Numeri ufficiali Covid-19 del 9 dicembre 2020. Andrea Crisanti: “Ci attende un inverno preoccupante”

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Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi mercoledì 9 dicembre 2020

Totale casi: 1.770.149 (+12.756) (+0,73%)
In isolamento domiciliare: 677.542 (-26.557) (-3,77%)
Ricoverati con sintomi: 29.653 (-428) (-1,42%)
In terapia intensiva: 3.320 (-25) (-0,75%) [con 152 nuovi ingressi del giorno] [*]
Dimessi/Guariti: 997.895 (+39.266) (+4,10%)
Deceduti: 61.739 (+634) (+0,81%)
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia
Media giornaliera dei decessi: 211 (+1)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Ricordiamo che questa settimana i dati sono condizionati al ribasso, oltre che dal solito calo post weekend, anche dalle festività infrasettimanali e dalla conseguente minore attività di esecuzione e valutazione dei test (Fonte Il Sole 24 Ore).

Andrea Crisanti: “La terza ondata è certa. L’Italia avrà il record di morti in Europa”
Il virologo a “L’aria che tira”: “Ci attende un inverno preoccupante”
The Huffington Post, 8 dicembre 2020

“La terza ondata in queste condizioni è una certezza. Siamo in una situazione grave stabile, ci attende un inverno preoccupante”. Il professor Andrea Crisanti si esprime così a “L’aria che tira”, analizzando il quadro dell’emergenza coronavirus in Italia.
“Il calo dei positivi di ieri è legato al numero dei tamponi eseguiti. Se avessimo fatto il consueto numero di tamponi, ieri avremmo avuto 28mila nuovi casi. In Lombardia, che è stata zona rossa, la situazione migliore. In Veneto, zona gialla, i casi aumentano”, afferma. “Per un effetto paradosso, una regione preparata dal punto di vista sanitario adotta misure più blande e consente la maggiore circolazione del virus. Alla fine di questa esperienza, gli indicatori di queste zone andrebbero ripensati. L’obiettivo è mantenere l’attività economica o tutelare la salute? Bisogna trovare il giusto compromesso”, dice ancora.
“Prima che il vaccino abbia effetto passeranno mesi, ci attende un inverno preoccupante. L’Italia alla fine della prossima settimana sarà il paese con più morti in Europa, non è qualcosa di cui essere orgogliosi. Natale, con scuole chiuse e fabbriche a ritmo ridotto, va sfruttato per ridurre i contagi”, afferma.
“La terza ondata è una certezza in questa situazione, non c’è bisogno di previsioni. Con la riapertura delle scuole e delle attività produttive, abbiamo offerto una grande occasione al virus e i contagi sono esplosi. Dopo l’estate avevamo in mano una situazione gestibile e ce la siamo lasciati sfuggire. I casi residui potevano essere gestiti”, ribadisce.

Ci sarà chi si scandalizza e manderà saette a Crisanti, che comunque sembra di avere le spalle larghe. In fondo, non è questa una gran notizia. Lo stiamo ripetendo da mesi che sarà così e con questo #brancodibalordi insieme ai #stronziazonzo non c’è scampo, purtroppo. Tutte le influenze, da che mondo è mondo, hanno un picco autunnale e uno invernale. Tutti. Per esperienza possiamo essere sicuri che a febbraio si ripresenterà un nuovo picco, per poi scemare verso la bella stagione. Fino a giugno la situazione sarà quella attuale e stop. E il numero dei morti salirà e salirà la media dei decessi al giorno. Ricordiamo nostro titolo di ieri: “Si ipotizzano almeno 15.000 decessi nelle prossime settimane come diretta conseguenza dei quasi 800.000 attualmente positivi”.
… non ci resta che piangere, pensando a Troisi, morto a 41 anni il 4 giugno 1994, quella di una sua memorabile collaborazione con Roberto Benigni. Troisi era napoletano, molto napoletano, e il suo personaggio pubblico era intimamente legato alla sua provenienza geografica, sottolineata dal suo accento e dal suo modo di parlare e di riferirsi alle cose, a cavallo tra l’autocommiserazione e la grande lucidità. E un’altra battuta cult, che va a pennello per quanto riferito prima: «Ricordati che devi morire… sì, sì, mo me lo segno».

La Svizzera è costretta a inasprire ulteriormente le misure anti Covid di fronte a un indice di contagiosità che non arretra
Facebook, 8 dicembre 2020
di Salvo Sottile
La Svizzera è costretta a inasprire ulteriormente le misure anti Covid di fronte a un indice di contagiosità che non arretra. Gli ulteriori irrigidimenti riguardano in particolare il Canton Ticino – regione al confine con l’Italia dove la curva epidemiologica desta ancora preoccupazione – che ha anticipato il coprifuoco dei locali pubblici di alcune ore. A questo si aggiunge un’altra forma di lockdown conseguenza del Covid: le Ferrovie Federali svizzere hanno annunciato che da giovedì fermeranno al confine una serie di treni diretti in Italia non essendo in grado di far rispettare alcune norme anti contagio richieste dalle autorità italiane. Con possibili gravi ripercussioni sul movimento dei lavoratori pendolari lungo il confine tra Lombardia e Ticino.
Il Ticino sotto pressione
Il ministro della salute Alan Berset lunedì , di fronte ai dati epidemiologici ancora preoccupanti e dopo le polemiche suscitate dagli assembramenti in alcuni impianti sciistici, ad esempio a Verbier, ha sollecitato un giro di vite nella lotta al Covid. Non in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale ma nelle singole regioni dove il virus continua a mordere. Tra queste c’è il Canton Ticino: nella fascia di frontiera ancora ieri si registravano 116 casi e 9 morti (su una popolazione di poco superiore ai 300.000 abitanti). Più significativo un altro dato: in Ticino il tasso di positività dei tamponi resta altissimo, il 22% contro il 16,3 dell’intera Svizzera (in Italia oscilla tra l’11 e il 12).
Bar e ristoranti anticipano la chiusura
Viste le pressioni arrivate da Berna, il «governatore» ticinese Norman Gobbi ha comunicato ieri le ulteriori misure che scatteranno nel territorio di sua competenza (dove il lockdown, fino a oggi, è stato piuttosto blando): i bar abbasseranno la serranda alle 19, i ristoranti alle 22. Idem dovranno fare casinò, sale bingo, night club e case per appuntamenti a luci rosse. Le autorità sanitarie del Ticino registrano ancora un Rt superiore a 1 e casi tendenzialmente in aumento. «La situazione non è soddisfacente, c’è pressione sulle strutture sanitarie» ha concluso Norman Gobbi.
Il lockdown ferroviario
All’orizzonte (un orizzonte di 24 ore non di più) si profila poi un’ulteriore pasticcio: il paventato stop dei treni. La Ferrovie Federali Svizzere hanno informato che da giovedì 10 dicembre tutti i convogli verranno fermati sul confine italiano data l’impossibilità (da parte degli addetti) di far rispettare alcune norme richieste dalle autorità italiane, ad esempio la misurazione della febbre a tutti i passeggeri o il fatto che, a chi arriva dalla Svizzera, verrà chiesto dal 10 dicembre un tampone negativo. Un chiarimento è atteso in giornata da parte dell’azienda elvetica ma il lockdown ferroviario pende in queste ore sul capo degli Eurocity per Milano da Basilea, Berna e Zurigo ma soprattutto sui frequentatissimi treni pendolari per Como e Varese. In teoria i lavoratori transfrontalieri dovrebbero, arrivati al confine scendere dal treno e risalire su un convoglio svizzero al di là del confine e viceversa al ritorno. Ma come detto le Ffs scioglieranno il dilemma nelle prossime ore.

Controlli di polizia, ieri sanzionate 864 persone
Le forze di polizia impegnate nelle verifiche del rispetto delle misure di contenimento del Covid nella giornata di ieri hanno controllato 62.037 persone, delle quali 864 sanzionate e 11 denunciate per aver violato gli obblighi di isolamento imposti dalla positività al virus. Secondo i dati resi noti dal Viminale, sono stati 13.536 gli esercizi e le attività controllati, 37 i titolari sanzionati e 15 i provvedimenti di chiusura.

Vaccino Pfizer/Biontech: seconda generazione pronta per metà 2021
La seconda generazione del vaccino di Biontech potrebbe essere pronta già nella seconda metà del 2021: lo ha detto il co-fondatore di Biontech Ugur Sahin in un’intervista a Rtl, riporta Bild. L’azienda è già al lavoro sul nuovo vaccino, che potrebbe essere trasportato a temperatura ambiente, piuttosto che agli attuali -70 gradi, condizione che rende il trasporto logisticamente complicato. Il ricercatore inoltre “ritiene che entro l’estate saranno disponibili dosi sufficienti di vaccino affinché circa il 60-70% della popolazione tedesca sia immunizzata.

Gb: stop al vaccino per chi ha reazioni allergiche. Pfizer: nessun serio allarme
L’autorità nazionale di controllo sui farmaci ha raccomandato di non sottoporre al vaccino anti Covid chi abbia alle spalle una storia di “significative” reazioni allergiche. Nella prima giornata di somministrazione sono infatti avvenuti due episodi. Portavoce Pfizer rassicura [e pretende di essere creduto sulla parola, perché l’azienda con il palmares pesante, non fornisce i dati]: il vaccino è stato “ben tollerato” durante la sperimentazione e non è al centro di alcuna “preoccupazione seria di sicurezza” [il business soprattutto].

L’Ema denuncia, siamo sotto cyberattacco
L’Agenzia europea per il farmaco denuncia di essere vittima di un cyberattacco.

Ve lo ricordate? “Il Giappone ha vinto il Sars-CoV-2!”
Covid Giappone, nuovo record di infezioni giornaliere
Il Giappone aggiorna nuovamente il record di infezioni di coronavirus con 2.810 casi giornalieri a livello nazionale, mentre aumentano i rischi di una implosione del sistema ospedaliero del Paese. Nel frattempo personale medico appartenente alle forze di Autodifesa è stato dispiegato in due aeree a nord dell’arcipelago, dove si sono registrate impennate dei focolai. Ad Asahikawa, nella prefettura dell’Hokkaido, ha riferito il capo della commissione medica governativa, Omi Shigeru, “il sistema sanitario è enormemente sotto pressione”. La capitale Tokyo ha segnalato 572 positività nella giornata di mercoledì, appena sotto il precedente record di sabato con 584 contagi, e i pazienti con gravi sintomi sono aumentati a 59. A Osaka invece, il terzo centro metropolitano del Paese, le autorità locali hanno comunicato che il 70% dei posti letto allocati per i casi gravi nelle strutture ospedaliere sono occupati, e a questo riguardo è stata chiesta l’assistenza delle università. A livello nazionale ad oggi in Giappone sono stati registrati 169.445 casi di coronavirus, con 2.487 morti dichiarati (Fonte SkyTG24).

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