The Economy of Francesco’: il denaro è uno strumento

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Ieri si è tenuta la prima della tre giorni di ‘The Economy of Francesco’, evento internazionale che ha come protagonisti giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo e che si svolge in diretta streaming sul portale francescoeconomy.org. La manifestazione si è aperta alle 14 da Assisi, con ‘Listen to the cry of the poorest to transform the earth’, video a cura dell’International Movement ATD Fourth World.

Nel suo messaggio introduttivo, il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Cardinale Peter Turkson, si è rivolto ai giovani organizzatori: “Piuttosto, avete deciso di costruire una rete globale di giovani leader e portatori di cambiamento nel campo economico, una rete che può ‘dare un’anima all’economia del futuro’. E in risposta alla pandemia, state cercando di aiutare papa Francesco, la Chiesa e tutto il mondo a uscirne migliori, immaginando e sviluppando un’economia diversa, inclusiva e sostenibile, che possa aiutarci a comportarci come fratelli e sorelle che vivono in una casa comune”.

Per il prefetto del dicastero vaticano il Santo di Assisi “è un’ispirazione di pace e amore sociale che può essere cruciale in un mondo conflittuale e diviso, e un’ispirazione per l’austerità, fondamentale per la cultura attuale consumistica. Il mercato, da solo, non può risolvere tutti i problemi…

Ispirati da san Francesco d’Assisi, con il suo sguardo fisso su Gesù, e sotto la guida di papa Francesco, voi, giovani di fede e di buona volontà potete declinare una nobile espressone di amore, di amore sociale, generando una buona economia che porti al benessere di tutti”.

Il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, ha dato il benvenuto ai giovani: “Francesco aveva capito che il denaro è solo uno strumento. Come tale, serve a costruire una economia bella, ricca di senso e di dono, che non può escludere nessuno, al contrario deve puntare al bene di tutti e soprattutto degli ultimi”.

E dopo i saluti del sindaco della città, Stefania Proietti, la presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, Francesca Di Maolo, ha fatto un’esortazione ai giovani: “Costruite un sistema economico inclusivo, che non produca più nemmeno una singola vittima, una sola persona messa da parte. Non ci sarà sviluppo o progresso senza prendersi cura dei membri più fragili della società. Voi potete cambiare l’attuale sistema economico”.

Ad aprire le conferenze è stato l’economista Jeffrey Sachs, con ‘Perfecting Joy: three proposals to let life flourish’, che ha dato la disponibilità a collaborare al progetto ‘Child Flourish Index’, un indice per valutare il benessere dei bambini:

“Il Network per lo Sviluppo Sostenibile che dirigo ha elaborato diversi indici che riguardano la felicità, sulla base di dati e indicatori che riguardano anche il benessere infantile. Abbiamo bisogno di modalità pionieristiche e alcune di queste possono essere molto utili. Ci sono modalità nel mondo interconnesso che ci consentono di ottenere oggi queste informazioni da elaborare per poi proporre soluzioni agli operatori politici”.

Nell’incontro ‘Peace economics and industrial reconversion: a recovery plan for the world’ i relatori Raul Caruso, Juan Camilo Cárdenas e Susy Snyder, hanno affrontato i temi della relazione tra economia e pace. In particolare, il Direttore del CESPIC e professore di Economia della Pace all’Università Cattolica del Sacro Cuore, prof. Raul Caruso, ha trattato il delicato tema del rapporto tra interesse pubblico e settore privato nel perseguimento della pace:

“Questo aspetto è particolarmente rilevante se guardiamo all’industria militare in cui incentivi privati tendono spesso a collidere con l’interesse della collettività. Esiste poi un ruolo del settore privato nell’allocare le proprie risorse in investimenti che non siano forieri di conflitti ma che siano piuttosto motori di risoluzione degli stessi”.

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