Papa Francesco: con la carne Dio ama

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Al termine dell’Angelus odierno papa Francesco ha rinnovato gli auguri di buon anno, chiedendo di non lasciarsi abbindolare da riti magici: “Come cristiani rifuggiamo dalla mentalità fatalistica o magica: sappiamo che le cose andranno meglio nella misura in cui, con l’aiuto di Dio, lavoreremo insieme per il bene comune, mettendo al centro i più deboli e svantaggiati. Non sappiamo che cosa ci riserverà il 2021, ma ciò che ognuno di noi e tutti insieme possiamo fare è di impegnarci un po’ di più a prenderci cura gli uni degli altri e del creato, la nostra casa comune”.

Eppoi ha chiesto di non cedere all’egoismo, specialmente in questo tempo, prendendo spunto da una notizia giornalistica: “E’ vero, c’è la tentazione di prendersi cura soltanto dei propri interessi, continuare a fare la guerra, per esempio, concentrarsi solo sul profilo economico, vivere edonisticamente, cioè cercando solamente di soddisfare il proprio piacere… C’è, quella tentazione”.

Prima della recita dell’Angelus ha spiegato il significato di Parola: “La parola serve per comunicare: non si parla da soli, si parla a qualcuno. Sempre si parla a qualcuno… Ora, il fatto che Gesù sia fin dal principio la Parola significa che dall’inizio Dio vuole comunicare con noi, vuole parlarci.

Il Figlio unigenito del Padre vuole dirci la bellezza di essere figli di Dio; è ‘la luce vera’ e vuole allontanarci dalle tenebre del male; è ‘la vita’, che conosce le nostre vite e vuole dirci che da sempre le ama. Ci ama tutti. Ecco lo stupendo messaggio di oggi: Gesù è la Parola, la Parola eterna di Dio, che da sempre pensa a noi e desidera comunicare con noi”.

E l’apostolo Giovanni utilizza la ‘carne’ per descrivere la Parola di Dio: “No, utilizza la parola carne perché essa indica la nostra condizione umana in tutta la sua debolezza, in tutta la sua fragilità. Ci dice che Dio si è fatto fragilità per toccare da vicino le nostre fragilità. Dunque, dal momento che il Signore si è fatto carne, niente della nostra vita gli è estraneo. Non c’è nulla che Egli disdegni, tutto possiamo condividere con Lui, tutto.

Caro fratello, cara sorella, Dio si è fatto carne per dirci, per dirti che ti ama proprio lì, che ci ama proprio lì, nelle nostre fragilità, nelle tue fragilità; proprio lì, dove noi ci vergogniamo di più, dove tu ti vergogni di più. E’ audace questo, è audace la decisione di Dio: si fece carne proprio lì dove noi tante volte ci vergogniamo; entra nella nostra vergogna, per farsi fratello nostro, per condividere la strada della vita”.

Perciò attraverso la carne Dio ha deciso di amare: “Questo è Gesù: con la sua carne è l’intercessore, ha voluto portare anche i segni della sofferenza. Gesù, con la sua carne è davanti al Padre. Il Vangelo dice infatti che venne ad abitare in mezzo a noi. Non è venuto a farci una visita e poi se n’è andato, è venuto ad abitare con noi, a stare con noi…

Fermiamoci in silenzio davanti al presepe a gustare la tenerezza di Dio fattosi vicino, fattosi carne. E senza timore invitiamolo da noi, a casa nostra, nella nostra famiglia. E anche, ognuno lo sa bene, invitiamolo nelle nostre fragilità. Invitiamolo, che Lui veda le nostre piaghe. Verrà e la vita cambierà”.

(Foto: Santa Sede)

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