Numeri ufficiali Covid-19 del 2 dicembre 2020. “Quella strana fregola di spegnere le polemiche sulla Messa di Natale” (Tempi)

Condividi su...

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi mercoledì 2 dicembre 2020

In isolamento domiciliare: 725.160 (-18.311) (-2,46%)
Ricoverati con sintomi: 32.454 (-357) (-1,09%)
In terapia intensiva: 3.616 (-47) (-1,28%)
Deceduti: 57.045 (+684) (+1,21%)

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 199 (+1)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Negli ultimi 30 giorni, con chiusura dei dati alla sera del 1° dicembre, l’epidemia in Italia ha fatto registrare 810.934 nuovi casi con 14.823 decessi (il dato include anche i pazienti che hanno contratto la malattia prima del periodo considerato). Le infezioni relativamente al solo personale sanitario sono state 23.416 (il 2,88% del totale) ma non disponiamo di indicazioni sul luogo del contagio (in ambito professionale o familiare?). L’età mediana dei nuovi casi si mantiene stabile a 48 anni, in linea con quella da inizio epidemia, mentre il dettaglio dell’incidenza per fascia di età vede al primo posto i soggetti tra i 19 e i 50 anni (44,1%) seguiti da quelli tra i 51 e i 70 con il 29,2%. Meno diffusa la malattia tra gli over 70 (15,6%) e tra gli under 18 (11%). Il dato degli over 70 si deve però confrontare con un peso inferiore al 10% del totale che ha caratterizzato i mesi della tarda primavera e dell’inizio estate. Il coinvolgimento di questa fascia di età incide direttamente sui dati delle ospedalizzazioni e purtroppo dei decessi. Il maggior numero di casi severi e critici si verifica infatti, più in dettaglio, tra i 70 e i 79 anni e tra gli 80 e gli 89 anni, anche per la maggiore presenza di comorbilità rilevanti in questi soggetti. La quota di asintomatici, nel periodo considerato, si è mantenuta oltre il 50% in tutte le fasce di età considerate per decade di appartenenza, con il valore più basso in quella tra i 70 e i 79 anni. Questa distribuzione riflette peraltro una identica situazione riscontrabile analizzando i dati da inizio epidemia (Fonte Il Solo 24 Ore).

Il Comitato tecnico scientifico dice che non vuole esprimersi sull’orario delle celebrazioni religiose, anche perché non è sua competenza (al GR1 RAI delle ore 13.00 di ieri 1° dicembre) e il Consiglio dei ministri vuole farlo… Quindi, è una questione politica, non sanitaria.

Quella strana fregola di spegnere le polemiche sulla Messa di Natale
Il direttore della Civiltà cattolica interviene sul Fatto quotidiano per puntellare con sapienza gesuitica le ingerenze. Oibò
di Luigi Amicone
Tempi.it, 2 dicembre 2020

Si sentiva il bisogno di una rinnovata alleanza tra il trono e altare? Possiamo certamente peccare noi di pregiudizio. Però non vi fa specie leggere sul quotidiano organo grillino del governo Conte (oltre che dello storico premio Nobel delle manette) il direttore dell’unico organo cattolico autorizzato col “visto si stampi” del Vaticano? Il direttore della Civiltà cattolica ospite del Fatto quotidiano. Antonio Spadaro, avvolto nella sapienza teologica gesuitica per ricordare l’importanza del fatto dell’incarnazione, a prescindere dall’ora. Impeccabile.
Per fortuna Spadaro non è l’illustre confratello (nientemeno che il capo dei gesuiti) che tempo fa rispose stizzito a un giornalista che lo aveva esacerbato con richiami al Gesù dei Vangeli: ci vada piano con le citazioni, «a quel tempo nessuno aveva un registratore». Devo confessare che non mi colpisce affatto positivamente la fregola con cui l’amico e stimato direttore Spadaro ci ha voluto cortesemente anticipare il suo intervento a casa Travaglio.
«Oggi sul Fatto quotidiano», ha twittato Spadaro, «un mio commento sulla questione dell’orario della Messa della notte di Natale in tempo di pandemia. Chiesa e politica sono chiamate a collaborare per il bene comune e nel pieno rispetto dei valori spirituali che pure fondano la coesione sociale. Non c’è da sollevare polemiche pretestuose su temi così delicati».
«Non c’è da sollevare polemiche pretestuose». Un concetto forte e chiaro che viene scolpito molto bene nell’articolo sul Fatto. Oibò. Sarà anche questa pastorale che ha «l’odore delle pecore», di pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini?
Ma a possibile comprensione del direttore della Civiltà cattolica, impossibile (almeno per il sottoscritto) che non torni alla memoria quel giorno cruciale di fine agosto 2019. Quando seppellito Salvini sotto l’ignominia dell’accusa di un rosario portato allo scopo di ingannare i fedeli e strumentalizzare la fede, papa Bergoglio ricevette Giuseppe Conte donandogli il rosario, prima che Giuseppe Conte salisse al Quirinale per ricevere di nuovo l’incarico di formare un governo di segno diametralmente opposto a quello che lo stesso Conte aveva presieduto fino alle dimissioni dell’ignominioso.
Sono sicuro di non essere tra coloro che faranno polemiche sugli orari delle Messe natalizie. Ho sempre presenziato alla simboleggiata Messa della mezzanotte talora alle 22, tal altra alle 23, e una volta (dai gesuiti) perfino alla mezzanotte spaccata. Però, come fedele laico del quale papa Francesco dice un gran bene e si raccomanda di non farci dettare la spesa dai chierici – come ha appena ribadito lui, il Papa, «nessuno di noi è stato battezzato prete né vescovo: siamo stati tutti battezzati come laici e laiche. I laici sono protagonisti della Chiesa» – ecco, se è vero tutto questo, si prenda atto anche dalle parti gesuitiche che il mondo laico è bello perché è vario. Sorprendente sarebbe che proprio là dove trionfa la linea democratica che va da Obama a Biden – la linea che ha reso potabile perfino il “Giuseppi” stimato dall’ignominioso Trump – venisse il diktat clericale su cosa il laico cattolico può polemizzare e cosa no. Ora più, ora meno.

Roma, 1 dicembre 2020: Consiglio Permanente della Cei, Conferenza Episcopale Italiana, in video conferenza – foto Marco Calvarese

Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana del 1° dicembre 2020
Dalle Comunicazioni del Comunicato finale: Celebrazioni natalizie

Il Consiglio Permanente si è confrontato circa le prossime celebrazioni natalizie, in modo particolare sull’orario della Messa nella notte di Natale. I Vescovi ricordano quanto scritto nel recente “Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia”: “Le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza. Questo, però, non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme”. Da qui la certezza che sarà così anche per le celebrazioni del Natale, come peraltro avvenuto finora. Tenuto conto delle diverse situazioni, è stato detto, sarà cura dei Vescovi suggerire ai parroci di “orientare” i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno. Per la Messa nella notte – hanno condiviso i Vescovi – sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto “coprifuoco”.

Le feste a casa non saranno più quelle di una volta

L’incubo dello spioncino a Natale.
Chi ha fatto la spia?
Free Webcam Girls
151.11.48.50