La dittatura del #brancodibalordi folli e incapaci. L’ominicchio Giuseppi: vaccino imposto per TSO. Obiezione di coscienza. Mai firmare verbale di sanzione amministrativa #restiamoliberi

Condividi su...

Approfittando del (reale) pericolo del Coronavirus cinese di Wuhan, un #brancodibalordi appoggiato da interessi globali fortissimi, con la servile complicità dei mass media del pensiero unico politicamente corretto, prolungando sempre lo stato di emergenza, sta realizzando quello che auspicavano da tempo: la dittatura. E questi con la faccia di bronzo si permettono pure a fare le pulci alla Polonia e all’Ungheria, democrazie dove esiste ancora la libertà, sotto attacco da forze di estrema sinistra interne e soprattutto esterne.

Condividiamo l’articolo del Fondatore-Direttore di Riscossa Cristiana Paolo Deotto [1] pubblicato su Il Nuovo Arengario [2], per far capire che siamo vittimi di una dittatura, non più cittadini ma sudditi. Commenta Marco Tosatti su Stilum Curiae: “La frase di Giuseppe Conte sul vaccino imposto per Trattamento Sanitario Obbligatorio è di una gravità incredibile; neanche nella Cina comunista si è arrivati a tanto. Passo dopo passo per rispondere a interessi politici ed economici neanche tanto nascosti, questo spregiudicato, cinico gruppo di avventurieri ci sta portando verso la dittatura. E nel momento in cui con la Costituzione, grazie a un Presidente della Repubblica complice, ci fanno le barchette, nella dittatura ci siamo già”. Una raccomandazione all’ominicchio Giuseppi: scendi dal pero!

Dopo l’ultimo “DPCM”. Per favore, difendiamo la nostra dignità di uomini liberi
La libertà vale ben più di 400 euro di sanzione amministrativa (contro la quale peraltro si può benissimo fare ricorso. E vincerlo)
di Paolo Deotto
Il Nuovo Arengario, 4 dicembre 2020

Allora, l’avvocatino di Volturara Appula ha fatto il suo ultimo (per ora) show televisivo e ci ha detto cosa possiamo fare e non fare, con chi possiamo mangiare a Natale e a Capodanno, dove possiamo andare e dove non possiamo andare e così via.

Il Conte Giuseppe, bisogna capirlo. Da signor Nessuno è improvvisamente cascato a guidare il governo di una (ex) grande Nazione di 60 milioni di abitanti. Non solo: dopo la prima esperienza governativa, in cui faceva regolarmente la figura del cioccolataio, tant’è che si parlava di governo Salvini-Di Maio (con il povero Giuseppi in mezzo a fare da moderatore), poi è arrivata la svolta del secondo governo e lui finalmente ha incominciato a sentirsi qualcuno. “Il Capo sono me!”. L’arrivo della più o meno vera epidemia è stata la sua fortuna. Un uomo solo è al comando. Fantastico. Quando i pieni poteri li aveva chiesti Viktor Orban (al potere in Ungheria con regolare voto popolare) le damine e i cavalieri del politicamente corretto avevano gridato allo scandalo. Se i pieni poteri se li è presi Conte, tutto va ben, Madama la Marchesa. Misteri della democrazia.

Appunto, il Conte Giuseppe va capito. È convinto ormai di essere uno statista, una persona importante e ci vuole dettare le norme di vita, oltretutto con un tono da papà comprensivo che darebbe sui nervi anche a un apatico imbottito di Valium.

Adesso gli italiani, che (forse non lo sapevate) sono sessanta milioni di bambini deficienti da condurre per mano dal papà, adesso questi italiani sanno cosa possono fare e sono felici e in ansiosa attesa di mostrarsi tra loro, gli uni con gli altri, devoti e rispettosi del nuovo diktat, pardon, del nuovo DPCM.

Ma smettiamola di scherzare. Questa sono purtroppo cose terribilmente serie, perché se ci abituiamo in modo apatico a obbedire, come un pacifico gregge di pecorelle, possiamo stare sicuri che lo “stato di emergenza” sarà rinnovato e rinnovato, che dopo la seconda ondata di ecatombe da Covid ci sarà la terza ondata e poi la quarta e la quinta e così via.

Contenti di una vita con mascherina, in attesa degli ordini governativi su quando mangiare, bere, dormire, camminare, salutare i nonni?

E quanto durerà? Tanti anni, perché i dati dei contagiati/malati/morti/guariti eccetera si taroccano con facilità. E il terrore si infonde con facilità e ogni giorno di obbedienza cieca e assoluta è un giorno in più per diventare davvero pecorelle. Che è esattamente ciò che vogliono i mascalzoni che tirano i fili di burattini come Conte, Mattarella e relativa Corte dei Miracoli.

E allora, amici e lettori, festeggiamo il Natale e il Capodanno da uomini liberi, che non rinunciano alla loro dignità solo perché impauriti da una possibile sanzione amministrativa.

Io consiglio agli amici che ci leggono – e io sarò il primo a farlo – di muoversi come e dove vogliono. Anzi, dirò di più: NEI GIORNI DI NATALE E CAPODANNO È NECESSARIO SPOSTARSI TRA COMUNI E/O TRA REGIONI. È necessario perché ne va della nostra dignità di uomini liberi.

Chi può valutare ciò che è “necessario e urgente”? Per me può essere necessario e urgente andare a trovare lo zio Ermenegildo, che vive a Borgo Valtravaglia, ma per la signora Cesaretti Edvige, portinaia del mio condominio, può essere necessario e urgente recarsi a Santa Maria Capua Vetere, perché colà, nel 1986, conobbe l’uomo che poi la impalmò e colà la signora Edvige ritrova la sua serenità, scossa dal logorio della vita moderna.

E potremmo andare avanti con mille esempi per dire che, a fronte della limitazione di movimenti, COMUNQUE CONTRARIA ALLA COSTITUZIONE E SOPRATTUTTO ALLA DIGNITÀ, nessuno può sindacare su ciò che per il singolo sia necessario e urgente.

E rivolgo un’altra preghiera agli amici che ci leggono: FESTEGGIATE IL NATALE CON CHI VOLETE, CON CHI AMATE, CON CHI NON VA LASCIATO SOLO.

Ma come si permette un Conte Giuseppe di fare “raccomandazioni” su chi invitare a pranzo o a cena a casa per Natale? A casa mia entra chi voglio io. Punto e basta.

Sulle vive raccomandazioni del Conte Giuseppe ci sono da fare, tra l’altro due nota bene. Il primo è ridanciano, il secondo è molto serio.
Primo nota bene (ridanciano): il Conte Giuseppe ha raccomandato di invitare a casa solo i conviventi. Ma scusi, Giuseppi, se sono già conviventi, perché devo invitarli? O devo dire alla mamma, che si trova, che so, in quel momento in bagno: “Mamma, stasera vieni in sala da pranzo a festeggiare il Natale”? E pensare che è un professore di diritto. Glissons.

Secondo nota bene (e questo è molto serio): il Conte Giuseppe, prima di dirci chi deve venire a tavola per Natale, ha tenuto a specificare, bontà sua, che “NON POSSIAMO entrare nelle case private, quindi vi raccomandiamo eccetera”.

Chiaro? Non ha detto, che so, “La forza pubblica non può entrare”. No, ha detto “NON POSSIAMO”.

Chiaro? Questo omarino ormai pensa di incarnare lo Stato. E forse quel plurale è maiestatico. Chissà…

L’ultimo a dire “Lo Stato sono io” fu Luigi XIV, Il Re Sole. “L’état, c’est moi”. Ma suvvia, era il Re Sole. Giuseppe, non te la prendere. Tu potrai, al massimo, essere ricordato come il Baronetto Tramonto. Insomma, scendi dal pero, dai.

Insomma, cari amici che ci leggete, DIFENDIAMO LA NOSTRA DIGNITA’ DI UOMINI LIBERI. FACCIAMO IL POSSIBILE PER NON, RIPETO “NON” OBBEDIRE PIÙ A QUESTI DIKTAT DI UN PICCOLO STALIN DI PROVINCIA.

LE FESTE DI NATALE SONO LA BUONA OCCASIONE PER DIMOSTRARE DI ESSERE UOMINI E NON PECORELLE TREMEBONDE.

Obiezione: e se ci becchiamo la sanzione amministrativa?

Risposta: la nostra dignità vale solo i 400 euro di una sanzione? Ma anche se fossero 400 milioni di euro, la dignità, la libertà, non hanno prezzo.

E comunque contro queste sanzioni (IMPORTANTE: MAI, ripeto MAI, firmare il verbale) si può fare ricorso e agevolmente vincerlo, perché questo legiferare a colpi di provvedimenti amministrativi, oltretutto in contrasto con le norme costituzionali, è zeppo di illeciti.

Amici, non è uno scherzo. La situazione è terribilmente seria.

Ne va della nostra libertà. Della nostra dignità. Scusate se è poco…

[1] Paolo Deotto (Monza, 1949). Storico e saggista, vive e lavora a Milano. Si è occupato per diversi anni di attività di divulgazione storica, approfondendo in particolare la Storia del Novecento. Nel 1994 è nel gruppo di fondatori della prima rivista on line di storia, Storia in Network. Pubblica su questa rivista fino al 2006. Successivamente ha un’intensa partecipazione con il sito di Storia Libera e pubblica contributi anche sul sito dell’Istituto Storico per l’Identità Nazionale. Ha pubblicato lavori anche su riviste cartacee: “Nova Historica”, “Storia Verità”, “Radici Cristiane”.
Ha pubblicato “Terrorismo. La nuova guerra. Storia, protagonisti, difesa” (Proedi Editore 2003), “Sessantotto, diario politicamente scorretto” (Fede & Cultura 2008) e con Luciano Garibaldi “La vera storia dell’Uomo Qualunque” (Solfanelli 2013).
Nel 2008 gli è stato conferito da AESPI il Premio alla Cultura, intitolato ad Attilio Mordini.
Dirige il sito Riscossa Cristiana, che ha fondato nel settembre del 2009, insieme a Piero Vassallo e Alberto Rosselli
.

[2] Il Nuovo Arengario e un sito cattolico di attualità e cultura che settimanalmente propone ai lettori articoli di approfondimento sui principali eventi, rubriche culturali e ogni altro tipo di pubblicazione che possa essere utile per difendersi dal pensiero unico soffocante e per continuare a usare in vera e sana libertà il proprio cervello. Il Nuovo Arengario ha come riferimento e garanzia di salute mentale la Dottrina cattolica immutabile, come sempre ci è stata tramandata e insegnata dalla Tradizione. Il Nuovo Argentario lavora invocando l’aiuto della Beata Vergine Maria e si dichiara al servizio dei lettori e della Verità.

Foto di copertina: scena da Metropolis, film muto del 1927 diretto da Fritz Lang, considerato il suo capolavoro. Lang ambienta il film in un futuro distopico (nel 2026, esattamente a 100 anni di distanza da quello di produzione del film, presentato in prima assoluta il 10 gennaio 1927) in cui le divisioni classiste sembrano accentuarsi. Il film è tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Guerre stellari.

Free Webcam Girls
151.11.48.50