Il fumo di Satana

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Leggo con interesse l’articolo a proposito del Direttore Generale dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR) e del recentissimo scandalo sulla supposta (non passata ancora in giudicato) acquisizione di beni dell’Istituto da parte dei precedenti amministratori.

Da fuori è difficile capire tutto l’intreccio.

È interessante la notazione che Becciu sarebbe stato il terminale dei Cavalieri di Colombo.

Un’altro fatto, apparentemente inspiegabile, è come in presenza di una Commissione cardinalizia di vigilanza [1], cui afferiscono eminenti porporati, sia stata possibile una tale distrazione di beni.

Per quanto riguarda l’affare londinese [2], viene detto che ancora non si conoscono tutti i particolari.

I misteri si susseguono.

Quello che viene etichettato come un mero episodio di corruzione – questo tema ha fatto irruzione anche nel caso Becciu – potrebbe invece nascondere una realtà più complessa e articolata.

Quelli che sono ormai luoghi comuni, ovvero la presenza di corvi o lobby gay, non convincono per la loro eccessiva semplicità.

Per inquadrare questa epoca straordinaria, l’epoca dei due Papi e del primo Papa gesuita della storia, non si può dimenticare la grande svolta del Concilio Vaticano II, che è stata ribadita dal fu Cardinale Achille Silvestrini proprio nel suo novantesimo compleanno, nel senso di attuare l’inattuato. È istanza esattamente opposta a quella spiegata nel famoso discorso di Natale del 2005 da Benedetto XVI.

Nel Concilio Vaticano II ha giocato un ruolo importante la nuova metodologia introdotta da Don Giuseppe Dossetti, una metodologia fino ad allora estranea alla chiesa, e mutuata dalla politica. Una maniera di fare fatta di fazioni, di correnti, di voti che si contano, di influenze che si pesano. Per tanti aspetti svincolata dalla rigida tradizione gerarchica, che sempre ha caratterizzato gli ordini religiosi della Chiesa Cattolica Romana.

Dopo il Concilio Vaticano II si è verificata un imponente abbandono dell’abito da parte di molti religiosi, un continuo e progressivo declino delle vocazioni religiose, e parallelamente un aumento dei movimenti laicali, che oggi sono una parte importante della Chiesa. Al punto che oggi è impossibile immaginare un Cardinale che non sia in qualche modo cooptato da un movimento laicale.

Tutto ciò ha avvicinato il modello cattolico all’assetto dei protestanti e ortodossi, basati su Chiese autocefale. Non è un caso che Francesco nell’Annuario Pontificio si definisca sì Vescovo di Roma, ma non più Vicario di Cristo.

Questi cambiamenti, che hanno fortemente spostato la identità della Chiesa Cattolica Romana dalla dimensione teologico-filosofica a quella antropologica, hanno comportato una polemica furibonda sulla ortodossia dell’attuale Pontefice (si ricordi la questione dei dubia) e anche un progressivo declino dei fondi provenienti dall’episcopato americano. Oggi i soldi provengono dall’episcopato tedesco, che tuttavia registra un inarrestabile declino dei fedeli (e quindi dei fondi per via della Kirchensteuer [3]). Ciò ha comportato una ascesa vertiginosa alla Santa Sede del Cardinale Reinhard Marx [4].

Nel frattempo altri ordini laicali, anche conservatori, hanno cercato di non essere estromessi dal carro dei vincitori e in un modo o nell’altro si sono atteggiati a difensori di Francesco. Il quale, nel tentativo di stringere una unità intorno al nuovo assetto di potere, potremmo definire conciliarista, esprime spesso punti di vista dottrinali divergenti, a seconda che predichi dal Domus Sanctae Marthae o dalle stanze dell’appartamento pontificio, secondo il tradizionale principio modernista della coincidentia oppositorum. Un progetto quindi molto lucido e per niente lasciato al caso, rigidamente costruito nelle nomine del collegio cardinalizio, addirittura rettificate in corsa (caso Becciu).

Il traguardo è quello di una Chiesa come pianificata dai teorici della Nouvelle Theologie che taluni definiscono la versione camuffata e apparentemente accettabile del modernismo teologico. Francesco anche su questo punto non fa mistero, citando continuamente De Lubac.
Resta da capire se fatta la pentola si troverà anche il coperchio.

[1] La Commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR) è composta di sei cardinali il cui mandato dura cinque anni. Essa esamina le relazioni sui principali processi di business e la strategia presentate dal Presidente del Consiglio di sovrintendenza e vigila sulla fedeltà alle disposizioni statutarie dello IOR.
[2] Lo scandalo 60SA che ha origine nell’acquisto da parte della Segreteria di Stato del palazzo di lusso al numero 60 di Sloane Avenue a Londra e successivamente allargato ad altri scandali finanziarie nello stesso ambiente.
[3] La Kirchensteuer o tassa sulle religioni, è il sistema di finanziamento delle religioni in Germania. È una tassa che le comunità religiose ricevono dallo Stato, raccolto dai propri membri per finanziare le spese della comunità ecclesiale, come ad esempio il sostentamento del personale ecclesiastico, le spese di amministrazione della comunità e di mantenimento degli edifici ecclesiastici o per promuovere progetti con una finalità sociale. Soggetti alla tassazione ecclesiastica sono le persone fisiche che sono registrate nelle liste dei fedeli di una comunità religiosa cui è stato riconosciuto il diritto di imporre la tassazione ecclesiastica ai propri membri.
[4] Arcivescovo metropolita di München und Freising e Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca.

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