Papa Francesco: Natale è bellezza

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Nei giorni scorsi papa Francesco ha ricevuto in udienza i promotori e gli artisti del Concerto di Natale in Vaticano, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, e il cui ricavato sarà devoluto a favore della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes e della Fondazione salesiana Missioni Don Bosco, che porta avanti in 55 Paesi azioni di sensibilizzazione per la didattica e l’accoglienza; mentre la Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes si è occupata di arginare i rischi psicologici che la pandemia ha causato per giovani e anziani, promuovendo la Cultura dell’Incontro.

Il papa ha  sottolineato i tre movimenti della creazione artistica: “Un primo movimento è quello dei sensi, che sono colti da stupore e da meraviglia. Questa dinamica iniziale, esteriore, ne stimola altre più profonde. Il secondo movimento, infatti, tocca l’interiorità della persona. Una composizione di colori o di parole o di suoni ha la forza di toccare l’animo umano. Si risvegliano memorie, immagini, sentimenti”.

Mentre il terzo è un movimento generativo: “C’è un terzo aspetto: la percezione e la contemplazione del bello generano un senso di speranza, che si irradia anche sul mondo circostante. A questo punto, il movimento esteriore e quello interiore si fondono e, a loro volta, incidono sulle relazioni sociali: generano l’empatia capace di comprendere l’altro, con cui tanto abbiamo in comune. Si tratta di una socialità nuova, non solo vagamente espressa ma percepita e condivisa”.

In effetti il papa ha sottolineato che ‘buono’ si può tradurre anche con ‘armonioso’: “Questo triplice movimento di meraviglia, di scoperta personale e di condivisione produce un senso di pace, la quale (come testimonia san Francesco d’Assisi) ci libera da ogni desiderio di dominio sugli altri, ci fa comprendere le difficoltà degli ultimi e ci spinge a vivere in armonia con tutti. Un’armonia che è legata alla bellezza e alla bontà”.

Riprendendo il discorso di papa Paolo VI agli artisti papa Francesco ha sottolineato il valore della bellezza: “La crisi rende più fitte ‘le ombre di un mondo chiuso’ e sembra oscurare la luce del divino, dell’eterno. Non cediamo a questo inganno. Cerchiamo la luce della Natività: essa squarcia l’oscurità del dolore e delle tenebre…

La vostra è una vocazione alta e impegnativa, che esige ‘mani pure e disinteressate’ per trasmettere verità e bellezza… Oggi come allora, questa Bellezza ci appare nell’umiltà del Presepe. Oggi come allora, la celebriamo con animo pieno di speranza”.

Ed alle delegazioni che hanno offerto il presepe e l’albero di Natale papa Francesco ha sottolineato che essi creano un clima: “L’albero e il presepe aiutano a creare il clima natalizio favorevole per vivere con fede il mistero della Nascita del Redentore.

Nel presepio, tutto parla della povertà ‘buona’, la povertà evangelica, che ci fa beati: contemplando la santa Famiglia e i vari personaggi, siamo attratti dalla loro disarmante umiltà. La Madonna e san Giuseppe sono venuti da Nazaret fino a Betlemme.

Per loro non c’è posto, nemmeno una stanzetta; Maria ascolta, osserva e custodisce tutto nel suo cuore. Giuseppe cerca un luogo da adattare per lei e il Bambino che sta per nascere. I pastori sono protagonisti nel presepe, come nel Vangelo. Vivono all’aperto. Vegliano. L’annuncio degli Angeli è per loro, ed essi vanno subito a cercare il Salvatore che è nato”.

Il Natale è un dono, come lo stesso papa ha scritto lo scorso anno nella lettera sul presepe: “La festa del Natale ci ricorda che Gesù è la nostra pace, la nostra gioia, la nostra forza, il nostro conforto. Ma, per accogliere questi doni di grazia, occorre sentirci piccoli, poveri e umili come i personaggi del presepio.

Anche in questo Natale, in mezzo alle sofferenze della pandemia, Gesù, piccolo e inerme, è il ‘Segno’ che Dio dona al mondo. Segno mirabile, come inizia la Lettera sul presepe che ho firmato un anno fa a Greccio. Ci farà bene rileggerla in questi giorni”.

(Foto: Santa Sede)

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