Papa Francesco ha celebrato la festa della Madonna di Guadalupe

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Ieri mattina papa Francesco ha celebrato nella basilica vaticana la santa messa della festa della Madonna di Guadalupe, il cui santuario è tra i più visitati al mondo, e la devozione per la Vergine è diffuso in tutta l’America Latina. Al termine della celebrazione eucaristica il papa ha concesso a tutti i fedeli del mondo la possibilità di ottenere, restando a casa, l’indulgenza in occasione del 125^ anniversario dell’Incoronazione della Vergine di Guadalupe.

Durante l’omelia il papa ha sottolineato tre parole importanti come abbondanza, benedizione e dono: “E, guardando l’immagine della Vergine di Guadalupe, abbiamo in qualche modo anche il riflesso di queste tre realtà: l’abbondanza, la benedizione e il dono”.

Dio elargisce sempre in abbondanza: “L’abbondanza, perché Dio sempre si offre in abbondanza, sempre dà in abbondanza. Lui non conosce le dosi. Si lascia ‘dosare’ dalla sua pazienza. Siamo noi che (per la nostra stessa natura, per i nostri limiti) conosciamo la necessità delle comode rate. Lui invece si dà in abbondanza, completamente. E dove c’è Dio, c’è abbondanza”.

E l’Avvento è un tempo di abbondanza: “Pensando al mistero del Natale, la liturgia di Avvento prende dal profeta Isaia molto di questa idea dell’abbondanza. Dio si dà tutto, come è, totalmente. La generosità può essere, a me piace pensare così, un ‘limite’ di Dio (almeno uno!): l’impossibilità di darsi in modo diverso che non sia in abbondanza”.

La seconda parola è benedizione, compiuta soprattutto nell’incontro tra Maria ed Elisabetta: “L’incontro di Maria con Elisabetta è una benedizione, una benedizione. Benedire vuol dire ‘dire-bene’. E Dio, fin dalla prima pagina della Genesi, ci ha abituato a questo suo stile di dire bene. La seconda parola che pronuncia, secondo la Bibbia, è: ‘Ed era buono’, ‘è buono’, ‘era molto buono’.

 Lo stile di Dio è sempre di dire bene, per questo la maledizione è lo stile del diavolo, del nemico; lo stile della meschinità, dell’incapacità di donarsi totalmente, il ‘dire male’. Dio sempre dice bene. E lo dice con piacere, lo dice donandosi. Bene. Si dona in abbondanza, dicendo bene, benedicendo”.

La terza parola riguarda il dono: “E questa abbondanza, questo dire bene, è un regalo, è un dono. Un dono che ci viene dato in Colui che è tutta grazia, che è tutto Lui, tutto divinità: nel Benedetto. Un dono che ci viene dato in Colei che è ‘piena di grazia’, la ‘Benedetta’. Il Benedetto per natura e la Benedetta per grazia: sono i due riferimenti che la Scrittura  indica. A lei si dice: ‘Benedetta tu tra le donne’, ‘piena di grazia’. Gesù è il Benedetto che porta la benedizione”.

Infine il papa ha invitato a guardare l’immagine della Madonna di Guadalupe: “E guardando l’immagine di nostra Madre che aspetta il Benedetto, la piena di grazia che attende il Benedetto, comprendiamo un po’ di questa abbondanza, del dire il bene, del ‘benedire’.

E comprendiamo questo dono, il dono di Dio che si è presentato a noi nell’abbondanza del suo Figlio, per natura, nell’abbondanza di sua Madre, per grazia. Il dono di Dio si è presentato a noi come una benedizione, nel Benedetto per natura e nella Benedetta per grazia. Questo è il regalo che Dio ci presenta e che ha voluto continuamente evidenziare, farlo emergere nel corso della rivelazione”.

Nella conclusione il papa ha sollecitato a ‘rubare’ lo stile di Dio: “Che, contemplando oggi l’immagine di Nostra Madre, possiamo ‘rubare’ a Dio un po’ di questo stile che Lui ha: la generosità, l’abbondanza, il ‘bene-dire’, mai maledire, e trasformare la nostra vita in un dono, un dono per tutti”.

(Foto: Santa Sede)

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