L’economia di Francesco traccia il cambiamento

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Grande attesa per il messaggio che oggi alle ore 17.30 papa Francesco ‘consegnerà’ ai giovani economisti, imprenditori e studenti collegati con Assisi da tutto il mondo. Intanto ieri la seconda della tre giorni di ‘The Economy of Francesco’ ha visto la partecipazione del Premio Nobel per la Pace 2006, Muhammad Yunus. Nel suo intervento ‘Finance and Humanity: a road towards an integral ecology’ l’ideatore del microcredito ha tracciato la via per un cambio di paradigma:

“La pandemia di Covid-19 ha rivelato tutte le debolezze del sistema attuale. Coloro che erano ai margini dell’esistenza a livello globale sono finiti ancora di più ai margini. Ora tutti lavorano per tornare alla situazione precedente alla pandemia. Ma perché vogliamo tornare a quel sistema, che era terribile?

Il treno che ci stava portando verso la morte si è fermato. E’ il momento di scendere e chiederci: vogliamo tornare indietro o è il momento giusto per seguire la direzione opposta: un mondo senza inquinamento, senza concentrazione della ricchezza, senza disoccupazione massiccia”.

Quindi ha spiegato il significato di finanza sostenibile: “Finanza sostenibile per me non significa molto, da sola. Vorrei considerare altri due argomenti. Finanza sostenibile ma dannosa, o sostenibile ma a beneficio del bene comune? Il sistema finanziario attuale è sostenibile, ma dannoso. Dobbiamo enfatizzare questo elemento. Ora è dannoso perché il sistema economico attuale porta una concentrazione di ricchezza pazzesca.

Il sistema che costruiamo è sostenibile a livello mondiale, ma anche pericoloso: gli esseri umani rappresentano una specie in via di estinzione. Stiamo per scomparire, i cambiamenti climatici dicono gli scienziati hanno un ritmo tale che tra poco non esisteremo più.

I giovani scendono in piazza e accusano giustamente i genitori di avergli rubato il futuro. Abbiamo creato un sistema sostenibile dal punto di vista degli affari, perché le spese vengono comunque coperte. Ma a discapito dell’umanità. Siamo in un conto alla rovescia. Se continuiamo a seguire questa strada non saremmo qui a lungo: è un patto suicida”.

La finanza è sostenibile se ha un fine: “La finanza deve avere un fine. Qual è il fine che cerchiamo e poi possiamo capire come usare la finanza. Se il fine è creare un mondo autodistruttivo, allora la finanza può agire in questa direzione. Ma distruggere il pianeta non può essere il fine. La finanza può aiutare la comunità, che è solo una piccola parte del sistema planetario.

Tutto il mondo è in pericolo, il riscaldamento globale fa parte di questo discorso. Chi contribuisce, quali aziende, quali aspetti, la produzione della plastica. Sono tutti aspetti che fanno parte del sistema, quindi non è la giusta finalità. La finalità deve essere qualcosa di desiderabile, di positivo”.

Questo fine deve essere positivo: “La stessa finanza se vogliamo creare un mondo con Zero emissioni di carbonio, come possiamo farlo? La finanza deve essere indirizzata come veicolo per raggiungere un fine positivo, buono per noi, esclusivo nel mondo, per lottare contro la povertà che sta scoppiando nel mondo.

Se la finanza va verso l’accelerazione di questo scoppio della bomba non sarà il fine giusto, ma deve lavorare a beneficio della maggior parte delle persone che abitano il mondo e non come accade ora che la maggior parte delle persone sono vittime delle mafie, dell’usura. Non è ciò che noi vogliamo: abbiamo bisogno di riformare il sistema finanziario per raggiungere il giusto fine, per poter ridisegnare l’intero sistema”.

Quindi ha raccontato come ha realizzato il suo sogno di banca: “Abbiamo osservato il sistema bancario e abbiamo fatto il contrario, abbiamo scelto la strada opposta. Loro si rivolgono ai ricchi e noi ai poveri, loro alle città e noi alle campagne, loro agli uomini e noi alle donne.

Se seguiamo la stessa strada, finiremo sempre a raggiungere la stessa meta e la destinazione è il debito e la morte, a causa della concentrazione di ricchezza, di gas serra. L’intelligenza artificiale? Nessuno avrà più un lavoro, saremo tutti disoccupati. E allora?

Dobbiamo invertire tutto. Tre zeri: zero emissioni di carbonio; zero concentrazione di ricchezza: la ricchezza deve essere condivisa; zero disoccupazione. Il mondo dell’intelligenza artificiale: bisogna far sì che tutti siano occupati. Questo è il nostro fine e tutto deriva da questo: sono mezzi utili a raggiungere un fine. Dobbiamo identificare una nuova destinazione, costruire nuove strade, e allora la potremo raggiungere, altrimenti siamo finiti”.

Centrale anche l’incontro con l’attivista ambientale e membro del Forum Internazionale sulla Globalizzazione, Vandana Shiva: “L’economia dovrebbe prendersi cura della nostra casa comune. Se lavoriamo in armonia con la natura, creiamo benessere. Le parole chiave devono essere: distribuzione locale, cibo sano, restituire alla Terra ciò che la Terra ci dà, condivisione. Ridiamo alla terra ciò che essa ci fornisce, avremo cibo migliore. Lo spirito è quello della gratitudine, del servizio, della cura”.

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