Papa Francesco: la preghiera è domanda insistente

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Al termine dell’udienza generale dal Palazzo apostolico, trasmessa in streaming, papa Francesco ha ricordato ai fedeli la sua nuova lettera apostolica: “Ieri è stata pubblicata una Lettera Apostolica dedicata a San Giuseppe che 150 anni fa è stato dichiarato Patrono della Chiesa universale. L’ho intitolata ‘Con cuore di Padre’. Dio gli ha affidato i tesori più preziosi – Gesù e Maria – e lui ha corrisposto pienamente con fede, con coraggio, con tenerezza, ‘con cuore di padre’. Invochiamo la sua protezione sulla Chiesa in questo nostro tempo e impariamo da lui a fare sempre, con umiltà, la volontà di Dio”.

Nella catechesi odierna sulla preghiera papa Francesco ha invitato i fedeli ad una preghiera filiale: “La preghiera cristiana è pienamente umana (noi preghiamo come persone umane, come quello che siamo), comprende la lode e la supplica. Infatti, quando Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a pregare, lo ha fatto con il ‘Padre nostro’, affinché ci poniamo con Dio nella relazione di confidenza filiale e gli rivolgiamo tutte le nostre domande”.

Ricordando il Catechismo della Chiesa cattolica il papa ha sottolineato il valore della preghiera: “Imploriamo Dio per i doni più alti: la santificazione del suo nome tra gli uomini, l’avvento della sua signoria, la realizzazione della sua volontà di bene nei confronti del mondo…

Ma nel ‘Padre nostro’ preghiamo anche per i doni più semplici, per i doni più feriali, come il ‘pane quotidiano’ (che vuol dire anche la salute, la casa, il lavoro, le cose di tutti i giorni; e pure per l’Eucaristia vuol dire, necessaria per la vita in Cristo); così come preghiamo per il perdono dei peccati – che è una cosa quotidiana; abbiamo sempre bisogno di perdono; e quindi la pace nelle nostre relazioni; e infine che ci aiuti nelle tentazioni e ci liberi dal male”.

La preghiera è necessaria per la relazione con Dio: “Se uno si sente male perché ha fatto delle cose brutte (è un peccatore), quando prega il Padre Nostro già si sta avvicinando al Signore. A volte noi possiamo credere di non aver bisogno di nulla, di bastare a noi stessi e di vivere nell’autosufficienza più completa. A volte succede questo! Ma prima o poi questa illusione svanisce”.

La preghiera è un’invocazione che apre una strada verso Dio: “L’essere umano è un’invocazione, che a volte diventa grido, spesso trattenuto. L’anima assomiglia a una terra arida, assetata, come dice il Salmo. Tutti sperimentiamo, in un momento o nell’altro della nostra esistenza, il tempo della malinconia o della solitudine.

La Bibbia non si vergogna di mostrare la condizione umana segnata dalla malattia, dalle ingiustizie, dal tradimento degli amici, o dalla minaccia dei nemici. A volte sembra che tutto crolli, che la vita vissuta finora sia stata vana. E in queste situazioni apparentemente senza sbocchi c’è un’unica via di uscita: il grido, la preghiera: ‘Signore, aiutami!’. La preghiera apre squarci di luce nelle tenebre più fitte. ‘Signore, aiutami!’. Questo apre la strada, apre il cammino”.

Ed ha invitato a chiedere senza vergognarsi: “E tanti di noi abbiamo questo sentimento: abbiamo vergogna di chiedere; di chiedere un aiuto, di chiedere qualche cosa a qualcuno che ci aiuti a fare, ad arrivare a quello scopo, e anche vergogna di chiedere a Dio…

E’ il grido del cuore verso Dio che è Padre. E dobbiamo imparare a farlo anche nei tempi felici; ringraziare Dio per ogni cosa che ci è data, e non ritenere nulla come scontato o dovuto: tutto è grazia. Il Signore sempre ci dà, sempre, e tutto è grazia, tutto. La grazia di Dio”.

La preghiera è una domanda che sgorga dal cuore: “Tuttavia, non soffochiamo la supplica che sorge in noi spontanea. La preghiera di domanda va di pari passo con l’accettazione del nostro limite e della nostra creaturalità. Si può anche non arrivare a credere in Dio, ma è difficile non credere nella preghiera: essa semplicemente esiste; si presenta a noi come un grido; e tutti quanti abbiamo a che fare con questa voce interiore che può magari tacere per lungo tempo, ma un giorno si sveglia e grida”.

Occorre domandare sempre perché Dio risponde: “La Bibbia lo ripete infinite volte: Dio ascolta il grido di chi lo invoca. Anche le nostre domande balbettate, quelle rimaste nel fondo del cuore, che abbiamo anche vergogna di esprimere, il Padre le ascolta e vuole donarci lo Spirito Santo, che anima ogni preghiera e trasforma ogni cosa”.

Ed ha concluso l’udienza invitando tutti a non demordere: “E’ questione di pazienza, sempre, di reggere l’attesa. Adesso siamo in tempo di Avvento, un tempo tipicamente di attesa per il Natale. Noi siamo in attesa. Questo si vede bene. Ma anche tutta la nostra vita è in attesa.

E la preghiera è in attesa sempre, perché sappiamo che il Signore risponderà. Perfino la morte trema, quando un cristiano prega, perché sa che ogni orante ha un alleato più forte di lei: il Signore Risorto. La morte è già stata sconfitta in Cristo, e verrà il giorno in cui tutto sarà definitivo, e lei non si farà più beffe della nostra vita e della nostra felicità”.

(Foto: Santa Sede)

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