Croazia e Santa Sede. Venti anni di relazioni diplomatiche, una amicizia lunga tredici secoli

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“Nella più che millenaria storia della Croazia, gli ultimi venti anni sono stati quelli più difficili e allo stesso tempo cruciali per il suo futuro”. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, tratteggia così gli ultimi venti anni di storia della Croazia alla conferenza che celebra il ventennale delle relazioni diplomatiche tra Zagabria e la Santa Sede. Con rapide pennellate, Mamberti tratteggia i rapporti diplomatici tra le due nazioni. E sottolinea che “una testimonianza indiscutibile dell’affetto che la Santa Sede nutre per la Croazia sono state le quattro visite dei Sommi Pontefici avvenute negli ultimi venti anni: tre del Beato Giovanni Paolo II e  quella di Benedetto XVI”.

 

La Croazia è un ponte tra Oriente e Occidente. Si parlava addirittura – durante il viaggio di Benedetto XVI nel 2011 – della possibilità di un incontro ecumenico da tenersi a Zagabria tra Benedetto XVI e il patriarca russo ortodosso Kirill. Nemmeno dall’arcivescovado di Zagabria smentiscono. Poi non se ne fece nulla. Ma è rimasto vivo il segno della visita di Benedetto XVI. Il quale – lo ricorda Mamberti – fece riferimento fin da subito al “crollo del regime comunista” che portò alla proclamazione e della sovranità croata e per la prima volta allo scambio di rappresentanze diplomatiche tra la Santa Sede e la Croazia.

E sì che la tradizione di amicizia tra i due popoli data molto indietro nei secoli. “Vorrei ricordare – dice Mamberti – che, da oltre tredici secoli, ci sono stati rapporti stretti e cordiali tra la Santa Sede e la Croazia. In questo spirito, mi piace fare un passo indietro nella storia. Nel lontano 879, nello stesso mese di giugno in cui la Croazia moderna celebra ogni anno la propria indipendenza, Papa Giovanni VIII, in una lettera indirizzata al Principe Branimir, l’informava di aver elevato preghiere al Signore affinché principatum terrenum, quem habes, prospere et securiter reggere possis”. Un riconoscimento del “principato terreno” che “ebbe – dice Mamberti – un rilievo particolare”. Sono legami fortissimi, che non sono venuti meno nel corso dei secoli. “In diverse occasioni – racconta il “ministro degli Esteri” vaticano – i croati hanno dimostrato fedeltà al Vangelo e al successore di Pietro”.

La Santa Sede – ricorda Mamberti – ha riconosciuto l’indipendenza della Croazia il 13 gennaio 1992, il 29 febbraio dello stesso anno è stato nominato il primo nunzio, e tra il 1996 e il 1998 Santa Sede e Croazia hanno stipulato quattro accordi, su questioni giuridiche, collaborazione in campo educativo e culturale, assistenza religiosa ai membri cattolici delle Forze Armate e della polizia, questioni economiche.

Ma come si arrivò al riconoscimento della Croazia? Una storia dettagliata l’ha stilata Filip Vuĉak, ambasciatore di Croazia presso la Santa Sede, in un articolo sull’Osservatore Romano dello scorso febbraio. Ricorda, Vuĉak, il lavoro diplomatico fatto da Giovanni Paolo II, dopo che la Croazia aveva proclamato la sua indipendenza il 25 giugno, dopo che il 19 maggio il 94 per cento dei Croati aveva votato per l’indipendenza dalla Jugoslavia in un referendum. “Oltre agli appelli e alle preghiere – scriveva Vuĉak -, il Papa trasmetteva messaggi ai capi di Stato sulla necessità di riconoscere una nuova realtà in Europa e di accettare la Croazia insieme alla Slovenia come nuovi membri della comunità internazionale. Egli credeva che il riconoscimento internazionale avrebbe contribuito ad accelerare la fine della guerra e a costringere le istanze internazionali a far ragionare gli attaccanti. Nonostante la comprensione e la simpatia per le grandi sofferenze a cui sono stati esposti i cittadini della Croazia, la Santa Sede non si è affrettata a concedere il riconoscimento. Essa preparava accuratamente la propria decisione: appena è stato chiaro che il 15 gennaio 1992 la gran parte dei Paesi avrebbe riconosciuto la Croazia, la Santa Sede ha deciso di farlo due giorni prima”. Una notizia che creò grande entusiasmo in Croazia, fino ad allora riconosciuta solo dall’Islanda.

Oggi, i rapporti tra Santa Sede e Croazia sono eccellenti. La Santa Sede sostiene Zagabria nel suo impegno per entrare in Europa. E questi venti anni di relazioni diplomatiche sono particolarmente sentiti in Croazia. La Conferenza Episcopale del Paese ha tenuto “una sessione pleanria straordinaria” il 22 ottobre, per discutere sia della visita in Vaticano del premier Milanovic e del “simposio delle relazioni” in cui Mamberti ha tenuto l’intervento qui relazionato, e sia del pellegrinaggio nazionale dei vescovi croati a Roma dal 5 al 9 novembre, per la celebrazione dell’Anno della Fede.

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