Il Papa:relegare la fede nella sfera del privato contraddice la sua stessa natura.

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Una rinascita che è apertura perché la fede è “donata da Dio attraverso una comunità credente che è la Chiesa e mi inserisce nella moltitudine dei credenti in una comunione che non è solo sociologica, ma radicata nell’eterno amore di Dio che in Se stesso è comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è Amore trinitario. La nostra fede è veramente personale, solo se è comunitaria: può essere la mia fede, solo se vive e si muove nel «noi» della Chiesa, solo se è la nostra fede, la comune fede della Chiesa unica.”

La riflessione del Papa è una risposta ad una delle obiezioni più comuni del mondo contemporaneo. Gesù si, Chiesa no. Ma la fede non si vive da soli, si vive nella e grazie all Chiesa dice il Papa.

“Alla domenica, nella Santa Messa, recitando il «Credo», noi ci esprimiamo in prima persona, ma confessiamo comunitariamente l’unica fede della Chiesa. Quel «credo» pronunciato singolarmente si unisce a quello di un immenso coro nel tempo e nello spazio, in cui ciascuno contribuisce, per così dire, ad una concorde polifonia della fede.”

Lo si vede leggendo il Vangelo, quando “gli Apostoli superano ogni paura nel proclamare ciò che avevano udito, visto, sperimentato di persona con Gesù. Per la potenza dello Spirito Santo, iniziano a parlare lingue nuove, annunciando apertamente il mistero di cui erano stati testimoni.” E’ una azione comune e comunitaria. “Inizia così- dic eil Papa- il cammino della Chiesa, comunità che porta questo annuncio nel tempo e nello spazio, comunità che è il Popolo di Dio fondato sulla nuova alleanza grazie al sangue di Cristo e i cui membri non appartengono ad un particolare gruppo sociale o etnico, ma sono uomini e donne provenienti da ogni nazione e cultura. E’ un popolo «cattolico», che parla lingue nuove, universalmente aperto ad accogliere tutti, oltre ogni confine, abbattendo tutte le barriere.”

Veniamo “tirati fuori dal nostro isolamento” spiega il Papa ed aggiunge: “Il Concilio Ecumenico Vaticano II lo ricorda: «Dio volle salvare e santificare gli uomini non individualmente e senza alcun legame fra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che Lo riconoscesse nella verità e fedelmente Lo servisse» (Cost. dogm. Lumen gentium, 9).”

Tutto è chiaro nella liturgia del Battesimo, dopo il credo, singolare “il celebrante dichiara: «Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore». La fede è virtù teologale, donata da Dio, ma trasmessa dalla Chiesa lungo la storia.”

E  “se la Sacra Scrittura contiene la Parola di Dio, la Tradizione della Chiesa la conserva e la trasmette fedelmente, perché gli uomini di ogni epoca possano accedere alle sue immense risorse e arricchirsi dei suoi tesori di grazia”, come spiega il Concilio.

Ed è nella comunità che la fede diviene matura, adulta.

Vorrei sottolineare, infine, che è nella comunità ecclesiale che la fede personale cresce e matura.

Nel Vangelo con la parola “santi “ si identificano i cristiani che devono essere modello del messaggio di Cristo per tutti, e questo, conclude il Papa “vale anche per noi: un cristiano che si lascia guidare e plasmare dalla fede della Chiesa, nonostante le sue debolezze, i suoi limiti e le sue difficoltà, diventa come una finestra aperta alla luce del Dio vivente, che riceve questa luce e la trasmette al mondo.”

Relegare la fede alla sfera del privato è contrario alla sua natura, “abbiamo bisogno della Chiesa per avere conferma della nostra fede e per fare esperienza dei doni di Dio: la sua Parola, i Sacramenti, il sostegno della grazia e la testimonianza dell’amore. Così il nostro «io» nel «noi» della Chiesa potrà percepirsi, ad un tempo, destinatario e protagonista di un evento che lo supera: l’esperienza della comunione con Dio, che fonda la comunione tra gli uomini. In un mondo in cui l’individualismo sembra regolare i rapporti fra le persone, rendendole sempre più fragili, la fede ci chiama ad essere Chiesa, portatori dell’amore e della comunione di  Dio per tutto il genere umano.”

Al momento dei saluti in lingua inglese il Papa ha pregato per le vittime dell’ uragano Sandy cha ha causato diverse vittime negli Stati Uniti.

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