1 gennaio: il papa invita a prendersi cura

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Nonostante la sciatalgia, alle ore 12 papa Francesco ha recitato l’Angelus in diretta dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, in questa 54^ Giornata mondiale della pace: “Sono grato a quanti, in ogni parte del mondo, nel rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia, hanno promosso momenti di preghiera e di riflessione in occasione dell’odierna Giornata Mondiale della Pace. Penso, in particolare, alla Marcia virtuale di ieri sera, organizzata dall’Episcopato italiano, Pax Christi, Caritas e Azione Cattolica; come pure a quella di questa mattina, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio in collegamento streaming mondiale. Grazie a tutti per queste e tante altre iniziative in favore della riconciliazione e della concordia tra i popoli”.

Un appello particolare è stato fatto per la guerra nello Yemen e per il rapimento di mons. Chikwe: “In tale contesto, esprimo dolore e preoccupazione per l’ulteriore inasprimento delle violenze nello Yemen che sta causando numerose vittime innocenti, e prego affinché ci si adoperi a trovare soluzioni che permettano il ritorno della pace per quelle martoriate popolazioni. Fratelli e sorelle, pensiamo ai bambini dello Yemen! Senza educazione, senza medicine, affamati. Preghiamo insieme per lo Yemen.

Vi invito inoltre ad unirvi alla preghiera dell’Arcidiocesi di Owerri in Nigeria per il vescovo mons. Moses Chikwe e per il suo autista, rapiti nei giorni scorsi. Chiediamo al Signore che essi e tutti coloro che sono vittime di simili atti in Nigeria tornino incolumi in libertà e che quel caro Paese ritrovi sicurezza, concordia e pace”.

Nell’angelus della solennità della Madre di Dio papa Francesco ha raccontato la tenerezza di Maria: “Riprendiamo così il cammino lungo i sentieri del tempo, affidando le nostre angosce e i nostri tormenti a Colei che tutto può. Maria ci guarda con tenerezza materna così come guardava il suo Figlio Gesù… E così fa la Madonna con noi: vuole tenerci tra le braccia, per custodirci come ha custodito e amato il suo Figlio.

Lo sguardo rassicurante e consolante della Vergine Santa è un incoraggiamento a far sì che questo tempo, donatoci dal Signore, sia speso per la nostra crescita umana e spirituale, sia tempo per appianare gli odi e le divisioni, ce ne sono tante, sia tempo per sentirci tutti più fratelli, sia tempo di costruire e non di distruggere, prendendoci cura gli uni degli altri e del creato. Un tempo per far crescere, un tempo di pace”.

La cura è il percorso della cultura della pace: “I dolorosi eventi che hanno segnato il cammino dell’umanità nell’anno trascorso, specialmente la pandemia, ci insegnano quanto sia necessario interessarsi dei problemi degli altri e condividere le loro preoccupazioni. Questo atteggiamento rappresenta la strada che conduce alla pace, perché favorisce la costruzione di una società fondata su rapporti di fratellanza”.

In questo percorso ciascuno è chiamato a portare il proprio contributo: “Ciascuno di noi, uomini e donne di questo tempo, è chiamato a realizzare la pace: ognuno di noi, non siamo indifferenti a questo. Noi siamo tutti chiamati a realizzare la pace e a realizzarla ogni giorno e in ogni ambiente di vita, tendendo la mano al fratello che ha bisogno di una parola di conforto, di un gesto di tenerezza, di un aiuto solidale. E questo per noi è un compito dato da Dio. Il Signore ci dà il compito di essere operatori di pace”.

La pace si realizza nella vita: “La pace è nella vita: non è solo assenza di guerra, ma è vita ricca di senso, impostata e vissuta nella realizzazione personale e nella condivisione fraterna con gli altri. Allora quella pace tanto sospirata e sempre messa in pericolo dalla violenza, dall’egoismo e dalla malvagità, quella pace messa in pericolo diventa possibile e realizzabile se io la prendo come compito datomi da Dio”.

Infine ha invocato la Madre di Dio perché la pace è dono: “Le sole forze umane non bastano, perché la pace è anzitutto dono, un dono di Dio; va implorata con incessante preghiera, sostenuta con un dialogo paziente e rispettoso, costruita con una collaborazione aperta alla verità e alla giustizia e sempre attenta alle legittime aspirazioni delle persone e dei popoli.

Il mio auspicio è che regni la pace nel cuore degli uomini e nelle famiglie; nei luoghi di lavoro e di svago; nelle comunità e nelle nazioni. Nelle famiglie, nel lavoro, nelle nazioni: pace, pace. E’ ora che pensiamo che la vita oggi è sistemata dalle guerre, dalle inimicizie, da tante cose che distruggono… Vogliamo pace. E questa è un dono”.

Nella messa dal segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, papa Francesco nell’omelia aveva sottolineato il significato della nascita: “Non siamo al mondo per morire, ma per generare vita. La santa Madre di Dio ci insegna che il primo passo per dare vita a quanto ci circonda è amarlo dentro di noi…

Ed è dal cuore che nasce il bene: quanto è importante tenere pulito il cuore, custodire la vita interiore, praticare la preghiera! Quanto è importante educare il cuore alla cura, ad avere care le persone e le cose”.

La nascita non può essere disgiunta dalla cura: “Tutto comincia da qui, dal prenderci cura degli altri, del mondo, del creato. Non serve conoscere tante persone e tante cose se non ce ne prendiamo cura. Quest’anno, mentre speriamo in una rinascita e in nuove cure, non tralasciamo la cura.

Perché, oltre al vaccino per il corpo, serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi”.

Per questo ha invitato alla ricerca: “Anche noi non avremmo trovato Dio se non fossimo stati chiamati per grazia. Non potevamo immaginare un Dio simile, che nasce da donna e rivoluziona la storia con la tenerezza, ma per grazia lo abbiamo trovato.

E abbiamo scoperto che il suo perdono fa rinascere, che la sua consolazione accende la speranza, e la sua presenza dona una gioia insopprimibile. Lo abbiamo trovato, ma non dobbiamo perderlo di vista. Il Signore, infatti, non si trova una volta per tutte, ma va trovato ogni giorno”.

(Foto: Santa Sede)

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