Un nuovo virus di totalitarismo sta colpendo l’Europa. Alcuni Paesi resistono alle spinte totalitarie dell’Unione Europea #restiamoliberi

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Concordo con l’amico e collega Marco Tosatti, che è impossibile stare dietro a tutte le cause che necessiterebbero l’attenzione. La scelta che ogni giorno devo fare per questo Blog dell’Editore è ardua. Sono fortunato di avere per il quotidiano non profit online Korazym.org una direzione e una (piccola) redazione che fa inno uno sforzo – in volontariato evangelico assoluto – in coprire tanti temi, in libertà redazionale totale.
E oggi concordo con Tosatti anche sul fatto – come scrive sul suo blog Stilum Curiae – che “non a caso la resistenza alle spinte totalitarie – stile URSS – dell’Unione Europea sembra particolarmente forte in Paesi, come l’Ungheria e la Polonia, che il totalitarismo lo hanno vissuto sulla propria pelle, e pagato con il sangue”. Ho già scritto diversi pezzi sull’argomento e dalla mia ormai lunga esperienza posso senza esitazione sottoscrivere quanto affermato da Tosatti continuando la sua introduzione di due comunicati sul tema, che di seguito condivido: “Che questa UE assomigli sempre di più a una specie di UERSS appare ogni giorno più chiaro; ed è giusto a nostro avviso cercare di resistere e combattere questa deriva, se di deriva si tratta. Nella speranza che anche i politici non asserviti ai Poteri finanziari e ideologici che manovrano i fili dell’Europa vogliano sull’esempio dei loro colleghi polacchi e ungheresi far sentire la loro voce”.
Per capire bene l’argomento, faccio precedere i due comunicati dal lavoro sul totalitarismo di uno studente, pubblicato su Savoia Benincasa Online – La Voce dei Studenti.

Il suddito perfetto: il totalitarismo ieri e oggi

Secondo Hannah Arendt, “non si può descrivere il totalitarismo nei termini di semplice oppressione, tirannide, di illegalità, di immoralità o di nichilismo realizzato, esso richiede una spiegazione innovativa. Il totalitarismo rappresenta da un lato il luogo di cristallizzazione delle contraddizioni moderne e dall’altro rappresenta la comparsa in occidente di un fenomeno radicalmente nuovo e impensato”.

Le condizioni che ci permettono di identificare un regime come totalitario sono troppo complesse e strutturate per poterle associare ad una semplice arretratezza sociale. La buona riuscita del regime totalitario si basa sul controllo delle persone, sia nella vita collettiva e pubblica, sia nella vita privata e singolare di ogni individuo. Il controllo esercitato dal regime è completo, perché controlla la storia, l’informazione, il pensiero, la letteratura e cerca di dar forma a ogni singolo cittadino, trasformandolo nel suddito perfetto per il totalitarismo. Questa metamorfosi viene accelerata e imposta dalla paura, l’anima di questa complessa forma di governo, che si trasforma e viene mascherata dalle diverse ideologie, che caratterizzano questi sistemi politici.

La paura inibisce la mente delle persone, che perdono la concezione della realtà e del tempo, diventano apatici e facilmente manipolabili ed è proprio attraverso la paura che il partito al comando crea il suddito perfetto e, sempre per mezzo della paura, mantiene se stesso al vertice del regime totalitario.

Come affermava sempre la Arendt, la personalità del suddito ideale non risiede “nel nazista convinto o nel comunista convinto, ma risiede nel suddito che non distingue più la realtà dalla finzione, il vero dal falso”. In fondo, non è più facile imporre una certa visione del mondo a persone rese incapaci di comprenderla personalmente?

Il terrore fa sì che siano gli stessi sudditi ad alimentare il regime, dato che le persone, inconsciamente, si trasformano in egoisti senza valori, pronti a denunciare persino un proprio familiare, in nome della sopravvivenza personale e mantenendo così in vita il regime totalitario, che attraverso la propaganda e i mezzi di informazione, viene descrive se stesso come l’unico governo giusto, liberatore del popolo, che prima del suo avvento era oppresso. In questo modo, il nazionalismo, ad esempio, si trasforma in una forma di nichilismo, che annienta ogni forma di razionalità e crea delle false e insensate paure comuni.

Su queste basi vennero instaurati i regimi totalitari in Urss, come in Italia, Spagna e in Germania [i regimi in Italia e Spagne erano fasciti, autoritari, non totalitari; il regime in Urss era comunista e in Germani era nazista, ambedue totalitari V.v.B.]. Lenin prima, e Stalin, poi, guidarono il popolo russo alla rivoluzione contro lo zarismo, predicando e diffondendo ideali di uguaglianza sociale e di lotta contro le oppressioni imperiali. Appena conquistato il comando, utilizzarono il consenso per prendere il potere, maneggiarono quegli stessi ideali a loro favore e eliminarono qualsiasi tipo di opposizione.

Il vivere in una continua condizione di tensione e paura uccide lo spirito umano e inibisce il cervello; le persone scordano il passato e lo considerano un mero sogno, scordano le ideologie che caratterizzavano le loro stesse personalità, scordano chi sono, chi erano e chi avrebbero voluto essere in futuro: “Non esiste altro che un eterno presente – direbbe Orwell – nel quale il partito ha sempre ragione”. A tutto questo lavora il partito unico al comando, che crea un nemico comune e inesistente, usandolo come capro espiatorio, incanalando tutto l’odio delle persone verso quell’inesistente soggetto, che si trasforma in un nemico nazionale o ideologico.

Il terrore, che sta alla base del regime totalitario è costantemente alimentato da due paure: una paura proveniente dall’interno del territorio, che si diffonde tra gli abitanti e che spinge i sudditi a dubitare anche di se stessi; questo è il terrore, alimentato dal regime stesso, che promuove l’idea che esista qualcuno che vuole stravolgere la situazione; e c’è, poi, una paura proveniente dall’esterno dello stato, la perpetua paura di una guerra perpetrata dai nemici esterni, che sconvolgerebbe tutto, mettendo a rischio persino quei pochi beni di cui le persone dispongono. E per evitare tutto ciò? Meglio lasciare decidere il partito!

Queste insensate paure sono alimentate e amplificate dalla continua e martellante propaganda, che le diffonde, per poi trasformarle in vantaggio per il regime totalitario, che si presenta come unico salvatore della civiltà; una giovane potenza che salverà il mondo dai vecchi governi decrepiti.

All’interno della società totalitaria, la routine delle persone non comprende tempo davvero libero. La vita è tutta dedicata a qualcosa e viene spogliata di tutte quelle dimensioni in cui le persone possono rilassarsi interloquire e, magari, contrastare l’isteria creata nell’individuo dal sistema stesso. Non è, dunque, un caso se nel suo romanzo “1984”, George Orwell evidenzi la necessità del regime di impegnare al massimo la vita delle persone, attraverso, ad esempio, il tema dell’oppressione dell’attività sessuale al di fuori del concepimento dei figli. Orwell, a questo proposito, afferma: “Quando fai l’amore, consumi energia. Dopo ti senti felice e te ne freghi di tutto il resto, e questo loro non possono permetterlo. Loro vogliono che tu stia sempre lì a scoppiare d’energia: tutte queste marce, queste grida di esclamazione, questo sventolio di bandiere, non sono altro che sesso andato a male. Se dentro di te ti senti felice perché mai ti dovresti entusiasmare per il grande fratello, i piani triennali, i due minuti d’odio e tutta quella merda?”

Se le persone trovassero il modo di scaricare la loro rabbia, non sarebbero più controllabili; quella stessa rabbia, non esistendo più, non potrebbe essere scagliata contro i nemici dello stato, interni ed esterni, e quindi verrebbe meno, ad esempio, il nazionalismo convinto di cui parlava Hegel e che per Popper sta alla base del regime totalitario stesso. I sudditi capirebbero che tutto ciò che il governo cerca di far fare loro, in realtà, non ha senso e serve solo per creare una finta realtà, che li tiene prigionieri di false credenze e permette al governo di mantenere automaticamente oppressa la massa.

Se le persone trovassero il modo di scaricare la loro rabbia, si spegnerebbe la fiamma che alimenta il totalitarismo. Se le persone scaricassero la loro rabbia, il governo non avrebbe più nessun suddito.

Al giorno d’oggi, nel contesto occidentale, non ci sono forme dichiarate di regimi totalitari. Ma forse esiste, da qualche parte, il suo meccanismo di fondo. Basti pensare al fatto che, oggi, esiste uno strumento di contatto tra gli organi di potere e le persone, che permette di diffondere notizie in tempo reale e di spiare chiunque, in qualsiasi momento della giornata, in qualsiasi luogo civilizzato della terra. Uno strumento tramite il quale è possibile plasmare migliaia di persone a immagine e somiglianza di un modello standard.

Questo strumento è la rete delle comunicazioni. Un mondo infinito, che progredisce così velocemente da poterne al massimo conoscere una misera e insignificante parte; un mondo in cui le risposte sono catalogate in base a canoni specifici di formulazione delle domande e a cui si può accedere in maniera elementare. Il suo fascino segreto sta nel suo apparire libero, senza confini, senza padroni, senza regole. Si può far presente un’opinione, senza neanche doversi alzare in piedi e senza scomodarsi di guardare le persone negli occhi; si può condividere qualsiasi cosa passi per la testa in quel momento e se, per caso, a qualcuno piace quell’elemento, può far presente il suo apprezzamento tramite il cosiddetto “like”, un semplice pollice blu.

Nessuno, però, esplicita cosa gli è piaciuto e cosa lo ha disgustato di quel modo di pensare, nessuno condivide il suo modo di essere. Al massimo, posterà qualche foto o qualche video o canzone che esprimerà il suo attuale stato d’animo, ma questo non avrà un peso. Quell’elemento condiviso con quel mondo di “virtual friends” selezionati non avrà un seguito, rimarrà solo una prova della sconvolgente apatia che caratterizza le persone di questa nostra epoca.

Tutti sapranno quello che è successo, ma a nessuno importerà realmente di dare un suo giudizio ponderato; si disputerà solo una gara in cui chi riceverà più consensi avrà aumentato di un gradino la sua autostima: un’autostima fatta di pollicioni blu, che portano sì un nome e un cognome, ma che se aperti non contengono nulla.

In fondo, le analogie con il totalitarismo ci sono! Le persone vengono trasformate in gusci da poter riempire con qualsiasi cosa. Persone che avendo paura delle speranze per il futuro e delle risposte del passato, vogliono vivere nel certo e sicuro presente, sotto il controllo di qualcosa di virtuale che li aiuta a migliorare la realtà e a distoglierli dalle preoccupazioni personali e sociali. Ovviamente la rete rappresenta il modo più semplice di fare qualsiasi cosa, anche per relazionarsi con le persone, ma è davvero anche il miglior modo di agire sul reale?

Come nel vecchio regime sovietico o in quello nazionalsocialista, la vita delle persone era spalmata tra lavoro e impegni inutili e tutto era mirato all’adorazione del partito socialista sovietico o di quello nazionalsocialista, nel nuovo “regime virtuale”, la quotidianità della gente viene divisa tra lavoro e distrazioni apparentemente futili, ma che, in realtà, hanno un obiettivo ben preciso e studiato: creare il suddito perfetto di una nuova forma di totalitarismo.

Edoardo Cinti

L’Europa non può interferire sulle politiche etiche dei singoli Stati

Con la risoluzione di condanna contro la Polonia, rea di aver vietato l’aborto selettivo, ieri il Parlamento Europeo ha esercitato l’ennesima ingerenza indebita su questioni di prerogativa nazionale, in pieno contrasto con i trattati europei che prevedono l’autonomia degli Stati membri sui temi etici.
Stiamo assistendo ad un’offensiva senza precedenti; appena lo scorso 12 novembre la Commissione Ue, con la comunicazione 698, ha chiesto di inserire in tutte le politiche comunitarie, compreso il Recovery Fund, un’attenzione speciale per le istanze LGBTQI+, tramite anche strategie volte ad introdurre il reato di omofobia e il principio giuridico dell’omogenitorialità.
Si tratta di una vera e propria entrata a gamba tesa nelle politiche nazionali dei singoli Stati, che riguarda in particolare le politiche familiari e quella scolastiche, la cui esclusiva competenza e sovranità di scelta spetta sempre e solo a ciascun singolo Stato.
Lo stesso Parlamento Europeo che ora si esprime contro la Polonia lo scorso gennaio ha bocciato un emendamento contro l’utero in affitto presentato dall’eurodeputata Simona Baldasarre. Ci chiediamo quindi quali principi intende promuovere il Vecchio Continente, un tempo culla dei diritti inviolabili della persona? Quello teso a mercificare il corpo delle donne? Quello che stabilisce che un bambino si può acquistare da una gestante privandolo della madre e/o del padre? E ancora, si intende promuovere l’eugenetica dell’aborto fino al nono mese o quella che consente l’acquisto di ovuli e seme in base ai tratti somatici dei venditori, come già avviene in Svezia, dove i gameti sono scelti su cataloghi e consegnati a casa, anche a donne single, come pacchi Amazon? Oppure forse vogliamo l’Europa della fluidità imposta per legge agli Stati membri, dove il sesso percepito sarà inserito nelle anagrafi e nei documenti di identità annullando completamente le categorie di maschile e femminile?
L’Europa delle culle vuote, della droga libera e dell’eutanasia per tutti ora vuole ricattare stati come Polonia e Ungheria, che non ci stanno a rinunciare alla propria eredità valoriale e culturale millenaria e si stanno opponendo a questa assurda condizionalità, in nome della libertà sancita dagli stessi trattati europei.
I movimenti pro family italiani ed europei non faranno mancare il sostegno a tutti quei governi e singoli politici che terranno la schiena dritta davanti a questi tentativi di colonizzazione ideologica e intanto ringraziamo i 145 europarlamentari – tra cui i gruppi di Lega e Fratelli d’Italia – che ieri hanno votato NO alla risoluzione di condanna contro il governo e i giudici polacchi.

Massimo Gandolfini
Associazione Family Day

Un nuovo totalitarismo sta colpendo l’Europa

Ciò che sto per dirti è molto grave.
Il 12 novembre scorso la Commissione dell’Unione europea ha emanato una comunicazione in cui si rende nota la volontà di imporre una strategia affinché tutti i Paesi dell’UE si pieghino all’agenda LGBTQ. La pericolosissima strategia vuole imporre l’integrazione giuridica a livello europeo e nazionale dei seguenti punti:
– Introduzione del reato di “Omofobia” a livello europeo
– Riconoscimento di fatto dei matrimoni omosessuali in tutti i paesi europei
– Introduzione dell’educazione di genere nelle scuole
– Cambio “di sesso” legale senza restrizioni di età – anche per i bambini!
– Assegnazione di fondi alle associazioni LGBTIQ
– Utilizzo del Fondo di recupero con particolare attenzione alla comunità LGBTIQ
Coloro che non seguiranno il diktat della nuova Europa arcobaleno saranno esclusi dai finanziamenti dell’UE, compreso il Fondo di recupero per affrontare la crisi Covid-19. E per imporre la loro dittatura LGBT intendono cancellare il “Veto” che ogni Paese ha nell’UE per proteggere i propri cittadini e la propria sovranità!
Alcuni Paesi si stanno già coraggiosamente ribellando, come la Polonia e l’Ungheria, che hanno posto il veto al Recovery Fund. L’Ungheria sta già promuovendo nuovi emendamenti per proteggere la famiglia naturale. E naturalmente i media del regime li stanno già screditando e attaccando pubblicamente.
Helena Dalli, commissario europeo per l’uguaglianza e relatrice del testo, ha affermato che i paesi europei che non rispettano la strategia saranno multati: “Sono molto convinta di questo”, ha detto. “Perché è un modo per mettere in riga uno Stato membro, si spera, dicendo ‘OK, non si ottiene una quota che si dovrebbe ottenere se non si rispetta lo stato di diritto’”.
Per i dittatori dell’UE, l’ideologia LGBT equivale allo “Stato di diritto”.
Ti rendi conto? Un ricatto economico in tempo di crisi degno delle più scellerate dittature!
Vogliono perpetuare un vero e proprio abuso ideologico contro quegli Stati sovrani che hanno dimostrato fermezza e coraggio contro l’ideologia LGBTQ, negando loro il sostegno finanziario per combattere la crisi dovuta dalla pandemia.
Infatti, stanno usando la crisi Covid per imporre a tutti i Paesi europei una nuova colonizzazione ideologica LGBTQ che distruggerà la nostra cultura, la nostra identità, la nostra fede.
Senza il tuo aiuto non saremo in grado di fermarli.
Salva l’Europa, salva l’Italia! Firma subito la petizione alla Commissione Europea e difendi la libertà!
La strategia promossa dalla Commissione viola i Trattati europei! Infatti, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo non possono istituire il reato di “omofobia” perché esulano dalle loro competenze, indicate dall’art. 83 del Trattato sul Funzionamento dell’UE. Ma intendono comunque portare avanti i loro piani.
Il loro intento è quello di imporre una visione ideologica in quei paesi ancora forti delle loro radici cristiane e democratiche, e allo stesso tempo togliere il potere di “veto” ai paesi EU affinché non si ribellino contro il diktat europeo.
Alcuni di questi paesi si stanno già coraggiosamente ribellando, come la Polonia e l’Ungheria che hanno posto il veto nei confronti del Recovery Fund. In Ungheria si stanno già promuovendo nuovi emendamenti per la tutela della famiglia naturale.
E naturalmente i media di regime li stanno già screditando ed attaccando pubblicamente.
Non possiamo permettere che questa Commissione ci neghi la nostra sovranità!
Vogliono imporci una visione ideologica della famiglia, un’educazione sessuale per i nostri figli, ma soprattutto, vogliono fare in modo che le nostre idee vengano punite tramite una legge europea contro l’omofobia. Tutto ciò che non sarà affine alla loro agenda ideologica sarà perseguibile per legge.
Sarai al nostro fianco per combattere questa battaglia fondamentale per la libertà di tutti?
Firma anche tu e aggiungi il tuo nome a quello di migliaia di cittadini europei che amano e difendono la democrazia
L’Europa è stata fondata su valori cristiani, da padri fondatori cattolici come Adenauer, Schuman e De Gasperi. L’Europa della von der Leyen, invece, vuole cancellare le sue radici cristiane e la cultura dei popoli europei con il sostegno delle élite di globalisti senza scrupoli capitanate da George Soros, per poi forgiare una nuova società: liquida, senza identità, priva di legami e senza Dio! Questa è l’Europa che io e te vogliamo?
Dobbiamo difendere le nostre radici, la nostra fede, la bellezza della famiglia, della vita e della libertà! Mettitelo in testa: questa è una battaglia antropologica dove ci stiamo giocando le sorti del nostro futuro.
Sarai al mio fianco per vincere questa fondamentale battaglia?
Firma per la libertà! Il tuo contributo è fondamentale per sostenere questa importantissima battaglia. Manderai un messaggio all’Europa e sosterrai la lotta dei nostri alleati in politica che difendono i nostri valori
Il tuo aiuto è fondamentale. È importante che tu contribuisca firmando e poi condividendo la petizione su tutti i tuoi social e con tutti i tuoi contatti. Così facendo, aiuterai a triplicarene l’impatto. Grazie

Matteo Fraioli e tutto il team di CitizenGO

P.S: Il tuo contributo è essenziale. Usa tutti i mezzi a tua disposizione per far conoscere questa campagna. Solo raggiungendo il maggior numero di persone possibili saremo in grado di contrastarli. Ricorda, insieme possiamo!

Maggiori informazioni

– La UE ora usa il Covid per imporre l’agenda Lgbt (La Nuova Bussola Quotidiano): QUI.
– La Commissione Ue profitta del Covid per imporre l’ideologia Lgbtqi (Centro Studi Livatino): QUI.
– Non sono Ungheria e Polonia a bloccare gli aiuti Ue (Tempi): QUI.
– Ue: “Diritti Lgbt e ambiente: punito chi non li promuove” (La Nuova Bussola Quotidiano): QUI.

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