Numeri ufficiali Covid-19 dell’11 novembre 2020. Governo: rischia nuove restrizioni. Indicazioni per controlli più severi. No lockdown come a marzo, Paese non regge

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi mercoledì 11 novembre 2020

In isolamento domiciliare: 580.833 (+22.327) (+4,00%)
Ricoverati con sintomi: 29.444 (+811) (+2,83%)
In terapia intensiva: 3.081 (+110) (+3,70%)
Deceduti: 42.953 (+623) (+1,47%)

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 162 (+2)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione

Prosegue anche oggi la tendenza al ribasso dell’indice Rt, che utilizzando il metodo semplificato e istantaneo Kohlberg-Neyman possiamo calcolare alla data di ieri, 10 novembre: 1.44 a livello nazionale (1.51 il 9 novembre, era 1.89 il 5 novembre); 1.39 per la Lombardia (1.42 il 9 novembre, era 1.99 il 5 novembre); 1.24 per la sola città di Milano (1.27 il 9 novembre, era 1.64 il 5 novembre).
Il trend è confortante, ma i valori restano troppo lontani dall’obiettivo di riportare il valore in modo stabile e non transitorio sotto la soglia di 1.0: che segnerebbe finalmente l’inversione di tendenza con una riduzione dei nuovi casi e, a distanza di pochi giorni, del numero dei ricoverati.
Purtroppo anche il dato più basso tra quelli indicati, l’1.24 del capoluogo lombardo, è in grado di generare un numero altissimo e crescente di contagi con gli inevitabili riflessi sulla tenuta del sistema sanitario, ormai vicino alla saturazione in molte aree della Regione.
Discorso analogo, ma con preoccupazione maggiore, deriva ovviamente dalla valutazione di valori di Rt superiori. A preoccupare, per le ricadute sul numero dei ricoveri e la gravità della manifestazioni cliniche della Covid-19, è anche il costante innalzamento dell’età mediana dei contagiati passata in sole due settimane da 42 a 45 anni: segno di un maggiore coinvolgimento delle fasce più anziane della popolazione (più esposte a forme severe della malattia) dopo aver toccato nel mese di luglio un minimo di 29 anni (il massimo, mediana di 66 anni, risale alla settimana 6-13 aprile 2020). La fascia dei soggetti compresi tra 51 e 70 anni è passata dal 17,5% di metà agosto al 26,5% dell’ultima rilevazione Iss (Report esteso del 7 novembre, dati relativi al periodo 19 ottobre – 1° novembre). In rialzo, con gli stessi periodi di riferimento, anche i casi nella fascia over 70: da 8,2% a 11,9% (Fonte Lab24/Il Sole 24 Ore).

Boccia: morti aumenteranno, fare ora sacrifici, ma no lockdown come a marzo, Paese non regge
“Il numero dei deceduti aumenterà ancora nei prossimi giorni, purtroppo, e per tenerlo giù il più possibile ora dobbiamo fare i sacrifici che è necessario fare, che non significa il lockdown nazionale come a marzo”. “Quel tipo di lockdown di marzo, con tutti gli interruttori staccati e il Paese al minimo, lo dico chiaramente, non ce lo avremo, non possiamo permettercelo. Non reggerebbe il Paese. Questo non esclude che facciamo dei lockdown rigorosi e territoriali come quelli che abbiamo già iniziato”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a Porta a porta in onda stasera.

Boccia: numeri dicono che Campania è gialla
“La Campania ha un’area più sofferente, quella dell’area metropolitana di Napoli, e una pressione media negli altri territori, ma i numeri dicono che è da area gialla”. Lo ha detto il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a Porta a porta in onda stasera.

Altre quattro regioni in bilico ma tutta Italia rischia nuove restrizioni
Entro la fine di questa settimana potrebbero passare a 14 le regioni nelle quali sono necessarie misure più restrittive di quelle in vigore in tutto il Paese. Il ministro della Salute Roberto Speranza sta valutando in particolare la situazione di Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Intanto arrivano indicazioni per controlli più severi.

Franceschini: non esiste il tema di chiudere tutto
“Non esiste il tema di chiudere tutto: abbiamo appena approvato un Dpcm, portato anche all’attenzione del Parlamento, che prevede la creazione di tre zone diverse in base a 21 parametri scientifici”. Lo ha ribadito il Ministro di Beni culturali e Turismo Dario Franceschini, intervenuto in collegamento con Stasera Italia su Rete4, rispondendo a una domanda di Barbara Palombelli sull’ipotesi che venga adottato un lockdown generalizzato il prossimo week end.

Meloni a Sky Tg24: “Il problema sono i mezzi pubblici, non i ristoranti”
“Non credo che queste misure siano le più efficaci: il virus non si diffonde nei ristoranti, il tema è il trasporto pubblico. Il governo ci arriva oggi finalmente ma risolvendolo togliendo capienza”. A dirlo è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che, ospite a Start su Sky Tg24, commenta le restrizioni imposte dall’ultimo Dpcm per contenere la seconda ondata della pandemia di Covid-19: “Condivido la diversificazione territoriale ma ha senso se è fatta su base provinciale”. E sull’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale: “Va assolutamente scongiurato e bisogna fare tutto il possibile per evitarlo, ma se si dovesse arrivare ad un nuovo lockdown ci sarebbero delle responsabilità che prima o poi vanno identificate perché sono assolutamente convinta si sarebbe potuto evitare. Temo che le iniziative messe in campo fino ad ora non scongiurino le ipotesi di un altro lockdown, l’impressione è che si proceda un po’ a tentoni”.

“Bisogna combattere la pandemia senza mettere l’Italia in ginocchio”
“Abbiamo bisogno di mettere insieme due esigenze – dice Meloni – quella prioritaria di combattere la pandemia e quella di consentire che l’Italia non rimanga economicamente in ginocchio. Quindi dove possiamo lavorare noi dobbiamo lavorare”. E aggiunge: “Perché non si pensa all’assistenza domiciliare delle categorie a rischio, cioè gli anziani, e perché manca un protocollo di informazione dei medici di base per i pauci-sintomatici?”. Poi, commentando l’ipotesi di Gino Strada per affiancare il commissario alla Sanità in Calabria, osserva: “Mi pare una scelta molto politica. Mi pare si facciano scelte molto politicizzate e mi chiedo se sia il tempo delle scelte ideologiche, di mettersi a fare politica su una materia come quella che stiamo trattando”.

“Non capisco perché il governo nasconde i verbali del Cts”
“In Parlamento abbiamo chiesto che fossero resi pubblici tutti i verbali del comitato tecnico scientifico – aggiunge la leader di Fratelli d’Italia – non capisco perché informazioni così importanti su quello che gli esperti dicono al governo non debbano essere a disposizione di tutti, anche nostra per aiutarci a fare meglio il nostro lavoro che è fare proposte. Purtroppo c’è stata sempre una cortina di fumo intorno a questi dati che rende molto difficile capire la questione”.

Cane positivo al Covid-19, primo caso in Italia. “Non è in grado di infettare”
Il primo caso italiano di un cane risultato positivo al coronavirus si è verificato a Bitonto, in provincia di Bari, dove una barboncina di un anno e mezzo, che vive insieme ad una famiglia di quattro persone, tutte positive e sintomatiche, è risultata infetta. A certificarlo, come spiega anche un articolo apparso su “Repubblica”, Nicola Decaro, professore ordinario di malattie infettive degli animali presso l’Università di Bari e componente dell’executive board del College europeo di microbiologia veterinaria. L’esperto ha spiegato che il cane, a differenza dei suoi padroni, non ha alcun sintomo e ha aggiunto che è stata rilevata una “carica virale molto bassa”. “Gli animali non sono un pericolo per la nostra salute, al contrario bisogna proteggerli”, ha sottolineato Decaro, confermando ancora una volta, come più volte emerso, che i cani non possono infettare gli esseri umani ma ne possono essere contagiati e per questo motivo vanno protetti.
Il primo tampone positivo, spiega ancora “Repubblica”, è stato effettuato sul cane lo scorso 5 novembre e l’esito è stato poi ulteriormente confermato da altri test successivi. Proprio Decaro, sin dalla primissima ondata di contagi, sta studiando cani e gatti alla ricerca del coronavirus negli animali, anche su esemplari che vivevano in casa con pazienti risultati poi positivi al virus. Ma, fino al caso della barboncina di Bitonto, il professore dell’ateneo pugliese aveva riscontrato diversi casi di cani e gatti positivi al test sierologico, che indicava dunque che gli animali avevano contratto il virus, sviluppando i relativi anticorpi. “Stavolta abbiamo avuto diversi tamponi positivi: una quindicina fra quelli nasali, orali e rettali. Ma il titolo virale è risultato molto basso”, ha commentato Decaro. Questo significa, ha continuato l’esperto, che la barboncina non è in grado di infettare, “perché anche se viene contagiato, il virus è presente in quantità modeste”, confermando ancora una volta quanto già emerso sul tema nell’ambito degli studi inseriti nella letteratura scientifica internazionale.

I consigli per chi possiede animali domestici
Quali i consigli per chi possiede cani e gatti? Secondo Decaro occorre “trattare gli animali esattamente come se fossero altre persone. Quindi, anche a tutela della salute dei nostri animali, è opportuno affidarli agli amici o parenti non positivi che possano prendersene cura, se possibile”. Va dunque applicato un “principio di massima cautela”, sempre considerando che questi animali “non sono un pericolo per la nostra salute. Il rischio di contagio dal cane o dal gatto è quasi zero”, ha detto ancora l’esperto, segnalando come, in tutto il mondo, i casi documentati di positività al coronavirus “saranno una ventina” in tutto (Fonte Sky24).

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