Si è aperto il Giubileo Passionista

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Domenica 22 novembre nella Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo a Roma, è iniziato il Giubileo Passionista con l’apertura della Porta Santa, seguita dalla celebrazione eucaristica, presieduta dal card. Pietro Parolin, segretario dello Stato vaticano. Il tema del Giubileo è ‘Rinnovare la nostra missione: gratitudine, profezia e  speranza’.

Durante l’omelia il card. Parolin ha ribadito che questo è un vero giubileo: “Un Giubileo con la mascherina potrebbe apparire dimezzato, paralizzato ma non è così. Per quanto difficile e dolorosa, l’attuale congiuntura può diventare una dimostrazione di come le contrarietà non riescano a rallentare la grazia. Malgrado la pandemia, si è aperta infatti una porta attraverso la quale il Signore farà passare tanta grazia a beneficio di quanti con cuore umile e disponibile la vorranno accogliere”.

Durante l’Anno Santo “l’attenzione principale deve essere nel mantenere vivo e promuovere il carisma e non l’istituzione. Non si tratta di autocelebrarsi ma di attingere nuova linfa dalla Vite vera, Gesù, di cui la Congregazione riconosce di essere un tralcio”.

Per il segretario di Stato vaticano, la prima grazia da chiedere durante il Giubileo è “il dono di uno sguardo che non si fermi all’apparenza ma vada al cuore di ogni situazione, per poter riconoscere il Signore che ci passa accanto spesso attraverso l’esistenza umbratile di coloro a cui nessuno bada”.

Il Superiore Generale, P. Joachim Rego, ha spiegato lo spirito delle celebrazioni giubilari: “Devono puntare ad approfondire il nostro impegno nel mantenere viva la memoria della Passione del Signore quale espressione definitiva dell’amore di Dio per tutte le persone e per il creato e cercare forme nuove per promuovere e la memoria della Passione del Signore”.

La data di inizio del Giubileo, 22 novembre 1720, fa riferimento al giorno in cui Paolo Danei, un giovane di 26 anni, abbandonata l’attività commerciale, iniziò un ritiro di 40 giorni in una cella della chiesa di San Carlo a Castellazzo (AL) durante il quale scrisse le regole della futura congregazione. Si sentiva ispirato a ‘radunare compagni per condividere e annunciare al mondo l’amore al Crocifisso’. Il ritiro terminò il 1° gennaio 1721. Di qui le date del Giubileo Passionista: 22 novembre 2020 – 1° gennaio 2022.

La Congregazione della Passione di Gesù Cristo è stata fondata nel 1720 da Paolo Danei, oggi san Paolo della Croce, un uomo ispirato a sanare i mali del mondo testimoniando e proclamando che ‘La Passione di Gesù è la più grande e stupenda opera del divino amore’.

I Passionisti sono una Congregazione missionaria. San Paolo della Croce fondò anche la Congregazione delle Monache Passioniste (contemplative). Si ispirano al carisma di san Paolo della Croce anche 5 istituti femminili e molti movimenti laicali, che insieme formano la Famiglia Passionista.

In 3 secoli di vita la Congregazione ha dato alla chiesa molti santi, tra questi oltre il fondatore, i più conosciuti sono santaa Gemma Galgani e san Gabriele dell’Addolorata e uno stuolo di beati e venerabili. Attualmente i Passionisti sono oltre 2500, presenti nei 5 continenti, in 63 Paesi.

Nel messaggio papa Francesco ha ricordato l’importanza di questo Giubileo: “Il contatto con la Parola di Dio nella preghiera e la lettura dei segni dei tempi negli eventi quotidiani, vi renderà capaci di percepire il soffio creativo dello Spirito che alita nel tempo, additando le risposte alle attese dell’umanità. A nessuno sfugge che viviamo oggi in un mondo in cui nulla è più come prima”.

Ed ha incentrato il messaggio su tre percorsi: “La gratitudine è l’esperienza che vive il passato nell’atteggiamento del Magnificat e cammina verso il futuro in atteggiamento eucaristico. La vostra gratitudine è frutto della memoria passionis. Chi è immerso nella contemplazione e impegnato nell’annuncio dell’amore che si dona per noi sulla croce ne diventa un prolungamento nella storia, e la sua vita è realizzata e felice.

La profezia è pensare e parlare nello Spirito. Questo è possibile a chi vive la preghiera come respiro dell’anima, e può cogliere i moti dello Spirito nell’intimo dei cuori e nell’intera creazione. Allora la parola annunciata è sempre adeguata ai bisogni del presente. La memoria passionis vi renda profeti dell’amore del Crocifisso in un mondo che va perdendo il senso dell’amore.

La speranza è vedere nel seme che muore la spiga che rende il trenta, il sessanta, il cento per cento. Si tratta di percepire che nelle vostre comunità religiose e parrocchiali, sempre più assottigliate, continua l’azione generatrice dello Spirito, che rende certi della misericordia del Padre che non ci abbandona”.

Infine ha invitato la congregazione ad essere missionaria: “Tale istanza missionaria sia rivolta soprattutto verso i crocifissi di questa nostra epoca: i poveri, i deboli, gli oppressi e gli scartati dalle molteplici forme di ingiustizia. L’attuazione di questo compito esigerà da parte vostra un sincero sforzo di rinnovamento interiore che deriva dal rapporto personale con il Crocifisso-Risorto…

Occorrono gesti concreti che facciano sperimentare quest’amore nel nostro stesso amore che si dona condividendo le situazioni crocifisse, anche spendendo la vita sino alla fine, pur restando chiaro che tra l’annuncio e la sua accoglienza nella fede corre l’azione dello Spirito Santo”.

(Foto: Vatican news)

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