Il Meeting dell’Amicizia fra i Popoli a Mosca ha presentato la 34^ edizione

Meeting di Rimini
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Nei giorni scorsi si è svolta a Villa Berg, sede dell’Ambasciata d’Italia a Mosca, la prima presentazione della XXXIV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si terrà dal 18 al 24 agosto 2013 con il titolo ‘Emergenza uomo’. Nell’introdurre i lavori l’Ambasciatore Zanardi Landi ha spiegato le ragioni dell’evento in Ambasciata, soffermandosi sul contributo del Meeting al dibattito pubblico e la sua capacità di parlare alla società: “Lo dimostrano anche i rapporti che il Meeting ha saputo costruire all’estero, riuscendo a dialogare con un linguaggio comune con altre realtà e culture, come è avvenuto, sin dai suoi esordi, con il mondo russo, dove il Meeting è tornato oggi per la prima volta dal 1991”. Nel successivo intervento il Rettore dell’Università S. Tikhon Vladimir Vorobiev, già ospite del Meeting di quest’anno, ha confermato la volontà di continuare l’amicizia e il confronto iniziati a Rimini perché “il Meeting per noi è stato un incontro mai provato prima, con la possibilità di conoscere gente proveniente da tutti gli angoli del pianeta. Ci siamo parlati, abbiamo discusso dell’essenziale. Ed è impressionante come in un evento nato più di trent’anni fa l’entusiasmo cresca sempre di più”. Ha raccontato del Meeting anche il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Mosca, Adriano Dell’Asta, da sempre frequentatore del Meeting: “Il Meeting è come le stelle, in grado di risvegliare il cuore dell’uomo in stato di emergenza”.

 

 

Il presidente della Fondazione Meeting, Emilia Guarnieri, ha raccontato il legame profondo tra la manifestazione riminese e la cultura russa: “Quello che ci lega è una certa idea della irriducibilità dell’uomo e una passione per la bellezza. L’uomo oggi vive in una condizione di emergenza, non soltanto quando sistemi politici autoritari ne minacciano le condizioni elementari di libertà e di sopravvivenza, ma anche laddove, pur in sistemi dove le libertà democratiche sono garantite, è il desiderio del cuore che corre il rischio di venire anestetizzato e censurato. Il Meeting non vorrà insistere soprattutto sugli aspetti negativi, non vorrà soltanto lanciare un grido di allarme, quanto piuttosto mostrare che l’emergere dell’umano è possibile, che ovunque nel mondo, ieri come oggi, esistono uomini che hanno trovato un punto di forza nella scintilla del proprio desiderio, riaccesa da un incontro, da un fatto, da una circostanza attraversata. E questo avverrà parlando di Europa, di educazione, del rapporto con la natura, di arte, poesia, storia e tanto altro”.

Ripercorrendo la storia del Meeting riminese la prof.ssa Guarnieri ha sottolineato i rapporti con il popolo russo che in questi anni hanno segnato e arricchito il cammino: “Il Meeting è iniziato nel 1980 e tra i relatori della prima edizione figuravano Irina Alberti Ilovajskaja che per anni era stata testimone dell’avventura umana e letteraria di Solzenicyn, Vladimir Maximov e Vladimir Bukovskij. Al secondo Meeting partecipò il grande filosofo ortodosso Olivier Clément, che don Giussani amava tanto e con il quale lui stesso dialogò in occasione del Meeting del 1983. Vennero poi al Meeting come relatori il regista Andreij Tarkovskij, Helena Sacharova, il metropolita Filaret, la poetessa Olga Sedakova, il Vescovo di Mosca Mons. Paolo Pezzi e tanti autorevoli esponenti della terra e della cultura russa. Al pubblico del Meeting sono diventate più familiari la storia e la cultura russa attraverso le numerose mostre che gli amici di Russia Cristiana e della Biblioteca dello Spirito hanno in questi anni realizzato, diventando ormai partner stabili della manifestazione riminese. Ho citato questi nomi perché, ripercorrendo la nostra storia mi ha colpito come essa sia misteriosamente legata alla storia e alla cultura di questa terra che oggi ci ospita e alla grande tradizione ortodossa”.

Citando Dostoevskij il presidente ha concluso il suo intervento, soffermandosi sul concetto di  bellezza: “Ma c’è un altro aspetto che, mi permetto di dire, condividiamo con la sensibilità russa, è la passione per la bellezza. Noi apparteniamo a quella cultura occidentale in cui il bello è spesso ridotto ad effimero, a moda, a merce, ultimamente relegato nella dimensione di un angusto soggettivismo. Ma siamo anche stati educati da don Giussani a gustare la bellezza come espressione del vero, a godere il fascino della musica, della poesia, dell’arte, come espressioni struggenti della domanda dell’uomo. Sappiamo per esperienza che ciò che è bello è oggettivamente bello, che di fronte a ciò che è bello il cuore di ogni uomo vibra e diventa più capace di desiderare l’infinito, come diceva un grande poeta occidentale, Baudelaire. Ed è per questo che una delle caratteristiche del Meeting è stata sempre la ricerca della bellezza, nell’arte, nell’esperienza degli uomini, nelle cose che realizziamo”.

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