Papa Francesco invita alla gioia

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Nella domenica in ‘laetare’ papa Francesco ha salutato i bambini e le famiglie che in piazza san Pietro ha benedetto ‘Gesù Bambino’ che poi riporranno nel presepe: “In modo speciale saluto il gruppo che è venuto in rappresentanza delle famiglie e dei bambini di Roma, in occasione della benedizione dei ‘Bambinelli’, appuntamento organizzato dal Centro Oratori Romani. Quest’anno siete qui in pochi a causa della pandemia, ma so che tanti bambini e ragazzi sono radunati negli oratori e nelle loro case e ci seguono attraverso i mezzi di comunicazione”.

Nel benedire i ‘Gesù Bambino’, ha sottolineato la necessità di essere gioiosi: “A ciascuno rivolgo il mio saluto e benedico le statuine di Gesù, che verranno collocate nel presepe, segno di speranza e di gioia. In silenzio, facciamo la benedizione dei Bambinelli: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Quando pregherete a casa, davanti al presepe con i vostri familiari, lasciatevi attirare dalla tenerezza di Gesù Bambino, nato povero e fragile in mezzo a noi, per darci il suo amore. A tutti auguro una buona domenica. Non dimenticatevi della gioia! Il cristiano è gioioso nel cuore, anche nelle prove; è gioioso perché è vicino a Gesù: è Lui che ci dà la gioia. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.

Prima della recita dell’Angelus papa Francesco ha sottolineato l’invito della gioia che è insita nel Vangelo: “L’invito alla gioia è caratteristico del tempo di Avvento: l’attesa della nascita di Gesù, l’attesa che viviamo è gioiosa, un po’ come quando aspettiamo la visita di una persona che amiamo molto, ad esempio un amico che non vediamo da tanto tempo, un parente… Siamo in attesa gioiosa”.

Ed ha ricordato che la gioia è data dal Signore: “Più il Signore è vicino a noi, più siamo nella gioia; più Lui è lontano, più siamo nella tristezza. Questa è una regola per i cristiani. Una volta un filosofo diceva una cosa più o meno così: ‘Io non capisco come si può credere oggi, perché coloro che dicono di credere hanno una faccia da veglia funebre. Non danno testimonianza della gioia della risurrezione di Gesù Cristo’. Tanti cristiani con quella faccia, sì, faccia da veglia funebre, faccia di tristezza… Ma Cristo è risorto! Cristo ti ama!”

Ed ecco la figura di Giovanni Battista che dà testimonianza: “Il Battista è il primo testimone di Gesù, con la parola e con il dono della vita. Tutti i Vangeli concordano nel mostrare come lui abbia realizzato la sua missione indicando Gesù come il Cristo, l’Inviato di Dio promesso dai profeti. Giovanni era un leader del suo tempo. La sua fama si era diffusa in tutta la Giudea e oltre, fino alla Galilea. Ma lui non cedette nemmeno per un istante alla tentazione di attirare l’attenzione su di sé: sempre lui orientava a Colui che doveva venire”.

Però il papa avverte che il ‘cammino della gioia’ non è una passeggiata: “Ci vuole lavoro per essere sempre nella gioia. Giovanni ha lasciato tutto, fin da giovane, per mettere al primo posto Dio, per ascoltare con tutto il cuore e tutte le forze la sua Parola…

La gioia è questo: orientare a Gesù. E la gioia deve essere la caratteristica della nostra fede. Anche nei momenti bui, quella gioia interiore, di sapere che il Signore è con me, che il Signore è con noi, che il Signore è risorto. Il Signore! Il Signore! Il Signore! Questo è il centro della nostra vita, e questo è il centro della nostra gioia”.

Infine ha invitato i fedeli ad esaminare il proprio comportamento: “Pensate bene oggi: come mi comporto io? Sono una persona gioiosa che sa trasmettere la gioia di essere cristiano, o sono sempre come quelli tristi, come ho detto prima, che sembrano di essere a una veglia funebre? Se io non ho la gioia della mia fede, non potrò dare testimonianza e gli altri diranno: ma se la fede è così triste, meglio non averla”.

(Foto: Santa Sede)

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