Gli auguri modernisti
Su YouTube compare un breve filmato dal tradizionale discorso nell’Udienza alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi in cui Francesco stigmatizza la conflittualità presente. Il Papa esordisce con un “cari fratelli conserviamo una grande pace e serenità nella piena consapevolezza che tutti noi, io per primo, siamo solo servi inutili, a cui il Signore ha usato Misericordia”. La frase desta un certo interrogativo, perché il ribadire la necessaria umiltà prende la forma di quel “siamo solo servi inutili”, che stando alla accezione corrente di inutile, rappresenta un disvalore alla testimonianza.
È anche vero, che esiste un riferimento evangelico di servo inutile – Luca 17,5-10 – nel qual caso Gesù raccomanda se vogliamo il rispetto del ruolo. Un passo in cui il servo al ritorno dal lavoro quotidiano non deve sentirsi obbligato a fare altro: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
La citazione non semplice si presta all’equivoco, con la accezione corrente di inutile, ammesso che il Papa abbia voluto citare il testo di Luca. Ma certamente quell’accentuare con il solo (siamo solo servi inutili) riproduce al solito una affermazione tanto ambivalente, quanto asfissiante. Riproducendo il solito invito al servizio come se la fede Cristiana consistesse solo in quello.
La frase poi continua con l’altra parte “a cui il Signore ha usato Misericordia”. Anche qui ricorre l’abusato Leitmotiv della Misericordia e non vorremmo essere malevoli ricordando che nel pensiero gnosico Dio è sempre presentato come Carità e Misericordia.
Il successivo sviluppo del discorso ricorda come il conflitto escluda “il sentirsi in cammino, aperti alla crisi”. Certamente il cammino nella vita vuol dire affrontare le criticità, sciogliere i nodi. È anche vero che la frase “aperti alla crisi” ha quel che di trionfale declamazione che noi ritroviamo in tutto il pensiero laicista contemporaneo, che teorizza proprio nel succedersi delle crisi la risoluzione dei dubbi dell’uomo. Un percorso ancora una volta tutto gnosico.
La comunicazione modernista aveva ed ha di queste ambiguità sottili e dal significato dirompente, esprimenti proprio loro “il conflitto che è occasione di male”.
