Pro Orantibus: santa Rita e la strada della comunione

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Il 21 novembre, nella memoria della presentazione della Beata Vergine Maria al tempio, è ricorsa la Giornata Pro orantibus, o Giornata di preghiera per le Claustrali, istituita da Pio  XII  nel  1953. Qualche anno dopo la giornata fu fissata al 21 novembre, perché nell’offerta totale di Maria a Dio si riconosce l’ideale della vita consacrata e contemplativa. 

L’intenzione di papa Pio XII nell’istituire questa giornata era quella di far conoscere a tutta la Chiesa la vita contemplativa, per pregare e sostenere economicamente i monasteri delle claustrali.

Per questa giornata le suore agostiniane di santa Rita da Cascia invitano alla comunione, come ha scritto la Madre Priora, suor Maria Rosa Bernardinis: “In questo tempo in cui il coronavirus porta il mondo a sperimentare l’isolamento, paragonabile alla realtà di un monastero, c’è grande bisogno di puntare alla comunione che noi claustrali viviamo sull’esempio di Santa Rita, come dimensione essenziale di un’umanità sempre unita, fatta da fratelli e sorelle, figli e figlie di Dio”.

E per questa Giornata mondiale ha chiesto alle claustrali di seguire le orme di santa Rita: “Santa Rita è stata ed è esempio di comunione. Lo è per noi consacrate, nel mostrarci come vivere nella gioia di donare tutto e tutte noi stesse al Signore. In Lui, la nostra vita monastica travalica i limiti fisici del monastero per raggiungere coloro che sono nel bisogno.

Allo stesso tempo, Rita è un modello di vita per l’umanità, perché essere in comunione vuol dire abbattere ogni muro che ci separa, in modo particolare quest’anno. Così possiamo raggiungere la pace universale e la fratellanza per la quale siamo stati creati“.

Ed in occasione della giornata il vescovo di Palestrina, mons. Mauro Parmegiani, ha scritto una lettera, in cui invitava a pregare per loro e per i sacerdoti: “Preghiamo non soltanto per le Claustrali che già vivono nei nostri Monasteri ma chiediamo per le loro comunità in particolare e per tutta la Chiesa il dono di numerose e soprattutto sante vocazioni alla vita claustrale.

Infine mi piacerebbe che oggi le nostre comunità parrocchiali o anche singolarmente ci impegnassimo a sostenerle anche concretamente. Le Claustrali della nostra Diocesi di Tivoli e di Palestrina, come molte altre, vivono con le modeste pensioni sociali delle più anziane, di piccoli lavori e soprattutto di Provvidenza. Oggi o nei prossimi giorni proviamo a farci anche noi provvidenza per loro”.

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