In Italia diminuiscono i permessi di soggiorno

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L’emergenza Covid ha dimezzato i flussi migratori verso l’Italia per la chiusura delle frontiere da parte di molti Stati. Infatti nei primi sei mesi dell’anno i permessi di soggiorno sono calati del 57,7% rispetto al 2019 che già aveva registrato una significativa contrazione dell’accoglienza per ragioni di asilo, diminuita del 47,4% rispetto al 2018.

A fotografare come il coronavirus abbia inciso anche sull’arrivo e sulla situazione dei migranti in Italia è stato il report dell’Istat dedicato ai cittadini non comunitari, che rivela anche un’altra novità: l’aumento nel 2019 del 10,1% delle acquisizioni di cittadinanza da parte di ‘non comunitari’.

Nei primi sei mesi del 2019 erano stati rilasciati oltre 100.000 nuovi permessi di soggiorno mentre nello stesso periodo del 2020 ne sono stati registrati meno di 43 mila. La contrazione maggiore si è verificata in particolare ad aprile e maggio (rispettivamente -93,4% e -86,7%).

A risentire della chiusura delle frontiere e del rallentamento dell’attività amministrativa nelle prime fasi del lockdown sono state tutte le motivazioni di ingresso. La più rilevante, quella per ricongiungimento familiare, ha visto una contrazione del 63,6% mentre i permessi per richiesta d’asilo sono diminuiti del 55,5%.

Anche se meno consistente in termini assoluti, significativo anche il calo degli ingressi per lavoro stagionale, su cui ha pesato molto la chiusura delle frontiere; la diminuzione in questo caso è stata del 65,1%: da 2.158 nuovi permessi per nei primi sei mesi del 2019 a si è passati a 753 nel primo semestre di quest’anno. Con una percentuale record in Emilia Romagna, dove il crollo dei permessi per lavoro stagionale è pari al 90% rispetto allo stesso periodo del 2019.

La realtà dell’immigrazione è diversa da quella tratteggiata su media e social attingendo dal pozzo nero di bufale, stereotipi e pregiudizi. E i numeri parlano di milioni di persone regolarmente in Italia da anni, eppure ai margini di un dibattito pubblico ossessivamente polarizzato sull’emergenza sbarchi che, tra il 2018 e la metà del 2020, ha coinvolto circa 45.000 persone.

Nel 2019 sono calati gli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia. Si è passati dai 3.717.000 dell’anno precedente a circa 3.615.000, con una riduzione del 2,7%. In 10 anni l’unico altro decremento si era verificato nel 2016 a causa del contestuale boom di acquisizioni di cittadinanza (quell’anno furono oltre 201.000).

Inoltre cresce il peso dei giovani neo italiani: quasi 357.000 nel periodo 2012-2018, il 38,2% del totale. Restano sempre esclusi numerosi minori figli di cittadini stranieri, ma nati in Italia e che nel nostro Paese svolgono il loro percorso di vita e formazione.

Quasi i due terzi di tutti gli studenti di cittadinanza straniera (il 64,5%) sono nati qui, mentre i dati segnalano quasi 570.000 ‘nascite straniere’ nel periodo 2012-2019 a dar fiato al Paese delle culle vuote. Se ne contano 63.000 solo nell’ultimo anno, il 15% del totale.

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