Vescovi: la carità è un’energia in più

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Nei giorni scorsi il Consiglio Permanente della Cei si è confrontato circa le prossime celebrazioni natalizie, in modo particolare sull’orario della Messa nella notte di Natale, ricordando quanto scritto nel recente ‘Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia’: “Le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza. Questo, però, non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme”.

Tenuto conto delle diverse situazioni, è stato detto, sarà cura dei Vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno: “Per la Messa nella notte sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto ‘coprifuoco’”.

Inoltre nella solennità dell’Immacolata Concezione sarà trasmessa in diretta la preghiera del Santo Rosario, alle ore 21, da Tv2000 e InBlu Radio, da una chiesa di Roma: “Come già avvenuto durante il lockdown, questo sarà un momento di preghiera comunitaria, da vivere insieme in preparazione al Natale. In un tempo segnato in modo evidente dagli effetti della pandemia, la comunità italiana chiederà l’intercessione della Vergine Maria, Colei che ha custodito nel suo cuore ogni cosa e ha saputo abbandonarsi con fiducia all’abbraccio del Padre. A Lei verranno affidate, in particolare, le donne e le mamme, pilastri nelle famiglie e grembo di futuro”.

Durante la sessione straordinaria il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, si è collegato dal Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma dove è ricoverato per un periodo di convalescenza dopo la guarigione dal COVID-19:

“Come sapete, io sono reduce da un periodo di malattia COVID molto grave. Pensavo di essere giunto al limite. Mi verrebbe da dire ‘al limitar di Dite’. Ho avvertito però, in tutto questo travaglio, la presenza forte del Signore. Quello di oggi, da parte mia, vuol essere soltanto un saluto affettuoso e grato per ciascuna delle vostre persone, perciò ho solo una parola da esprimervi: ‘Grazie’. Grazie perché avete pregato per me!.. La fraternità è posta nelle nostre mani, come una sfida inderogabile”.

Nel comunicato conclusivo i vescovi hanno sottolineato l’esigenza di non cedere alla rassegnazione: “In questi tempi dolorosi e difficili, allo sconforto si è aggiunta per molti la paura, che se da un lato ha visto un rinnovato ritorno alla fede e alla preghiera, allo stesso tempo, di fronte al dolore innocente, rischia di scivolare nel timore di pregare invano.

Contro la rassegnazione, la disaffezione, la disperazione, la Chiesa deve essere esempio di unità, di saldezza, di stabilità. E’ tempo che tutto ritrovi coerenza mostrandosi come esperienza di vita unitaria, in cui si manifesta al mondo il volto di Cristo, pienezza di umanità, quella a cui aspirano uomini e donne oggi, feriti dagli esiti umani e sociali della pandemia”.

Partendo dalla Costituzione pastorale ‘Gaudium et Spes’ i vescovi hanno ricordato che la carità è una ‘energia’ in più: “Il tempo attuale esige gesti inediti di gratuità e occhi nuovi per incontrare le sofferenze invisibili. E’ la carità che suscita i ‘santi della porta accanto’, di cui parla papa Francesco e di cui c’è oggi bisogno…

Sta a ciascuno continuare ad alimentarla con l’esempio, la testimonianza, la perseveranza, la preghiera, senza cadere nella tentazione di ritenere sufficiente una sommaria ‘manutenzione spirituale’ delle nostre vite, avulsa dalla realtà dell’altro, perché è nell’incontro che Dio ci parla.

Solo così sarà possibile aiutare le comunità, le parrocchie, le associazioni e i movimenti a considerare la pandemia non come una disgrazia, ma come un tempo di conversione integrale che abbracci la dimensione pastorale, culturale ed ecologica”.

Questo tempo pandemico può offrire un’occasione di relazioni nuove: “E’ l’urgenza di una rinnovata e profonda prassi evangelica delle relazioni e della testimonianza di un umanesimo praticato, che renda di fatto la Chiesa profetica al servizio di un’economia fraterna e di una politica di fraternità. Sono questi gli apporti che contribuiscono ‘dal basso’ al rilancio del Paese e alla ripresa di una società di volti”.

Ecco, allora, che occorre allacciarla ‘rete’ delle relazioni: “Curvarsi ancora una volta per ricucire la rete sfilacciata delle relazioni, in alcuni casi strappata dal distanziamento sociale e dal timore dell’altro visto come contagioso, è allora una sfida oggi tanto più urgente”.

I vescovi hanno evidenziato come le diocesi possano attivare ‘luoghi di ascolto’: “Si avverte l’esigenza di attivare luoghi di ascolto dove rendere concreto il sostegno psicologico e spirituale alle tante persone duramente provate dalla pandemia sotto questo aspetto. Oltre che in presenza, nelle modalità rispettose delle norme anti-contagio, lo si potrà fare anche con i media e i social, attraverso sussidi che accompagnino la preghiera personale, familiare e comunitaria.

E’ quanto mai opportuno vivere la casa come spazio ecclesiale, luogo che integri le proposte di evangelizzazione. E’ auspicabile che si diffondano, nel tempo natalizio, prassi di vera e propria liturgia domestica, nell’esercizio attivo del sacerdozio battesimale. L’ascolto degli altri, tuttavia, non può prescindere dalla ricerca del silenzio interiore che aiuta a ritrovare sé stessi e nutre la comunicazione”.

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