Il Promotore di giustizia vaticano ha chiesto la condanna a 8 anni per ex Presidente IOR, Angelo Caloia

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Al termine delle due ultime udienze del 1° e del 2 dicembre del processo, iniziato il 9 maggio 2018 al Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, presieduto da Giuseppe Pignatone. il Promotore di giustizia Alessandro Diddi ha chiesto la condanna a otto anni di carcere per riciclaggio e autoriciclaggio (sei anni) e peculato (due anni) per Angelo Caloia (per vent’anni Presidente dell’Istituto per le Opere di Religione, dopo Mons. Paul Marcinkus) e per l’Avvocato Gabriele Liuzzo. Inoltre, ha chiesto sei anni di carcere per riciclaggio ed autoriciclaggio per il Professore Lamberto Liuzzo, figlio di Gabriele Liuzzo. Infine, ha chiesto la confisca diretta dei 32 milioni di euro già sequestrati sui conti di Angelo Caloia e Gabriele Liuzzo anche presso lo IOR e la confisca per l’equivalente di altri 25 milioni di euro.

L’Aula del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano.

Nella sua requisitoria Diddi ha detto – come riporta The Huffington Post in un articolo a firma della vaticanista Maria Antonietta Calabrò – che in due anni e mezzo di udienze, sono state svolte complesse perizie della società di revisione Promontory, chiamata dall’allora Presidente dello IOR von Freyberg e tre rogatorie in Svizzera, il cui ultimo rendiconto è arrivato il 24 gennaio 2020.

Angelo Caloia (Foto di Roberto Monaldo/La Presse).

Angelo Caloia, a seguito della notizie sull’inchiesta penale vaticana, si è dimesso da tutte le sue cariche societarie ed accademiche in Italia e anche dalla Veneranda fabbrica del Duomo di Milano.

Anche questa inchiesta giudiziaria vaticana ha avuto origine dalla segnalazione del Direttore generale dello IOR Gianfranco Mammì, come già per l’indagine sul caso 60SA, il palazzo di lusso al numero 60 di Sloane Avenue a Londra, parte dello scandalo delle compravendite della Segreteria di Stato di Sua Santità.

 Torre di Niccolò V, sede dello IOR.

Al termine della requisitoria del Promotore di giustizia Diddi, il Presidente Pignatone ha annunciato che il Tribunale emetterà la sua sentenza il 21 gennaio 2021.

La motivazione della richiesta di condanna e di confisca: «Essersi appropriati di gran parte del patrimonio immobiliare della cosiddetta banca vaticana, “svenduto” a loro stessi attraverso una complessa operazione di schermatura tramite società offshore e lussemburghesi e dopo che il denaro ha girato per mezza Europa. Sono finiti nella loro disponibilità praticamente tutti gli immobili di proprietà dello IOR, in particolare appartamenti di pregio a Roma e Milano».

La sala dei sportelli dello IOR.

Lo IOR si è costituito parte civile nel processo, mentre la Sgir (la società di gestione immobiliare totalmente partecipata dallo IOR, che era proprietaria degli immobili di cui secondo l’accusa si sono appropriati Caloia e Liuzzo padre).

Maria Antonietta Calabrò scrive su The Huffington Post, che l’Avvocato Allessandro Benedetti, legale di parte civile per lo IOR «nelle conclusioni finali, ha parlato per cinque ore e mezza, ha chiesto una provvisionale (cioè la somma di denaro liquidata dal giudice alla parte danneggiata, come anticipo sull’importo che le spetterà in via definitiva. di circa 35 milioni di euro (complessivamente per IOR che per Sgir). Ma ha commentato con Huffpost che “prima dell’aspetto economico-risarcitorio l’interesse dello IOR è stato l’accertamento delle responsabilità degli imputati e la compiuta ricostruzione dei fatti, tanto che, prima che si instaurasse il processo, è stata respinta da IOR, una proposta risarcitoria avanzata dagli imputati”. Questo processo insomma contiene anche un messaggio, secondo Benedetti. “Il messaggio è che la festa è finita e che oggi c’è tolleranza zero nei confronti di comportamenti che hanno depredato l’Istituto”».

Torre di Niccolò V, sede dello IOR.

Prosegue Maria Antonietta Calabrò: «Il Promotore di giustizia vaticano aveva incriminato anche l’ex direttore generale Lelio Scaletti, ma Scaletti, è morto alla fine del 2015 (soleva dire:”Se parlo io crolla l’Italia”). Fu lui il protagonista di un’operazione “mostruosa” di trasferimento di contante in Vaticano, da Milano, di domenica con una macchina di servizio dello IOR: ben 1 milione e 800 mila euro. “Avete idea di cosa vuol dire?” chiede Diddi. “Hanno tradito per arricchimento personale, per ingordigia”. In effetti gli immobili di maggior pregio sono finiti nelle loro personali disponibilità. Diddi (che pure è un avvocato in Italia, e che quando si tratta di richiedere il carcere soppesa bene la richiesta di pena) parla di “assoluta colpevolezza”. “Caloia ha nascosto in modo astuto e maniacale tutte le loro operazioni al Consiglio d’amministrazione”. Caloia ha tentato di giustificare i milioni di euro trovati sui suoi conti con un’eredità della suocera. “Ma durante il suo interrogatorio davanti al Tribunale, non ricordava nemmeno il nome della suocera”. Ad “incastralo”, tra l’altro, proprio quanto dichiarato allo IOR nell’estate 2014, durante le procedure antiriciclaggio rafforzate dopo l’arrivo di Papa Francesco, cioè quando invece non barrò la casella “eredità” per giustificare i milioni di euro rimasti sul suo conto nella Torre di Niccolò V».

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