Il consiglio di un legale padovano: non firmate alcuna liberatoria per la vaccinazione contro il Covid-19

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A tre infermieri, dipendenti di una Casa di Cura ad Abano Terme in Provincia di Padova, convocati dalla direzione aziendale per la somministrazione aziendale nelle prossime settimane del vaccino Comirnaty, preparato da Pfizer e BioNTech, è stato chiesto – secondo quanto riportato da Il Mattino di Padova e Il Gazzettino – di firmare un “consenso informato” [Modulo di consenso per il vaccino Corminaty contro il Covid-19 preparato da Pfizer e BioNTech- 26 dicembre 2020].

Il Modulo di consenso informato.

Per l’avvocato padovano Giorgio Destro, impegnato nelle campagne per la tutela dei consumatori, ingaggiato dai tre infermieri, che sta seguendo la vicenda assieme alla collega Serena Pomaro, si tratta di una liberatoria, che esoneri non solo la Pfizer, ma anche i medici e le strutture che somministrano il vaccino da ogni responsabilità futura. Gli infermieri hanno deciso non vaccinarsi per adesso e di rivolgersi ad un avvocato, alla quale attenzione è stato sottoposto il documento di consenso alla vaccinazione.

«Il vaccino non è obbligatorio per legge – spiega Destro – ma è legittimo che le aziende ospedaliere impongano ai loro dipendenti di vaccinarsi. Quello che non è legittimo è chiedere loro di firmare una liberatoria in cui non solo la Pfizer, ma anche i medici e le strutture che somministrano il vaccino, si liberano da ogni responsabilità sugli effetti collaterali che ancora oggi non si conoscono.
Abbiamo esaminato attentamente il modulo di consenso elaborato da Pfizer/BioNTech – spiega Destro – ricavandone che si tratta di un’esenzione da responsabilità, estesa non solo all’azienda produttrice del vaccino ma anche al personale sanitario incaricato della somministrazione. Vi sono almeno quattro frasi che lasciano quantomeno perplessi: “Il vaccino potrebbe non proteggere completamente tutti coloro che lo ricevono” (pag. 9); “Il vaccino può causare reazioni avverse” (segue l’elenco a pag. 10); “L’elenco di reazioni avverse sovraesposto non è esaustivo di tutti i possibili effetti indesiderati che potrebbero manifestarsi durante l’assunzione del vaccino Pfizer” (pag. 11); “Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza” (pag. 11).
I tre infermieri mi hanno solo posto la questione – continua Destro – e non ho ancora proceduto ad alcuna azione legale, ma nessuno può obbligare medici e infermieri a firmare quell’autorizzazione. Per questo – conclude Destro – il consiglio che dò a tutti i dipendenti delle strutture sanitarie che intendono farsi il vaccino è di non firmare il consenso informato che viene presentato loro prima dell’iniezione».

Secondo quanto ha riferito l’avvocato Giorgio Destro, non risulta al momento che altre aziende concorrenti di Pfizer abbiano preteso la firma di un documento analogo. Il legale ha quindi suggerito ai tre infermieri di inviare una lettera raccomandata alla direzione della Casa di Cura confermando la disponibilità all’immediata vaccinazione ma senza sottoscrivere in via preventiva alcun documento.

Postscriptum

Il punto è che la percentuale che la Pfizer/BioNTech ha assicurato sull’efficacia del vaccino è il 95% (e questo è ancora da vedere). Quindi, la vaccinazione non può essere obbligatoria, oltretutto con firma di liberatoria in caso di possibili effetti indesiderati che potrebbero essere anche gravi (anche questo resta a vedere), ma anche di decesso, perché casi di decesso dopo la somministrazione del vaccino sono possibili.

A febbraio, quando il Covid-19 è entrato prepotentemente nelle nostre vite medici ed esperti sostenevano che per un vaccino ci sarebbero voluti minimo due anni. Il 27 dicembre, a distanza di nemmeno 11 mesi, si è tenuto in tutto l’Italia il Vax-Day. In tanti si chiedono se i tempi della sperimentazione siano stati troppo ristretti: quali possono essere le conseguenze dell’aver abbreviato in modo così importante le procedure? Gli effetti concreti, fa notare il conduttore di Report e giornalista Sigfrido Ranucci ai microfoni in diretta a “Un giorno speciale” su Radio Radio, riusciremo a vederli solo nel tempo, tuttavia: “Rimangono dei dubbi sull’efficacia del vaccino“. Troppe poche informazioni su questo prodotto: chi si vaccina, ad esempio, è contagioso oppure no? A porre la domanda è proprio Ranucci in diretta a “Un giorno speciale”.
Ecco l’intervista di Francesco Vergovich: “Stiamo cercando di capire le dinamiche reali della distribuzione del vaccino. Intanto è arrivata una notizia, pare che abbiano approvato anche AstraZeneca che ha modalità di diffusione più semplici rispetto a quelle della Pfitzer. Rimangono dei dubbi sull’efficacia del vaccino: non tanto nell’immunità a medio o breve termine, quanto… io per esempio non so se chi si vaccina continua a essere contagioso o meno. Non sappiamo quanto tempo rimane l’immunità. Io non vorrei che alla fine creassimo delle dinamiche per cui uno si sente di essere sicuro e in realtà è un untore. Potrebbe essere un grandissimo problema: siamo contagiosi o no? Ho letto che in Spagna un’infermiera è risultata positiva dopo il vaccino… anche se lì le dinamiche possono essere varie perché potrebbe averlo contratto prima del vaccino. Poi ho letto che c’è un periodo, un limbo in cui bisogna mantenere le stesse precauzioni per dare il tempo all’organismo di sviluppare gli anticorpi e solo dopo la seconda vaccinazione entri in uno stato immunità. Tutto questo ovviamente lo capiremo col tempo, la fretta con cui è stato approvato implica che sicuramente sono stati fatti dei passaggi molto più stretti, ma sicuramente ci mancano tante informazioni. Vaccino obbligatorio? Obbligare la vaccinazione non credo sia una cosa giusta né si può pretendere. Bisogna dare ampio accesso alle persone fragili e a chi è in contatto con loro”.

Non ci sono neanche abbastanza vaccini per coloro che sono disposti a farci vaccinare e parlano di obbligo. E il dialogo con l’Unione Europea non risulta per niente facile: la Germania ne vuole sempre di più. Bella solidarietà sanitaria europea.

Allarme di BioNTech: “Autorizzare altri vaccini o avremo problemi di distribuzione”
L’azienda tedesca partner di Pfizer nel primo immunizzante validato dall’Ue avverte che senza un rapido via libera ad altri farmaci potrebbe incepparsi la macchina delle vaccinazioni in Europa.
AGI (1° gennaio 2021) –
La BioNTech, azienda tedesca partner di Pfizer nel primo immunizzante validato dall’Ue avverte che senza un rapido via libera ad altri farmaci ci saranno problemi di distribuzione. E pensa ad aumento della produzione per arginarli.
BionTech intende aumentare la produzione del vaccino per il Covid per coprire il “buco” lasciato dalla mancanza di altri sieri approvati. Come ha sottolineato il co-fondatore del gruppo, Ugur Sahin, “la situazione attuale non è rosea, c’è un buco perché c’è un’assenza di altri vaccini approvati  e dobbiamo riempirlo noi con il nostro vaccino”.
Usa e Regno Unito hanno dato il via libera per primi al siero Pfizer/BioNTech così come a quelli sviluppati da Moderna negli Stati Uniti d’America e Oxford/AstraZeneca in Gran Bretagna. L’Ue finora ha validato solo il prodotto di Pfizer/BionTech.
Parte del problema risiede nell’ordine relativamente basso di 300 milioni di dosi fatto dall’Ue alla BioNTech per il vaccino anti-Covid e il fatto che sia stato firmato solo a novembre, più tardi rispetto ad altri Paesi. Bruxelles evidentemente pensava che ci sarebbero stati “diversi fornitori” dai quali scegliere, vista la corsa mondiale a sviluppare sieri.
“Un simile approccio ha senso, ma a un certo punto è diventato chiaro che molti non sarebbero stati in grado di fornirli velocemente”, ha sottolineato Ozlem Tureci, co-fondatrice della BioNTech con il marito Sahin.  Da qui, la ‘fame’ di dosi che sta mettendo a dura prova l’azienda tedesca. Per rispondervi, ha spiegato Sahin nell’intervista al Der Spiegel, sono stati velocizzati i piani per realizzare un nuovo sito produttivo a Marburgo, che dovrebbe entrare in funzione a febbraio, “molto prima del previsto” e dovrebbe aiutare a fornire 250 milioni di dosi aggiuntive nella prima metà del 2021.
Inoltre, sono stati raggiunti accordi con 5 case farmaceutiche in Europa per aumentare la produzione e negoziati sono in corso con altre aziende specializzate, ha aggiunto Tureci. “Per la fine di gennaio, dovremmo avere chiarezza su cosa e quanto in più possiamo produrre”, ha assicurato il marito. La BioNTech era stata chiamata a fornire 1,3 miliardi di dosi in tutto il mondo, sufficienti per vaccinare 650 milioni di persone.

SARS-CoV-2. Divulgazione scientifica – Parte 16: Quale è la differenza tra i vari vaccini contro Covid-19? – 30 dicembre 2020
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