Colonnello dell’Arma: “Inammissibile che non venga arrestato chi picchia un Carabiniere”

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++++ In fondo dell’articolo l’aggiornamento con il servizio dell’emittente Antenna Sud 85 ++++

Un episodio che ha coinvolto alcuni Carabinieri del Comando provinciale di Taranto, ha indotto loro Comandante, il Colonnello Luca Steffensen a indirizzare una Nota esplicativa ad ufficiali dell’Arma. La missiva in data di 18 novembre 2020, sui rapporti tra Magistratura e Polizia Giudiziaria, relativamente all’autonomia investigativa e alla dipendenza funzionale, è stata divulgata ieri da Elena Ricci su Tarantinitime.it («Chi picchia un Carabiniere deve essere arrestato anche se il Magistrato di turno è perplesso». L’appello del Colonnello Luca Steffensen, Comandante provinciale dei Carabinieri di Taranto), successivamente ripreso da diversi siti di settore e diffuso sui social.

Molti lettori hanno condiviso le parole del Comandante dei carabinieri di Taranto. Non si tratta di un testo di circostanza utilizzato a fini propagandistici politici o quasi politici, ma è un accorato appello di chi, per i suoi uomini, chiede maggiori tutele.

Il Colonnello Steffensen, nella sua Nota, ha preso in esame un episodio di violenze ai danni di due Carabinieri, avvenuto a Taranto nel mese di novembre scorso. I militari, comandati in un servizio di notifica di sottoposizione agli arresti domiciliari, furono aggrediti dal pluripregiudicato destinatario della misura, riportando lesioni.

Avvisato dell’episodio il Magistrato di turno, questi dispose – “nonostante le insistenze del sottoufficiale responsabile” – soltanto la denuncia a piede libero dell’aggressore, con la promessa dell’emissione in seguito di un provvedimento restrittivo, previo accordo del Gip con la richiesta del Pubblico Ministero. Questo passaggio è stato definito dal Colonnello Steffensen “inammissibile”.
“Chi provoca lesioni ad un Carabiniere deve e, ripeto, deve essere arrestato: non possiamo tollerare – si legge nella nota – che chi offende la nostra divisa, con la quale, ricordo a tutti, tanti colleghi hanno sacrificato la loro vita, possa impunemente girare a piede libero!”.

A sostegno delle sue affermazioni, il Colonnello Steffensen richiama nella Nota alcuni riferimenti normativi contenuti nel codice di procedura penale che prevedono la facoltà degli operatori di Polizia Giudiziaria, di trarre in arresto coloro colti in flagranza di un reato la cui pena prevista è superiore ai tre anni. Tra questi delitti sono compresi quelli di violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale.

Sempre rifacendosi al codice di procedura penale, il Colonnello Steffensen evidenzia quanto previsto dall’articolo 386 al punto IV, ossia che gli operatori di Polizia Giudiziaria pongano l’arrestato a disposizione del Pubblico Ministero, mediante la conduzione in carcere o mandamentale del luogo in cui è stato eseguito il fermo.

“Da tali dettami normativi – sottolinea il Colonnello Steffensen nella Nota – si evince chiaramente che la Polizia Giudiziaria è assolutamente autonoma nell’eseguire un arresto facoltativo, dando notizia dell’avvenuto provvedimento restrittivo al Pubblico Ministero di turno, senza chiedere modalità e/o consigli come procedere nella circostanza o, peggio, attendere disposizioni in merito”.

La legge, quindi, prevede che il Carabiniere possa trarre in arresto in flagranza di reato soggetti responsabili di determinati delitti “anche contro l’eventuale perplessità del Magistrato di turno” e che l’arrestato, a disposizione del Pubblico Ministero, debba essere condotto in carcere o sottoposto al regime degli arresti domiciliari e non, come avvenuto nel caso in esame, denunciati a piedi libero. “Mai – sottolinea il Colonnello Steffensen – e poi mai si potrà parlare di arresto illegale”. Sarà l’Autorità Giudiziaria poi a decidere se convalidare o meno il provvedimento.

Con questa analisi, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Taranto ha ribadito semplicemente quello che le norme prevedono, ovvero l’autonomia della Polizia Giudiziaria nell’eseguire un arresto facoltativo. L’invito è quello di eliminare “questa sorta di sudditanza – quasi terrore – nei confronti della Magistratura, dalla quale siamo tenuti a rispondere direttamente solo in caso di delega di indagine e non certo per provvedimenti assunti di iniziativa, over sempre in un alveo di assoluta legalità, eravamo, siamo e saremo indipendenti”.

Conclude Elena Ricci su Tarantinitime.it che “ben vengano ufficiali come il Colonnello Luca Steffensen che si, ‘usi obbedir tacendo e tacendo morir’, ma con la schiena dritta”: “Le aggressioni nei confronti degli operatori delle forze dell’ordine sono in costante aumento. Nel primo semestre dell’anno appena concluso, sono state 1414 le aggressioni ai danni di uomini e donne in divisa. Una crescita in percentuale, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari al +20,6%. Di queste aggressioni, il 40% sono state commesse da stranieri; il 28,6% da persone sotto effetto di sostanze alcoliche; il 14,3% con l’uso di armi proprie o improprie.
Il senso di impunità dilagante, altro non fa che alimentare queste condotte criminose”.

Il Colonnello Luca Seffensen.

Stato di follia!

Quello che questo episodio – oggetto della Nota del Colonnello Luca Seffensen – insegna è, che in uno Stato di follia anche una parte della Magistratura appare non avere la piena consapevolezza delle proprie decisioni. Se chi commette un atto di oltraggio con lesioni a Pubblico Ufficial non subisce un provvedimento penale, figuriamoci chi non rispetta i Dpcm inventati da un #brancodibalordi, soggetti che possono permettersi di non rispettare le norme amministrativi, sicuri di non subire provvedimento alcuno.

Le domande vengono spontanee: allora cosa vogliamo fare? Per quanto tempo ancora cittadini e soprattutto i militari rimarranno a stare a guardare, limitandosi a scrivere sui social e – qualche volta – una Nota?

Aggiornamento

A seguito della circolare del Comandante dei Carabinieri di Taranto, Colonnello Luca Steffensen, l’emittente Antenna Sud 85 lo ha contattato. Il Colonello ha detto di non rilasciare dichiarazioni e che non ha da giustificare niente. Ha spiegato: “Si è trattato soltanto di un indicazione fornita ai miei militari con l’intento di ribadire ed evidenziare che chi aggredisce un carabiniere durante l’esercizio delle sue funzioni sarà arrestato, e l’arresto comunicato al p.m. di turno nel massimo rispetto dei ruoli istituzionali”. Il Colonnello Steffensen ha precisato che non si tratta di un muro contro muro con la procura ionica. “Si è trattato di un meccanismo che ha distorto il reale significato del mio intervento. Una comunicazione interna che qualcuno ha fatto uscire dagli ambienti riservati che ha sollevato un polverone mediatico”.

Il servizio di Antenna Sud 85.

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