Matrice ignorata nel delirio del politicamente corre(o)tto: strage di cristiani del terrorismo islamico. Bisogno reagire all’islam

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Mentre il 79% dei Francesi ritengono che l’Islam ha “dichiarato guerra” alla Francia (Sondaggio Ifop-Fiducial per CNews e Sud Radio), il terrorismo islamico compie ulteriori stragi contro i cristiani. E non passa giorno senza atti del terrorismo islamico contro i cristiani. A Nizza il Presidente Francese Macron ha dichiarato: “Attentato terroristico islamista”.
Tre persone (un uomo di 54 anni e due donne di 44 e 70 anni) sono state sgozzate e uccise nella cattedrale di Notre-Dame-de-l’Assomption, nel centro di Nizza. Il 21enne terrorista islamico tunisino Brahim Aoussaoui, che gridava in continuazione Allāhᵘ akbar (Allah è il più grande) ed è stato fermato dalla polizia, ferito e trasportato in ospedale, dove è ricoverato in terapia intensiva. Anche se non sono ancora note le ragioni del suo gesto, si tratta di terrorismo islamico. Fonti sei servizi di sicurezza italiani confermano essere arrivato a Lampedusa il 20 settembre e il 9 ottobre trasferito a Bari, prima di recarsi in Francia. Aveva in tasca una tessera della Croce Rossa Italiana, con altri effetti personali, tra cui un Corano, due telefonini, un coltello con una lama di 17 centimetri e altri due coltelli, non utilizzati.

Allāhᵘ akbar (Allah è il più grande).

La prima vittima, una donna di 70 anni, è stata massacrata all’interno della cattedrale. Il terrorista islamico l’ha quasi decapitato.
La seconda vittima, Vincent Loqués, un uomo di 54 anni, il guardiano della cattedrale, è stata pugnalato a morte.
La terza vittima, Simone Barreto Silvauna, una donna di 44 anni, brasiliana, che faceva la badante, madre di tre figli, residente in Francia, era stata gravemente ferita dalle coltellate ed era riuscita a fuggire in un vicino bar. “Dite ai miei figli che li amo”, è riuscita a dire prima di morire poco minuti dopo.

Nel corso della mattinata almeno altre tre eventi hanno fatto scattare l’allarme terrorismo islamico: ad Avignone un uomo armato di coltello è stato ucciso mentre urlava Allāhᵘ akbar, a Gedda un uomo è stato assalito all’interno del consolato francese. Un arresto anche in una località dell’Ile de France. Questi episodi di sangue arrivano al culmine di una escalation di tensioni tra la Francia e il mondo islamico, in particolare con il Presidente della Turchia Erdogan.

Ammazzano i cristiani e dopo averli ammazzati li accusano di islamofobia. Succede a Roma: giorno dopo l’attentato terroristico islamico a Nizza, musulmani si radunano per protestare contro la Francia: “Contro gli atti persecutori nei confronti della comunità islamica in Francia e contro le pubblicazioni delle vignette satiriche di Maometto”. Assurdo è dire poco.

Siamo in guerra. Bisogna reagire all’Islam. Invece, il Ministro dell’interno Luciana Lamorgese in pieno delirio, ha il barbaro coraggio di dichiarare: “Momento di fermarsi con le polemiche, questo è un attacco all’Europa: Lampedusa in Italia è la porta di Europa”. Se, porta aperta per il terrorismo islamico. E quale messaggio viene mandato all’Islam dalla massima gerarchia della Chiesa Cattolica Romana, fautore di ponti levatoi abbassate, dei porti e delle porte aperte, della demolizione dei muri (tranne intorno alla Città del Vaticano)?

Con i complimenti dell’Uomo che Veste di Bianco.

Con una Email della Sala Stampa della Santa Sede “Comunicazione ai giornalisti: Attentato nella Cattedrale di Nizza” (neanche ripresa nel Bollettino successivamente), attraverso una “affermazione” (neanche una “dichiarazione”) del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Bergoglio auspica che “l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene” (segue il testo)…
Sì, brindando con una bottiglia di Champagne Brut Special Cuvée Bollinger e offrendo Cioccolatini Gran Selezione di Degustazione & Oro di Mazzetti d’Altavilla (e non venir a dirmi che la Grappa di Moscato all’Oro, a loro non piace).

Parolin spedisce al Vescovo di Nizza Mons. André Marceau un telegramma a nome dell’Uomo che Veste di Bianco, prima di ritornare alle sue quotidiane “opache” faccende, parlando di “attacco selvaggio”, di “atti di terrore violenti” e di “questo tragedia”, esortando il popolo francese all’unità. Anche lui, come suo principale, evita accuratamente di chiamare gli atti criminali con loro nome preciso: TERRORISMO ISLAMICO CONTRO I CRISTIANI. Tanto è vero che ad oggi non si mai sentito una parola di condanna della violenza islamica in generale, da parte di Bergoglio-della-Fratellanza, anche se “dà con tutto il cuore la Benedizione Apostolica a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia” (segue il testo).

Per inciso va osservato che la Sala Stampa della Santa Sede (cioè la Segreteria di Stato da cui riceve quanto ha da pubblicare) fa ancora meno, parlando soltanto di “attentato”.

Quelli che non riescono a dire “islamico”
di Giovanni Sallusti
Nicolaporro.it, 29 gennaio 2020

Sono quattro, maledettissime sillabe. Ma non riescono proprio a dirle. Da anni, è una radicata ritrosia fonetico-ideologica. E non ce la fanno neanche oggi, neanche davanti a quei corpi devastati nella chiesa di Notre-Dame a Nizza. La donna decapitata, il sacrestano sgozzato, l’altra donna che finisce la sua agonia in un bar dove aveva inutilmente cercato rifugio.
Matrice ignorata
Le quattro sillabe dannate sono le seguenti: I-SLA-MI-CO. Non paiono suoni e significati secondari nella cronaca odierna, visto che l’accoltellatore, il decapitatore, lo sgozzatore, il terrorista ha compiute le proprie codarde gesta urlando ininterrottamente “Allah Akbar!” (non ha smesso nemmeno quando la polizia francese l’ha arrestato, dopo averlo ferito).
Quindi, senza aggiungervi un grammo di commento, il riepilogo tautologico della notizia sarebbe: quattro cittadini francesi, cristiani di cultura e molto probabilmente anche di fede, visto che si trovavano in una chiesa, sono caduti vittime di un attentato terrorista ISLAMICO. Ed è il carnefice stesso, che ci ha tenuto a chiarirlo: stava massacrando infedeli in nome di Allah.
Delirio politicamente corretto
Niente da fare, anche questo grado zero del racconto, questo pedissequo attenersi ai fatti, è troppo, per il Politicamente Corretto che ha sequestrato la nostra pubblica opinione (facendo oggettivamente gli interessi di chi non vorrebbe più né esistesse una, gli sgozzatori medesimi). Prendiamo le maggiori cariche istituzionali e governative che hanno voluto manifestare la nostra vicinanza ai dirimpettai d’Oltralpe. Iniziamo da Luigi Di Maio, ministro degli Esteri per meriti acquisti sul campo (nel senso di stadio San Paolo, ramo bibite&snack). “L’Italia esprime profondo cordoglio per il barbaro attentato di #Nizza. Siamo vicini al popolo francese e al dolore delle famiglie delle vittime. L’Italia ripudia ogni estremismo e resta al fianco della Francia nella lotta contro il terrorismo e ogni radicalismo violento”.
Sì, ma come avrebbe detto un praticante giornalista in era pre-politically correct, “chi?”. Quale tipo di terrorismo, chi è il soggetto in questione, di cosa diavolo stiamo parlando, rispondiamo almeno alla prima delle mitologiche “5 W”… Niente, il ministro già noto per aver collocato la Russia nel Mediterrraneo ci lascia col dubbio.
Ecco poi il presidente del Consiglio Conte che, nei marosi della propria logorrea erudita, si perde proprio quella parola lì. “Il vile attacco che si è consumato a Nizza non scalfisce il fronte comune a difesa dei valori di libertà e pace. Le nostre certezze sono più forti di fanatismo, odio e terrore. Ci stringiamo ai familiari delle vittime e ai nostri fratelli francesi. Nous Sommes Unis!”. Mais oui, et aussi réticents. “Libertà e pace”, poi, è un capolavoro di ignavia che retrospettivamente fa sembrare Chamberlain il fratello più duro di Churchill: non c’è pace, nelle strade di Francia e d’Occidente, c’è il sangue che scorre, e coloro che lo versano hanno nel mirino proprio la nostra libertà. Quindi l’unica sarebbe combattere, ma di fronte a Monsieur Pochette ritiriamo la proposta, che ci scappa da ridere.
Ipocrisia istituzioni
Mattarella, però, contiamo sull’inappuntabile presidente Mattarella. Il quale spedisce questo telegramma di solidarietà a Macron: “Appresa la terribile notizia della barbara uccisione di cittadini inermi a Nizza, desidero porgere a Lei, alle famiglie delle vittime e a tutti i cittadini francesi le espressioni della vicinanza e del profondo cordoglio della Repubblica Italiana. Nel condannare quest’ulteriore, deplorevole gesto di violenza, manteniamo ferma la determinazione nel contrastare il fanatismo di qualsivoglia matrice, a difesa di quei principi di tolleranza che costituiscono il tessuto connettivo delle nostre società democratiche”.

“Il terribile attentato di matrice islamica a Nizza, non è opera di ‘pazzi che vanno fermati’, ma di un terrorista consapevole e lucido che al grido Allāhᵘ akbar ha ucciso 3 persone. Fino a quando non avremo il coraggio della verità, la furia violenta non si fermerà” (Don Salvatore Lazzara).

E una pietra tombale ci ha messo la Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana della Pontificia Academia Mariana Internationalis, una delle sette accademie pontificie coordinate del Pontificio Consiglio della Cultura. In un testo (che segue) – che sembra scritto da un musulmano (o da un cristiano pronto a convertirsi all’Islam) si parla di “nuovo attentato fondamentalista”, di “gesto sacrilego, pieno di inumanità, di falsa religione e di disprezzo verso ogni autentica forma di convivenza sociale, politica e culturale”. Al grido “Fratelli tutti” si fa appello al dialogo, “alla mitezza, alla tenerezza, al rispetto reciproco e alla pacifica convivenza”. Anche qui nessuna traccia del vero nome del “nuovo attentato fondamentalista” (se questo non è far sottintendere che tra i cristiani ci sono fondamentalisti come tra i musulmani, il passi verso la giustificazione è breve: ricordiamo quanto dichiarò Bergoglio: “Se uno mi offende la madre gli do un pugno” [*]), non dico semplicemente “islamico”, ma neanche “assassinio criminale” o “terrorismo”, tanto meno la verità: TERRORISMO ISLAMICO CONTRO I CRISTIANI.

Ma quello che è più grave: questo ente della Santa Sede dopo avere menzionato il Profeto Muhammad parla di un certo “Profeta Gesù”. Si mi sbaglio mi corrigerete (come disse un Papa Santo). In tutta la Bibbia non si trova traccia di un “Profeta Gesù” e neanche di una “Madre Vergine del Profeta Gesù”. Nella mia ignoranza ho sempre letto “Maria Madre di Dio” e “Gesù Figlio di Dio”. Si sa come è, sono espressioni blasfemiche per l’Imam Nader Akkad e firmarle significherebbe il suo fine fisico. Mentre il Frate francescano Stefano Cecchin si è certamente dimenticato che San Francesco andò dal Sultano per convertirlo, non per essere convertito. Oggi, la Chiesa Cattolica Romana ha rinunciato a convertire i non credenti. Che sia pronta a convertirsi al grido del Takbīr (il nome dell’espressione araba islamica Allāhᵘ akbar?

[*] Una delle frasi più dure e ingiustificate pronunciate da Papa Francesco, durante il volo verso Manila il 15 gennaio 2015, rispondendo alle domande dei giornalisti, soffermandosi a lungo con un inviato francese: “Se uno offende mia madre io gli do un pugno”. Frase che sostanzialmente giustificava l’attentato contro il periodico Charlie Hebdo, a Parigi, nel quale i terroristi islamici uccisero 17 persone. Pensate per un attimo se un gesto del genere l’avessero compiuto Trump o Salvini o se avessero giustificato l’uso della violenza, magari dopo l’assalto alla casa del rabbino a New York o dopo la strage alla moschea in Nuova Zelanda. Cosa avrebbero scritto i giornali? Cosa avrebbero mostrato e commentato le Tv? E il Papa? Cosa avrebbe detto Bergoglio?

Anche la Presidenza della Conferenza Episcopale rifiuta di dire la verità. Riporto la lettera che Luca Del Pozzo ha scritto al Direttore de Il Foglio per commentare questo Comunicato della Presidenza Cei (segue il testo):
«Spiace constatare come la Chiesa italiana (e non solo) abbia fornito ieri un’ulteriore, irricevibile prova di funambolismo lessicale, disciplina in cui ormai da tempo ha raggiunto livelli di ineguagliabile eccellenza. Nell’intento di condannare l’ennesimo atto di terrorismo islamista, la cui ferocia ha manifestamente oltre che simbolicamente colpito tre cattolici, la presidenza dei vescovi italiani non ha saputo far di meglio che vergare un comunicatino dove in poco più di 700 battute non c’è la benché minima traccia di ciò che ha connotato la mattanza di Nizza.
Non una parola, un accenno, un pur flebile riferimento. Zero. La parola islam o l’aggettivo islamico/islamista (anche in questo caso contano più i sostantivi degli aggettivi?) sono semplicemente assenti (e mai come in questa occasione del tutto ingiustificati).
Se uno non sapesse cos’è accaduto, a leggere la nota della Cei potrebbe pensare tutto e il contrario di tutto. Incluso che a commettere l’orrendo eccidio sia stato un fondamentalista cristiano (perché anche tra i cristiani esistono i fondamentalisti, giusto?).
È solo continuando a far finta di non vedere ciò che invece è sotto gli occhi di tutti (persino, pensa un po’, di quegli stessi islamici che hanno parlato di “abominevole attacco terroristico”) che si può parlare di una non meglio precisata “cultura dell’odio e del fondamentalismo che usa l’alibi religioso” così come di una comunità cattolica francese “colpita da un’azione criminale e dissennata” che, ripetiamo, messa così non significa assolutamente nulla (il resto della nota lo lasciamo ai volenterosi che vorranno sorbirsela, magari previa assunzione di un gastroprotettore a rilascio lento). Intendiamoci.
Non è stata la prima e non sarà l’ultima volta che toccherà assistere a simili performance che non fanno altro che confermare un ormai consolidato atteggiamento di malcelata quanto ingiustificata sudditanza culturale della chiesa italiana spacciata, quel che è peggio, per evangelica apertura all’ascolto e al dialogo. Come se chiamare le cose per nome fosse sinonimo di intolleranza. Ma c’è ben poco di cui meravigliarsi. Tanto più se si scrivono documenti, come la recente enciclica “Fratelli tutti”, dove in scia a una stravagante rilettura delle fonti francescane si è arrivati a parlare di “sottomissione” quale atteggiamento consigliato da san Francesco “pure nei confronti di coloro che non condividevano la loro fede”. Detto fatto.
Luca Del Pozzo».

Email della Sala Stampa della Santa Sede
Comunicazione ai giornalisti: Attentato nella Cattedrale di Nizza, 29 ottobre 2020
In merito al recente attentato compiuto nella Cattedrale di Nizza, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha affermato quanto segue:
“È un momento di dolore, in un tempo di confusione. Il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati. L’attacco di oggi ha seminato morte in un luogo di amore e di consolazione, come la casa del Signore. Il Papa è informato della situazione ed è vicino alla comunità cattolica in lutto. Prega per le vittime e per i loro cari, perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici, perché l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene”.

Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 561
Il cordoglio del Santo Padre per le vittime dell’attentato avvenuto a Nizza (Francia), 29.10.2020
Pubblichiamo di seguito il telegramma di cordoglio per le vittime dell’attentato avvenuto questa mattina nella Basilica di Notre-Dame a Nizza (Francia), inviato a nome del Santo Padre Francesco al Vescovo della Città, S.E. Mons. André Marceau, dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin:
Son Excellence Monseigneur André MARCEAU
Evêque de Nice
Informé du sauvage attentat qui a été perpétré ce matin dans une église de Nice, causant la mort de plusieurs personnes innocentes, Sa Sainteté le Pape François s’associe par la prière à la souffrance des familles éprouvées et partage leur peine. Il demande au Seigneur de leur apporter le réconfort et il recommande les victimes à sa miséricorde. Condamnant de la plus énergique manière de tels actes violents de terreur, il assure de sa proximité la Communauté catholique de France et tout le peuple français qu’il appelle à l’unité. Confiant la France à la protection de Notre-Dame, il donne de grand cœur la Bénédiction apostolique à toutes les personnes que touche ce drame.
Cardinal Pietro Parolin
Secrétaire d’État de Sa Sainteté

Pontificia Academia Mariana Internationalis
Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana
Città del Vaticano, 29 ottobre 2020

La Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana della Pontificia Academia Mariana Internationalis ha appreso la notizia del nuovo attentato fondamentalista commesso in Francia, a Nizza, all’interno della Basilica dedicata a Notre-Dame. Con la Pontificia Academia Mariana Internationalis essa prova orrore e immensa tristezza per questo gesto sacrilego, pieno di inumanità, di falsa religione e di disprezzo verso ogni autentica forma di convivenza sociale, politica e culturale.
Il sangue umano è stato ancora versato all’interno di un luogo di pace dedicato alla Madre di Gesù in un giorno in cui l’Islam è in festa: oggi, infatti, è la ricorrenza della nascita del Profeta Muhammad (la Pace e le benedizioni siano su di lui) e tutta la comunità musulmana mondiale si incontra per festeggiare la misericordia di Dio per l’umanità. La nascita dei profeti è il segno tangibile della cura che l’Onnipotente non smette di avere per ogni vivente, affinché la vita sia promossa, difesa, amata.
Questo sangue versato oltraggia il Profeta Muhammad; oltraggia la Madre Vergine del Profeta Gesù; oltraggia la pace e le benedizioni che sono su di loro perché siano anche su di noi; oltraggia l’Altissimo, separa da Lui e dalla comunità dei credenti in Lui e nella sua misericordia. L’odierna festività della nascita del Profeta Muhammad è stata annullata in Francia, come segno di lutto per la perdita di persone care, di famiglia, e di vicinanza a chi è stato colpito dal fondamentalismo omicida.
La Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana della Pontificia Academia Mariana Internationalis, camminando sui medesimi passi, propone ai musulmani e ai cristiani di ritrovarsi insieme — nel rispetto delle norme previste dai singoli Stati per contrastare la pandemia da Covid-19 e nelle forme che si riterranno di conseguenza più opportune — per insieme pregare e insieme trovare i mezzi per cooperare, come individui, famiglie e comunità, nella costruzione delle condizioni sociali, culturali, politiche, economiche e religiose grazie a cui ogni uomo e donna, quale che sia il loro credo religioso, si possano riconoscere nel grido Fratelli tutti.
L’educazione alla mitezza, alla tenerezza, al rispetto reciproco e alla pacifica convivenza è l’unica e vera arma che i credenti sono autorizzati ad usare: tutto il resto è escluso, senza se e senza ma.
Il Misericordioso benedica questo coraggioso ritrovarsi insieme nella preghiera e nell’impegno sociale; dia il premio alle vittime innocenti; e ci faccia trovare in Notre-Dame, Maria, autentiche vie di pace e di benedizione che custodiscano, promuovano e difendano la vita di tutti e ciascuno.
Imam Nader Akkad
Frate Stefano Cecchin, OFM

Comunicato della Presidenza CEI: dolore e vicinanza alle vittime di Nizza

La Presidenza della Cei esprime dolore e vicinanza alle vittime del crudele attentato di Nizza e alle loro famiglie, ai Pastori e ai fedeli di Francia. Esprime, allo stesso tempo, la più ferma condanna della cultura dell’odio e del fondamentalismo che usa l’alibi religioso per corrodere con la violenza il tessuto della società. Si stringe in preghiera alla comunità cattolica francese, colpita ancora una volta da un’azione criminale e dissennata, nella speranza evangelica che l’odio di pochi non dissipi il patrimonio prezioso costituito da una grande maggioranza di persone di diverse religioni che, quotidianamente, testimoniano in pace l’esperienza gioiosa della fraternità nella multiculturalità.

I decapitati nella cattedrale di Nizza
Massacro a Nizza. Il killer islamico nella cattedrale è un attacco a tutto l’Occidente
Quattro attacchi terroristici in un giorno, tre morti e il consolato di Macron in Arabia preso d’assolto. Tutto per una vignetta satirica. Chi pensa di salvarsi piegandosi sbaglia
Bisogna reagire all’islam
di Renato Farina
Libero, 30 ottobre 2020

Tre morti, molti feriti, mentre pregavano in chiesa a Nizza, decapitati o sgozzati da un tunisino di 21 anni, accolto amorevolmente a Lampedusa dal nostro governo, il famoso viaggio della speranza sì, però quella di ammazzarci. Tampone al volo, ok, carta timbrata, in perfetta forma per scannare i cristiani. Il dolore si mescola al sarcasmo, scusate. L’orrore lascia spazio alla costernazione per la nostra imbecillità che pretende pure di sventolare il vangelo come ragione di questa follia complice del terrorismo. Che vergogna pesa su di noi. Questo governo con decreti complici – l’ultimo è datato 21 ottobre – fa sì che qualunque terrorista, proveniente da qualsiasi Paese, trovi qui la logistica perfetta per le stragi di cristiani. Che rabbia. Su queste colonne nei mesi scorsi abbiamo dato spazio alle notizie di decine e centinaia di militanti dell’Isis e di Al Qaeda, rientrati in Tunisia e imbarcati per l’Italia. A questa invocata prudenza si è risposto mettendoci fuori dal recinto dell’umanesimo dalla sinistra, e pure scomunicati perché tutti costoro sono “profughi come Gesù Cristo”. Ma non si doveva essere astuti come serpenti, oltre che ingenui come colombe? Figuriamoci.
Alle tre del pomeriggio tutte le campane di Francia hanno suonato a morto. Sarebbe stato bello lo si fosse fatto anche in Italia. Nizza è più vicina a Milano e Roma che non a Parigi. I vescovi francesi hanno dato questa disposizione, e dovunque alle 15 e 15 di là delle Alpi, nel Paese laico per eccellenza ci sono state messe per le vittime, e la gente arrivava, pure quella che ha dovuto ripescare nelle nebbie il ricordo del segno della croce. Emmanuel Macron ha parlato ai francesi, individuando subito il nemico nel “terrorismo islamico” e ha proclamato il “sostegno ai cattolici a nome della intera nazione”. Gli ha risposto la Conferenza episcopale: “Malgrado il dolore che li stritola, i cattolici rifiutano di cedere alla paura. I cattolici si raduneranno dovunque a pregare”. Altrove, dalle parti di Avignone e a Lione, altri assassini hanno cercato di compiere una medesima strage. Fermati appena in tempo.
In vasti ambiti della comunità musulmana transalpina, che raccoglie 5,7 milioni di fedeli del Profeta, ormai non esiste più soluzione di continuità nella filiera islamica tra cellule armate, correnti radicali ma finora distanti dal terrorismo, e molti ex-moderati oggi seguaci fanatici del presidente turco Erdogan, che ha istigato alla ribellione “un miliardo e mezzo di credenti” dando del pazzo a Macron che aveva condannato quindici giorni fa la decapitazione del professore di storia Samuel Paty, e aveva esaltato il diritto alla libertà, base della civiltà europea, compreso quello dell’insegnante di esibire le vignette “blasfeme” di Charlie Hebdo. Erdogan ha chiamato di fatto alla rivolta contro il proposito dell’Eliseo e del Parlamento francesi di “costituzionalizzare” l’islam, decretandone l’illegittimità quando nega i principi su cui si regge la République. Inaccettabile dal punto di vista della massima espressione politico-religiosa di questa religione impazzita: Erdogan vuole esattamente il contrario, vorrebbe cioè islamizzare l’Europa e ha costituito per questo un esercito di 700 imam da esportazione, tra cui la metà ospitati in Francia. Ha un’arma potente di ricatto: la sua armata è la più forte della Nato, la quale a sua volta preferisce essere lo struzzo che non vede, piuttosto che il leone che ruggisce, America compresa.

VITTIME CRISTIANE

Ammetto, non riesco a non identificarmi con i morti, mi è impossibile non sedermi con l’immaginazione nella pozza di quel sangue, e segnarmi con esso. Esagero. Il cattolicesimo è troppo carnale per essere politicamente corretto. Ma non posso farci niente. Erano fratelli, parte di quel biblico e minuscolo resto d’Israele di frequentatori quotidiani delle messe. In Francia poi, una rarità assoluta. Capire chi erano le vittime forse aiuta a comprendere quale sia il nuovo bersaglio prelibato dei terroristi islamisti. Li chiamo così anche se questo linguaggio è vietato dal Consiglio e dal Parlamento d’Europa perché considerato islamofobo. E anche evitato dal Papa, per non associare gli assassini all’islam ritenuto in sé non violento e dialogante. Giusto per evitare repliche assassine, evitare di fornire pretesti. Ma è la realtà ad urlare “Allah-u-Akbar”, e a milioni lo stanno ripetendo, facendo coro, e non riusciamo ad essere sordi.
La prima è lei. Era andata di buonora in chiesa a pregare, dicono i testimoni. La si vedeva spesso salire i cinque gradini del sagrato e quasi fondersi nel biancore neogotico della basilica di Notre-Dame, nell’alba marinara di Nizza. A settant’anni si ha tanto da chiedere a Dio per i nipoti. Se ne stava andando. Si era avvicinata all’acquasantiera, dimenticando che è vuota, e invece c’è il flacone con il gel disinfettante. Le si era avvicinato il sacrista a ricordarglielo e a dirle qualcosa, suppongo: “Si dice che le chiese da lunedì chiuderanno per le re-confinement, ma i vescovi stanno protestando”. Magari l’avesse già chiusa… Ma no…  Sarebbero entrati suonando e chiedendo la carità in un convento, bussando in un rifugio per barboni tenuto da preti e suore. Cercavano quello: gole cattoliche. È il loro mestiere essere martiri. Ma una pensionata, un sacrestano, come si fa? Che acqua tossica ha bevuto questa schiatta sanguinaria?

IL SACRESTANO

Vincent, 45 anni, sposato con due figli, da dieci anni angelo custode del piccolo gregge. Altre voci si spandono tra le navate, un sussurrio: “Je vous salue Marie”. Ed ecco irrompe nella pace un urlo rauco: “Allah-u-Akbar!”. Il coltello si muove con furia esperta. La nonna cade per prima, la testa resta attaccata al busto solo con un brandello di pelle candida. La figlia correrà dopo poco verso la chiesa per un presentimento. Un lago di sangue, le vetrate ne parlano: gocciola dal collo dell’agnello in un calice. Ma questo è vivo, non è il vino transustanziato, somiglia a quello sul Calvario di duemila anni fa, è uguale a quello versato in questi primi decenni da migliaia di decapitati in Libia o in Iraq che recitavano il Padre nostro in aramaico. Cristiani, ma quel sangue e la testa mozzata è la medesima del professore Paty. Vincent geme sgozzato. L’uomo – si può dire che è islamico? – impazza contro chiunque sia lì con il torto di essere cristiano, peggio ancora cattolico per di più praticante, nel momento in cui è abbandonato e perciò inerme, perfetto per la lama. Balza addosso anche a una signora di trent’anni, riesce a bucarle la gola, mentre la vita le sgorga via, riesce a uscire, a entrare in un bar, dice accasciandosi: “Dite alla mia famiglia che l’amo”.
La risposta a questa tremula dichiarazione in cui consiste l’essenza della razza umana e del cristianesimo – l’amore – è stato il latrato irrefrenabile dell’assassino: “Allah-u-Akbar!”. Due minuti. Agenti della polizia municipale irrompono in basilica. Abbattono l’assassino. Fanno in modo di non ucciderlo. Eccolo ancora e ancora, mentre viene curato in ospedale, ripetere il nome di chi crede suo mandante e troppi come lui nel cuore della nostra Europa: “Allah-u-Akbar!”.
Chissà se qualcuno in piazza esibirà il cartello “Je suis catholique”, alle prossime manifestazioni di sacrosanta protesta e solidarietà. Basterebbe anche un più laico: “Non possiamo non dirci cristiani”.

Postilla

«Una delle tre vittime della strage avvenuta presso la Basilica di Notre Dame di Nizza è Simone Barreto Silva, giovane donna di origine brasiliana e residente da molti anni in Francia.
Ferita gravemente mentre era in chiesa, era riuscita a fuggire per chiedere aiuto, rifugiandosi in un vicino caffè, ma sentendo fuggire la vita, come ultimo desiderio, ha chiesto ai primi soccorritori di far sapere ai suoi tre figli piccoli che la mamma li amava molto.
Simone non è stata uccisa da una “qualsiasi ideologia”, perché quella ideologia che sparge morte, terrore e sopraffazione da oltre 1400 anni ha un nome preciso “Islam” e fa riferimento a testi considerati sacri ed infallibili, tanto tenuti in onore dai musulmani da rendere impermeabile l’Islam a qualsiasi tentativo di laicizzazione e modernizzazione (leggi: moderazione) che Benedetto XVI ricordava nel celebre discorso di Ratisbona, venendo conseguentemente linciato “urbi et orbi”.
Simone è morta per il suo essere cristiana ed è stata uccisa “in odium fidei”, visto che per i musulmani tra gli stupidi bestemmiatori seriali di Charlie Hebdo, campioni insensati di un laicismo ateo, senza dio e anticristiano, e dei “poveri cristi” che sono in una chiesa cattolica a pregare, non v’è alcuna differenza.
Eterna sia la sua memoria!» (dal profilo Facebook “Mons. Eleuterio Favella”).

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