La Chiesa celebra la giornata del Ringraziamento

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Oggi, domenica 11 novembre, si celebra la 62ª Giornata nazionale del ringraziamento: ‘Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra’, tratto dal Salmo 37 è il tema della Giornata del Ringraziamento ad un mese esatto dall’inizio dell’Anno della Fede. E proprio da ‘uno stile di vita radicato nella fede’ la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, inizia il proprio Messaggio per la Giornata, ricordando come ‘a quanti sono immersi nella bellezza e nell’operosità del lavoro rurale’ appare in modo speciale che ‘nella fede riconosciamo la mano creatrice e provvidenziale di Dio che nutre i suoi figli’, affidando chi lavora nei campi alla protezione  di San Martino, “il cui gesto di condivisione del mantello è simbolo di ogni dono perfetto che viene dall’alto e che ci rende solidali”; e di Maria di Nazareth “che custodisce e medita nella sua storia ogni frammento di esistenza, per elevare un inno di benedizione, un perenne ‘Magnificat’ che canti come il nostro Dio faccia emergere i piccoli e i deboli, precipitando i potenti dai loro troni”.


E la Coldiretti la celebra a Termoli (Campobasso) la Giornata nazionale del ringraziamento, a cui partecipa anche il presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, con la  celebrazione della Messa officiata da mons. Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli – Larino. La Giornata, spiega una nota di Coldiretti, è anche occasione per tracciare ‘nel giorno di San Martino il tradizionale bilancio di una annata agraria che è stata segnata da un andamento climatico anomalo che ha fatto segnare il crollo dei raccolti made in Italy, ma pure da segnali incoraggianti sul ruolo che può svolgere l’agricoltura per la ripresa del Paese in termini economici ed occupazionali anche per le giovani generazioni”.

Infatti il messaggio invita a cogliere i gesti della fede anche dal lavoro nei campi: “Nella fede riconosciamo la mano creatrice e provvidenziale di Dio che nutre i suoi figli. Ciò appare in modo speciale a quanti sono immersi nella bellezza e nell’operosità del lavoro rurale. Guai se dimenticassimo la relazione d’amore e di alleanza che Dio ha intrecciato con noi e che diventa vivissima davanti ai frutti della terra… La valenza educativa propria della Giornata del Ringraziamento ha una ricaduta importante nell’attuale società, in cui l’appiattimento sul presente rischia di cancellare la memoria per i doni ricevuti. Pensiamo in particolare ai giovani, che in tanti stanno riscoprendo il lavoro agricolo: nel ritorno alla terra possono aprirsi nuove prospettive per loro e insieme un modo nuovo di costruire il futuro di tutti noi”.

Quindi i vescovi  rivolgono un particolare ringraziamento alle Cooperative agricole per la loro valenza educativa: “Un grazie particolare va alle Cooperative agricole che ridanno vita a terreni abbandonati, in non pochi casi togliendoli alla malavita organizzata, con una forte ricaduta educativa per tutto il territorio dove si trovano a operare. Infatti, la bellezza di una terra riscattata, che da deserto diventa giardino, parla da sé: non solo cambia il paesaggio, ma soprattutto rincuora l’animo di tutti. Una terra coltivata è una terra amata, sposata, come narra il profeta Isaia, nel celebre capitolo 62. Ce lo ricorda soprattutto il ‘Progetto Policoro’, la cui opera benemerita non cessiamo di indicare in chiave esemplare a tutte le comunità. Anche nelle regioni del Nord questa esperienza si sta rivelando feconda, ed è bello vedere tanti ragazzi del Sud, che da tempo vivono in condizioni difficili, farsi in un certo senso maestri di itinerari concreti di speranza e di sviluppo. Certo, i giovani hanno bisogno di adulti che si schierano dalla loro parte, che investono per loro e con loro, offrendo garanzia per il futuro. Gli orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo ci invitano a riscoprire un verbo molto importante: accompagnare i giovani”.

Il messaggio concentra la sua attenzione anche sulla giustizia e la legalità, esortando i fedeli alla vigilanza: “Mentre vediamo crescere la presenza confortante dei giovani nell’agricoltura, non possiamo tacere il nostro dolore davanti alle immagini che mostrano molti braccianti agricoli, in gran parte immigrati, lavorare in condizioni davvero inique. Che dire, ad esempio, delle baracche dove spesso sono accolti? Ancora assistiamo a casi in cui la dignità del lavoratore è smarrita, per le condizioni di avvilente sfruttamento in cui versa, come attesta anche il perdurante dramma del caporalato. Già molte volte le Chiese locali hanno fatto sentire la loro voce contro le ingiustizie. Invitiamo le nostre comunità a un’ulteriore vigilanza per favorire la difesa della giustizia e della legalità nel settore agricolo”.

Infine il messaggio ribadisce che occorre rivedere i nostri stili di vita, citando l’enciclica ‘Caritas in veritate’ ed il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa: “Investire nell’agricoltura è una scelta non solo economica, ma anche culturale, ecologica, sociale, politica di forte valenza educativa. Infatti ‘le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e, viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano’. Chiudiamo il nostro appello al mondo rurale e agricolo con le belle parole del Compendio della dottrina sociale della Chiesa che, nell’ottica dell’Anno della Fede, ci invitano a cogliere il passaggio di Dio nella fatica e nella bellezza del lavoro dei campi: se ‘si arriva a riscoprire la natura nella sua dimensione di creatura, si può stabilire con essa un rapporto comunicativo, cogliere il suo significato evocativo e simbolico, penetrare così nell’orizzonte del mistero, che apre all’uomo il varco verso Dio, Creatore dei cieli e della terra. Il mondo si offre allo sguardo dell’uomo come traccia di Dio, luogo nel quale si disvela la Sua potenza creatrice, provvidente e redentrice’”.

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