari”.

Programma impegnativo, la cui attualità è ribadita con convinzione dal direttore di Terrasanta, Giuseppe Caffulli, per raccontare all’Occidente il messaggio dei Luoghi Santi che sono la culla del cristianesimo, far comprendere le dinamiche molto complesse che animano il Medio Oriente e gettare semi di speranza e dialogo tra culture, religioni e popoli diversi.

La rivista Terrasanta è molto di più di un semplice strumento di comunicazione, racchiude in sé più ruoli e significati, per il suo stretto legame con i luoghi della vita terrena di Cristo.

Infatti con questo anno ricorrono i 100 anni di vita del bimestrale edito dalla Custodia di Terra Santa, con un’edizione speciale di 114 pagine a colori che si sviluppa attraverso quattro sezioni dedicate a Storia, Archeologia, Popoli e Culture, Chiesa e Dialogo.

Un filo rosso composto da fede, memoria e analisi del quadro geopolitico attuale, che parte dalle principali vicende che hanno segnato il Mediterraneo orientale in questi ultimi cento anni per arrivare ai grandi sconvolgimenti attuali con le crisi in Siria e in Libano.

E poi ancora la grande archeologia biblica che cerca nelle pietre quello che raccontano i Vangeli e infine l’incontro con i popoli diversi che vivono in queste terre e le visite dei Papi che hanno sempre lasciato un grande segno di pace e di speranza.

Diverse iniziative hanno accompagnato la ricorrenza: la digitalizzazione di tutti i numeri della rivista pubblicati dal 1921; un convegno su Milano e la Terra Santa; le annuali ‘Giornate di archeologia, arte e storia del Medio Oriente’, che nel 2020 hanno abbracciato le grandi aree di interesse del periodico. E’ stato anche avviato un progetto di catalogazione e restauro del patrimonio di film e documentari sulla Terra Santa, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana di Milano.

Le pagine di Terrasanta hanno inoltre sempre riservato un’attenzione particolare alle comunità cristiane e da qualche anno riporta un sottotitolo che recita ‘Una voce per i cristiani d’oriente’, come ha spiegato ancora il direttore:

“Il periodico della Custodia è sempre stato una voce delle Chiese Orientali e di tutti coloro che vivono in quelle terre che sono la culla del cristianesimo. Oggi per queste comunità è un momento particolarmente difficile in cui ai conflitti, all’esodo verso l’Occidente, si aggiunge la pandemia che ha bloccato il turismo religioso, ovvero la principale fonte di reddito dei cristiani di Terra Santa”.

Non meno importante è l’azione culturale volta a far conoscere le radici più profonde del cristianesimo e i luoghi in cui la Parola di Gesù risuonò per tutto il popolo di Dio, per questo motivo molte pagine sono dedicate al tema dell’archeologia biblica: “Per questo la rivista ha sempre cercato di raccontare la grande archeologia biblica, le grandi scoperte che hanno avvalorato quello che c’è scritto nei Vangeli e nella Bibbia e che ci dicono che la nostra fede è ancorata ad una realtà concreta, ad una persona cha ha abitato questo luoghi”.

L’editoriale di p. Patton con un augurio: “Desidero perciò esprimere un sogno e un desiderio, che è quello di vedere questa nostra rivista in mano a tante categorie di persone: ai giovani che si interessano di questa piccola porzione di mondo che congiunge l’Asia, l’Africa e l’Europa;

ai pellegrini, che proprio perché amano questa Terra Santa desiderano conoscerla sempre meglio; ai religiosi e alle religiose che quaggiù possono trovare il ‘Quinto Vangelo’ e l’occasione di approfondire il senso della propria vocazione;

ai sacerdoti e ai vescovi che hanno la responsabilità di sostenere questa missione della Chiesa che nella sua concretezza ci riporta alla dimensione storica e geografica del mistero dell’incarnazione e della redenzione;

agli uomini e alle donne dal cuore aperto e dalla mente vigile che hanno compreso che questa terra non è importante solo per il suo passato ma perché qui si gioca ancora il futuro dell’umanità.

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