Tutto pronto per l’economia di Francesco

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Si terrà dal 19 al 21 novembre ‘The Economy of Francesco’, l’incontro con i giovani economisti e imprenditori voluto da papa Francesco, in modalità online con diretta streaming da Assisi e collegamenti con oltre 120 Paesi ed aperto dalla partecipazione virtuale del papa. Si potrà seguire l’evento sul portale francescoeconomy.org e i canali social.

L’evento durerà 4 ore al giorno e una maratona di 24 ore, il 20 novembre, grazie ai collegamenti e ai contributi di giovani connessi in 20 Paesi diversi. La location principale sarà la Basilica di San Francesco d’Assisi collegata con altri 5 luoghi significativi per la vita del Santo: Santuario di Rivotorto, Chiesa di San Damiano, Basilica di Santa Chiara, Santuario della Spogliazione e Palazzo Monte Frumentario.

Nella presentazione dell’evento p. Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi e Responsabile per la struttura informativa di ‘The Economy of Francesco’, ha illustrato la nascita dei Monti di Pietà, che ebbero vita proprio da un’idea di san Francesco: “Siamo chiamati a ri-pensare alle prospettive che sogniamo… Le parole di Francesco hanno portato i suoi figli a elaborare i Monti Frumentari e di pietà.

Il monte di pietà è un’istituzione finanziaria senza scopo di lucro, di origini tardo-medievali, sorta in Italia nella seconda metà del XV secolo su iniziativa di alcuni frati francescani, allo scopo di erogare prestiti di limitata entità (microcredito) a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato.

L’erogazione finanziaria avveniva in cambio di un pegno: i clienti, a garanzia del prestito, dovevano presentare un pegno che valesse almeno un terzo in più della somma che si voleva fosse concessa in prestito. La durata del prestito, di solito, era di circa un anno; trascorso il periodo del prestito, se la somma non fosse stata restituita il pegno sarebbe stato venduto all’asta”.

Nella storia i Monti di Pietà ebbero una funzione importante: “Con la loro opera tutti questi monti si proponevano di arginare la piaga dell’usura nei confronti di chi, troppo povero per essere considerato solvibile dagli scarsi istituti finanziari dell’epoca, spesso cadeva vittima degli strozzini.

Tutte queste iniziative, inoltre, elargendo i loro prestiti caso per caso in funzione delle effettive necessità (microcredito), possono essere visti come i primi finanziatori del credito al consumo o anche come delle banche dei poveri ante litteram. Sempre dalla cultura francescana nasce la partita doppia, per capire ciò che entra e ciò che esce per far quadrare l’essenziale delle scelte e della solidarietà”.

Il prof. Luigino Bruni, docente ordinario di Economia Politica presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma e responsabile scientifico di ‘The Economy of Francesco’, ha sottolineato che l’economia ha la necessità di fraternità:

“Non basta una economia green per avere una economia di Francesco. Occorre anche l’inclusione dei poveri, il protagonismo dei giovani, la coltivazione della vita interiore. C’è oggi una ‘economia green’ che non ha alcun interesse e attenzione per i poveri e per le diseguaglianze. L’Economia di Francesco non può essere solo ecologica…

L’economia di ieri è stata tutta esterna, tutta giocata sui beni esteriori, e così ha trascurato troppi beni invisibili, come i beni relazionali e i beni morali. Il capitale spirituale è il primo asset che manca nelle imprese, i cui effetti abbiamo visto e continuiamo a vedere”.

Suor Alessandra Smerilli, professore ordinario di Economia Politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e Membro del Comitato scientifico di ‘The Economy of Francesco’, ha descritto il lavoro svolto in questi mesi dai giovani:

“I giovani non hanno lavorato da soli in questi mesi. Da quando si è stati obbligati a rimandare l’evento previsto nello scorso marzo, i tre giorni di incontro che avrebbero dovuto vivere ad Assisi, sono diventati 9 mesi di lavoro a distanza, divisi nei 12 villaggi tematici: lavoro e cura; management e dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; policies for happiness; CO2 della disuguaglianza; business e pace; economia è donna; imprese in transizione; vita e stili di vita”.

L’avv. Francesca Di Maolo, presidente dell’ ‘Istituto Serafico’ di Assisi e membro del Comitato organizzatore di ‘The Economy of Francesco’, ha spiegato il motivo della presenza dell’Istituto assisate: “Il Serafico partecipa a The Economy of Francesco per dare voce a tante persone ferite dalla povertà, dal limite, dalla malattia e dall’abbandono. Siamo in questo processo sin dall’inizio per aiutare i giovani economisti a tenere fissi i loro occhi sulle persone che sono ai margini delle nostre strade.

Nessuna strategia, nessun progetto potrà essere davvero innovativo se non porta con sé i volti che danno senso e fine alle azioni. L’evento di Assisi si aprirà con un video realizzato dai ragazzi del Serafico che parla del sogno segreto che custodiscono nella loro anima”.

Infine in collegamento dall’Argentina la dott.ssa Florencia Locascio, membro dello staff di ‘The Economy of Francesco’, ha  spiegato come avverrà la partecipazione dei giovani: “I partecipanti dei diversi paesi e regioni si stanno organizzando in HUBs, (inteso come nodo della rete) per partecipare all’evento in piccole comunità territoriali.

Quando la situazione sanitaria lo permette, con incontri in presenza, e in altri paesi, invece, con attività online locali complementari al programma principale.

Per dare alcuni esempi, ci saranno dei hubs territoriali dalla Colombia agli Emirati Arabi; il Camerun che avrebbe portato una quindicina di partecipanti ad Assisi, ora farà un’attività locale con quasi un centinaio di giovani, per seguire insieme l’evento e fare dei momenti di scambio e lavoro con i giovani del posto.

Il Messico avrà 6 hubs in diverse regioni del paese. Il numero totale di Hubs a livello internazionale è ancora incerto, per che i partecipanti stanno registrando nuovi punti in questi giorni”.

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