In Sistina con Antonio Paolucci: gli affreschi saranno splendidi per almeno 500 anni

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Ma la Cappella Sistina è malata o no? Stanno sparendo gli affreschi di Michelangelo come  le pitture delle tombe della Valle dei Re in Egitto?  Signori niente panico. Le notizie che negli ultimi gioni in previsione delle celebrazioni per i 500 anni della inaugurazione dei restauri della volta della Cappella Sisitina hanno scatenato le interpretazioni più catastrofiche sul futuro di questo scrigno di tesori. Davvero rischiamo di perdere gli affreschi di Michelangelo, Perugino e Piero della Francesca?

In effetti un problema c’è,  e c’è da perecchio tempo, ed è quello del controllo del microclima della grande aula iperaffollata e senza la possibilità di aprire le finestre per “cambiare aria”.

All’ inizio degli anni ’90 quando si fece il grande restauro del Giudizio Universale sulla parete di fondo della cappella del Papa, il problema era solo accennato. Ma già presente. E si iniziarono a prendere provvedimenti.

Ma in questi vent’anni che cosa è cambiato?

“ In questi vent’anni c’è stata l’esplosione del turismo dei grandi numeri, del turismo  culturale di massa.I problemi che ci sono nella Cappella Sistina ci sono anche negli Uffizi a Firenze, o negli scavi di Pompei e anche al Louvre.”

Antonio Paolucci lo dice con serenità mentre siamo seduti sui banchi infondo alla Sistina. Davanti scorrono fiumi di turisti con gli auricolari e gli occhi all’ insù.

“Il turismo culturale- dice il direttore dei Musei Vaticani- è diventanto un grande business universale, inumerò die visitatori è raddoppiato.

Quello che negli anni ’80 e nei primi anni ’90 ancora non era avvertito come un problema, oggi invece campimo che lo è e come se lo è. Eppure all’epoca in Vaticano furono previdenti. E l’amministrazione vaticana ha provveduto a  mettere un impianto di climatizzazione affidando al numero uno  del settore: la Carrier.

L’impianto inaugurato nel 1994 ha funzionato fino ad oggi, Ma ovviamente tutto invecchia, e ora ci siamo accorti che quell’impianto che era all’avanguardia all’epoca, adesso è inadeguato, va rivisto e immaginato per le nuove esigenze. E quindi la stessa ditta, che ancora il numero uno nel mondo, la Carrier, sta lavorando con me, stiamo definendo un progetto, che nei prossimi giorni verrà definito anche nei dettagli. ! soldi ci sono per fortuna, e io mi auguro che se tutto va bene alla fine dell’ anno prossimo potrà esseee messo in funzione il nuovo sistema di climatizzazione, controllo delle polveri e abbattimento della polluzione.”

Rassicuriamo tutti allora: gli affreschi della Sistina non spariscono?

“ Assolutamente, la Cappella vivrà in buone condizioni per i prossimi cinquecento anni, questo è il mio obbietivo, la mia speranza. L’alternativa sennò è il numero chiuso, ma questa è una soluzione che nessuno vuole. Si dovrebbe limitare magari a 3000 ingressi al giorno. Ma la Cappella Sistina non è solo un luogo dell’arte, ma è una cappella consacrata, un santuario, il simbolo della Chiesa cattolica, è il catechismo, la teologia e la dottrina messa in figura, quindi un cattolico che viene dal Brasile e dalla Nuova Zelanda, quando viene a Roma, vuole vedere la Cappella Sistina. Perché il luogo simbolo della sua fede.”

Ma lei l’ha definta una “sciarada teologico-scritturale”, allora non è tanto facile da leggere neanche per i cattolici?

“Una sciarada è qualcosa da decodificare. Ad esempio che cosa è l’innalzamento del serpente di bronzo, o quanti sanno chi era il profeta Giona, che Michelangelo rappresenta, o il castigo di Amman che fa perte delle storie di Ester e Assumerò, insomma la Sistina va accompagnata, qualcuno deve aiutare il fedele comune. E’ una sciarada teologica perché tuttà la teologia della Chiesa è rappresentata qui dalla creazione del mondo all’ Apocalisse, fino a quella teologia del corpo che Giovanni Paolo II ha quasi codificato proprio guardando agli affreschi di Michelangelo. E scritturale perché le citazioni della scritture sono continue.”

Chissà se quando il 31 ottobre del 1512 Papa Giulio II con un vespro solenne benediceva i quattro anni di lavoro di Michelangelo, aveva in mente il futuro della sua Cappella privata. Certo magari non immaginava che ogni anno l’avrebbero vista cinque milioni di persone che, con la testa all’insù avrebbero cercato di decifrare la “sciarada” più eloquente della storia dell’ arte.

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