Qualcosa di buono in libreria

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In un mondo sempre più lontano da Dio e dai libri, leggere libri cattolici diventa sempre più un atto sovversivo. Ma per quanto sia necessario nutrire l’anima con buoni libri, è (purtroppo) necessario fare un buon discernimento su cosa leggere, districandosi tra la bulimica produzione delle case editrici cattoliche. Le proposte sono numerose, eccessive.

Negli ultimi anni – escluso per motivi di forza maggiore il primo semestre di questo anno – l’editoria cattolica ha incrementato notevolmente la quantità di proposte senza che a ciò corrisponda necessariamente un incremento della qualità della produzione. C’è inoltre da considerare un altro aspetto, doloroso ma reale. Le divisioni, sempre più nette e marcate, all’interno del mondo cattolico non aiutano molto i lettori visto che alcuni autori, alcuni editori o alcune tematiche subiscono spesso qualche forma di censura o di ostruzionismo nelle librerie cosiddette cattoliche.

Da qui l’idea, qualche anno fa, di aprire un account su Twitter dedicato a suggerire alcuni “cattolibri” degni di nota e ora l’idea (anche in prossimità di questo Natale) di suggerire qualche titolo che forse (per diversi motivi) non di troverà esposto in primo piano nelle nostre care (e rare) librerie cattoliche.

Sostenere la “buona stampa” è sì un modo per nutrire la propria anima, formare la propria coscienza, progredire nella conoscenza della verità e crescere nella fede, ma anche un modo per sostenere quegli autori ed editori schiacciati da una crisi (culturale ed editoriale) che rischia di farne merce rara in un panorama intellettuale sempre più desolante.

Ecco dunque alcuni nuovi “cattolibri” particolarmente degni di nota.

1. Grazia Ruotolo e Luciano Regolo, Gesù pensaci tu. Vita, opere, scritti & eredità spirituale di don Dolindo Ruotolo nel ricordo della nipote, Ares 2020 (pp. 270, € 16,00)

Negli ultimi anni è cresciuto sempre più l’interesse per la figura e il messaggio di don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano vissuto tra il 1882 e il 1970. È curioso notare quanto si sia diffusa la devozione a questo santo sacerdote in terra polacca, dove sono stati recentemente pubblicati numerosi testi biografici, raccolte di scritti spirituali e preghiere. Ciò è forse dovuto al fatto che fu proprio il sacerdote napoletano, ispirato dalla Madonna, a profetizzare nel 1979 la fine del comunismo grazie alla Polonia ed in particolare ad un suo figlio che «con marcia eroica spezzerà le catene oltre i confini imposti dalla tirannide comunista».

Fino a poco tempo fa, in Italia era pressoché impossibile trovare i suoi scritti (tra cui i preziosi commenti alla Sacra Scrittura), custoditi dai Francescani dell’Immacolata e stampati dalla loro Casa Editrice Mariana
(piccolo editore impossibile da trovare nelle librerie). Ecco perché la scelta dell’editore Ares di pubblicare un libro su don Dolindo a cinquant’anni dalla sua morte è tanto lodevole quanto editorialmente azzeccata.

Si tratta della prima biografia completa di uno dei più grandi mistici della nostra epoca, contemporaneo di Padre Pio col quale fu in stretto contatto e col quale condivise alcuni fenomeni mistici di grande rilievo come episodi di bilocazione e lotte intestine contro il demonio. Il volume, scritto dal giornalista Luciano Regolo (biografo di Natuzza Evolo) con la collaborazione di Grazia Ruotolo nipote di don Dolindo, contiene una ricca documentazione fotografia, assieme a testimonianze dirette di chi ha conosciuto don Dolindo e citazioni di lettere, opere e documenti di primo ordine per conoscere da vicino il protagonista, il suo pensiero e il suo messaggio profetico. Di lui padre Pio disse: “Niente di quanto è scaturito dalla penna di don Dolindo deve andar perduto”.

2. Aa. Vv., Chiesa sotto accusa. Un commento agli Appunti di Benedetto XVI. (pp. 312, €20,00)

A settembre del 2018 papa Francesco convocò in Vaticano i presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo per un Summit dedicato agli abusi sessuali operati all’interno della Chiesa. L’incontro si svolse a febbraio del 2019. Nell’aprile di quell’anno il papa emerito Benedetto XVI decise di contribuire al dibattito pubblicando sul giornale tedesco Klerusblatt un testo destinato a far più rumore degli stessi interventi del vertice vaticano. I cosiddetti “Appunti” del papa Emerito furono accolti con stupore e con sorpresa ma generarono le reazioni scomposte di chi ha considerato l’intervento di Benedetto un affronto al Pontefice regnante e una intromissione nella Sua gestione (ed interpretazione) della crisi degli abusi sessuali. Reazioni stizzite e rabbiose quelle di coloro che avrebbero preferito un Emerito in religioso silenzio per il resto dei suoi anni. Eppure non sarebbe l’ultima volta che papa Benedetto avrebbe deciso di intervenire pubblicamente su un tema di fondamentale importanza contribuendo con le sue riflessioni al dibattito intra-ecclesiale: nel gennaio 2020 il suo testo sul celibato, pubblicato assieme al card. R. Sarah fu
considerato da molti suoi nemici un “attentato” teologico al dibattito in corso durante il Sinodo dell’Amazzonia (conclusosi, da quel punto di vista, con un nulla di fatto).

La sterile polemica sugli Appunti contribuì a derubricare i fatti come semplici bagarre clericali e ad far passare quasi inosservato un testo che merita ben altra considerazione. Il testo di Benedetto XVI resta un’acuta e profonda analisi dei motivi che stanno alla radice di quello che l’Autore definisce il progressivo “collasso morale” che ha coinvolto la società e la Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. Il nucleo degli Appunti è racchiuso nell’appello pressante per un ritorno a Dio, ad “anteporlo e non presupporlo”, perché Dio rischia ormai di scomparire dalla nostra società ma anche dalla teologia e dalla vita dei sacerdoti. Ritrovare col primato di Dio per rispondere alle sfide del permissivismo o della logica funzionalistica, che dopo la rivoluzione sessuale del 1968 ha investito l’Occidente. Un testo acuto e documentato, un appello impellente, frutto della riflessione di uno dei teologi più rappresentativi degli ultimi decenni, un sincero contributo di colui che per otto anni ricoprì il soglio di Pietro… eppure un testo che fino ad oggi non sembra aver meritato l’attenzione dei teologi né degli esperti di categoria.

Ecco dunque la meritevole iniziativa dell’editore Cantagalli di offrirci un commento a più voci del testo del papa Emerito. Nel volume “Chiesa sotto accusa”, curato da Livio Melina e Tracey Rowland, sono raccolti (oltre al testo integrale degli Appunti) diversi saggi scritti da esperti di grande spessore teologico e culturale come il card. Ruini e i professori dell’Istituto Giovanni Paolo II di Roma: Granados, Noriega, Pérez-Soba e Kampowski. Non poteva mancare il prezioso contributo di don Fortunato di Noto che da anni combatte sul campo la piaga della pedo pornografia. Mentre la professoressa Gabrielle Kuby, sociologa tedesca autrice dell’imperdibile “Rivoluzione Sessuale”, offre un’ulteriore analisi delle disastrose conseguenze del sessantotto anche all’interno della Chiesa Cattolica. Contribuiscono ad impreziosire l’opera i testi dei vescovi G. Crepaldi, S.J. Aquila, J.A. Reig Pla, R. Voderholzer, di H.-B. Gerl-Falkovitz, A. Diriart, F. Pesci, J. Saward, P. Syssoev e N. Bux.

3. John O’Malley, Quando i vescovi si riuniscono. Un confronto tra i concili di Trento, Vaticano I e Vaticano II, Vita e Pensiero 2020 (pp. 130, € 15,00)

Dopo aver pubblicato tre monografie sugli ultimi Concili della Chiesa Cattolica gesuita John W. O’Malley, docente di storia della Chiesa alla Georgetown University di Washington, presenta questo breve saggio intitolato “Quando i vescovi si riuniscono”. Pubblicato dalla Belknap Press nel 2019 (un delizioso volumetto tascabile color rosso cardinale, rilegato in hardback) ed ora tradotto in italiano da Vita e Pensiero (formato tutt’altro che attraente come l’originale), il saggio ripercorre i temi fondamentali che legano il concilio di Trento, il Concilio Vaticano I (di cui quest’anno ricorrono i 150 anni) e il Concilio Vaticano II.

Ripercorrendo più di 450 anni della storia moderna della Chiesa Cattolica, O’Malley esamina le preoccupazioni e le sfide più pressanti dei vescovi riuniti in Concilio. Così facendo analizza l’evoluzione stessa della Chiesa negli ultimi secoli proponendo una prospettiva che guardi al futuro e ad un eventuale nuovo Concilio Vaticano. Gli argomenti affrontati sono cruciali per la comprensione dei Concili ma anche della Chiesa stessa, della sua missione, del suo modus operandi nell’affrontare le sfide della storia e della sua autocomprensione. Nella prima parte l’autore affronta tre grandi problemi che – come si afferma nella conclusione – “non possono trovare una soluzione definitiva”: in primo luogo si domanda quale sia il compito, il ruolo e la missione di un Concilio e quali forme e procedure debba adottare per svolgere la sua funzione, sia essa legislativa, dottrinale o pastorale Dai concili prettamente disciplinari dei primi secoli (convocati sul modello del Senato romano, come quello di Nicea per risolvere autorevolmente controversie di ordine teologico) all’ultimo Concilio con intenti “pastorali”.

La differenza si evince anche dal linguaggio e dal tono delle dichiarazioni e decreti (cap. 1: Che cosa fanno i concili?); si affronta poi la questione della mutabilità della dottrina (aggiornamento, sviluppo o ressourcement) in un’istituzione “per definizione conservatrice” (cap. 2 La dottrina della Chiesa cambia?); infine emerge la questione del potere decisionale (collegialità e gerarchia) tra vescovi, papi e concilio (cap. 3 Chi comanda?).

La seconda parte del saggio è dedicata ai protagonisti dei tre Concili, il loro ruolo e contributo nelle assise ecclesiali: papi, vescovi, teologi e laici, ognuno secondo il suo ruolo e la sua funzione, hanno lasciato il segno in ogni Concilio. Dal testo emerge chiaramente l’impatto dirompente che ebbe il Vaticano II nella sua specificità che lo contraddistingue e lo caratterizza, che lo rende unico rispetto a tutti i precedenti Concili.

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