Cattolici in Piazza San Pietro chiedono chiarezza al Papa e dodici omosessuali esprimono a Vatican News loro smarrimento per la promozione bergogliana delle unioni civili tra persone dello stesso sesso

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Non si placa la polemica sulla parole del Papa sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, incluse nel docufilm “Francesco” del regista russo Evgeny Afineevsky, che furono estrapolate da diverse vecchie interviste e rimaneggiate. Quindi, non si tratta neanche di un lavoro originale (su cui il registo ha detto diverse bugie, smascherate per di più) e ingiustamente insignito da premi, riconoscimenti e (la più alta) benedizione. L’ideatrice del Premio Kinéo, Rosetta Sannelli ha dichiarato, bontà sua: “Su unioni gay polemiche gratuite”. Un “giudizio” a vanvera, di cui in pochi si trovano d’accordo.

Il docufilm “Francesco” fu presentato in anteprima al Festival di Roma il 21 ottobre e insignito nei Giardini Vaticani il 22 ottobre del “Kinéo Movie for Humanity Award” (assegnato a chi promuove temi sociali e umanitari). Inoltre, Papa Francesco, prima della consueta udienza generale di mercoledì 21 ottobre, ha ricevuto in una saletta adiacente l’Aula Paolo VI il regista e tutti i suoi collaboratori, dando così la sua benedizione alla pellicola.

Francesco Antonio Grana ha rivelato su Ilfattoquotidiano.it, che in una mail della Direzione editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede – che ha pubblicato integralmente e in esclusiva – è contenuto l’ordine di censurare tutto ciò che riguarda il documentario nel quale Bergoglio pronuncia il suo sostegno alle unioni civili di persone dello stesso sesso. A firmarla è Massimiliano Menichetti, Responsabile della testata Radio Vaticana – Vatican News e del Centro Editoriale Multimediale del Dicastero, ma è evidente – sottolinea il vaticanista di Ilfattoquotidiano.it – che riporta le indicazioni dei vertici del Dicastero della Santa Sede che si occupa dei media: “Buono giorno a tutti, in riferimento al clamore suscitato dal film ‘Francesco’ del regista russo Evgeny Afineevsky, per ora non usciamo con NESSUNA notizia, né radio, né web. Nulla anche sul film o la premiazione di oggi in Vaticano. È attivo un confronto per fronteggiare la crisi mediatica in atto. Non è esclusa una comunicazione di Sala Stampa. Per favore segnalatemi se potete, a metà giornata e alla fine, eventuali reazioni di ascoltatori e follower. Non è necessario girarmi i commenti, bastano due righe di sintesi. Grazie, Massimiliano Menichetti”.

Quindi, nel totale silenzio della comunicazione istituzionale della Santa Sede, con una censura imposto dall’alto, un gruppo di omosessuali, cattolici e non, hanno inviato una Lettera aperta alla Redazione di Vatican News.

Inoltre, come ha raccontato Edward Pentin su Catholic National Register, un gruppo di cattolici ha pregato in Piazza San Pietro sotto le finestre della Terza Loggia del Palazzo apostolico (dove una volta abitavano dei Papi nell’Appartamento pontificio), chiedendo Bergoglio chiarezza sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, provocando l’offensiva reazione del Professore italo-americano Massimo Faggioli: “Questi sono idioti”.

Molto più utile invece ci risulta una analisi di Gerald O’Connell (da cui facciamo seguire ampi stralci in una nostra traduzione italiana dall’inglese) – certamente non un anti-bergogliano, che oltretutto scrive per la rivista dei gesuiti americani (che annovera tra i suoi redattori il gesuita pro-sodomia Padre James Martin) – sul (non) funzionamento del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede (su cui ci siamo espressi già molte volte, ex professo, visto che ci ho lavorato come Assistente della Sala Stampa della Santa Sede per tre decenni) e non solo in questo caso.

Appello di Francesco per le unioni civili non è un errore di traduzione. E fu censurato nell’intervista pubblicato il 28 giugno 2020 – 23 ottobre 2020
Gli insidiosi attacchi contro la famiglia nella moderna civiltà edonistica. Parole di San Giovanni Paolo II (1994) e del Cardinale Ratzinger (2003) – 24 ottobre 2020
Ombra di scisma dietro lo strappo papale sugli omosessuali. La lettera di Mons. Carlo Maria Viganò a “La Verità” – 24 ottobre 2020

Particolarmente discusse nel docufilm “Francesco” sono le parti prese dall’intervista condotta da Valentina Alazraki e pubblicata il 28 maggio 2019 da Vatican News e L’Osservatore Romano, e da cui le parole in grassetto a suo tempo furono censurate, quindi non trasmesse né pubblicate: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo” (Papa Francesco).

Umberto La Morgia.

Ieri, 24 ottobre Umberto La Morgia, omosessuale e Consigliere Comunale presso Comune di Casalecchio di Reno, ha pubblicato sul suo diario Facebook una lettera aperta alla Redazione di Vatican News, firmato da lui stesso con altre undici omosessuali italiani. È una lettera chiara, che testimonia la sofferenza vissuta da molto persone – anche omosessuali, cattolici e non – per le parole del Papa. Ecco il post:

**Lettera di dodici omosessuali a Vatican News**
Spett. Redazione,
Noi omosessuali cattolici e non cattolici, ma comunque contrari all’ideologia LGBT+ e all’utero in affitto contro cui ci battiamo con forza in quanto degrado della dignità umana, siamo sgomenti dalle dichiarazioni emerse di Papa Francesco sul tema della famiglia omosessuale: dalla sorta di collage fatto emergere.
Il vostro silenzio non è ammissibile.
Ci aspettavamo in particolare almeno da questa redazione parole chiare vista la sconcertante strumentalizzazione delle parole del Santo Padre. Sono ovunque le reazioni di tripudio di tutto il mondo LGBT, di quelle agenzie della “colonizzazione ideologica” gender che tanto preoccupa il Papa, e sono reazioni contro di noi.
Dopo l’uso e l’abuso di tali dichiarazioni da parte di media, politici ed esponenti di spicco del pensiero laicista e anticlericale ci aspettiamo almeno una rettifica, una delucidazione, un chiarimento.
Gli omosessuali che cercano di vivere eroicamente la sfida del messaggio cristiano ora sono spaesati, non consolati.
E coloro che invece non hanno il dono della fede o che non seguono la totalità dei precetti della Dottrina, ma che comunque hanno ben chiare le laiche e immutabili leggi della vita e della biologia e vogliono difenderle, sono altrettanto sgomenti.
Giusta l’accoglienza di tutti e la misericordia. Ma possibile che non sia pervenuta nessuna parola di ripudio della maternità surrogata o della mondana logica del “figlio a ogni costo”? Siete consapevoli che si sta prestando il fianco alle peggiori ideologie anti-umane a cui il Papa ha espresso più volte contrarietà e ai fautori di leggi liberticide che potrebbero a breve impedire la libera espressione sia del pensiero cristiano che del pensiero autenticamente scientifico, specie in merito a filiazione, genitorialità e identità di genere?
Non ricordate quanto è stato arduo arginare le derive ideologiche e garantire ai bambini il diritto ad avere un padre e una madre quando la legge sulle unioni civili era in approvazione qui in Italia? Qualcuno per caso ha disprezzo del lavoro fatto dal mondo cattolico e dalla società civile in quel periodo e finora per la famiglia naturale?
Parlate chiaro. Esprimetevi.
Lo smarrimento è grande.
Non sono più tempi per diplomazia e mondanità.
Noi ci siamo.
Grazie.
Cordialmente,
Umberto La Morgia
Carlotta Marcianesi
Giorgio Ponte
Lorenzo Liberato
Alessandro Gobbetti
Paolo Olivieri
Marco Travaglio (non il giornalista)
Giovanni Luca Perrella
Pierpaolo Napoli
Tommaso Zarattin
Francesco Padula
Stefano Gibellini

Il 21 ottobre Umberto La Morgia aveva già pubblicato il post seguente:

***DA CATTOLICO E DA OMOSESSUALE SONO SCONCERTATO***
Una coppia gay italiana “fa tre figli” con la maternità surrogata in Canada e scrive al Papa preoccupata che i bambini possano essere discriminati a lezione di Catechismo. Il Papa risponde di portarli lo stesso e che questi pregiudizi vanno superati. Bene che ci vadano in chiesa, per carità. Ma nessuna parola, nessun commento sulle modalità con cui hanno avuto quei bambini? Solo volemose bene? Spero non sia così. In ogni caso complimenti. La confusione totale all’interno della Chiesa e della società civile continua e i paladini della legge Zan liberticida fanno festa.

E il 23 ottobre Umberto La Morgia ha pubblicato questo ulteriore post:

“Dio ti ha fatto gay”: disse Papa Francesco a un tale Juan. Non capisco cosa voglia dire perché l’omosessualità non è una caratteristica innata dell’individuo. Non si nasce gay. Dio non ti “fa” gay.

Tra i commenti citiamo:
«Una testimonianza preziosa, che richiama l’urgenza di dire chiaramente che l’associazionismo LGBTQI non ha e non può avere il monopolio della “questione omosessuale”; trattasi di un mondo più ampio, molto spesso offeso dalla banalizzazione di questioni piegate più alla causa politica e dell’attivismo che davvero attente alla dimensione umana e alla complessità di tale situazione. Ma nella Chiesa, purtroppo, l’associazionismo LGBTQI ha preso piede e potere, e l’occasione di una riflessione e di una pastorale in tal senso rischia di venire strumentalizzata, proprio come stiamo vedendo. Avete la mia solidarietà» (Vincenzo D’Agostino).

Fedeli e sacerdoti Cattolici Romani pregano in Piazza San Pietro perché venga fatta chiarezza dopo la promozione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso di Papa Francesco. “Questi sono idioti” (Prof. Massimo Faggioli)

Un gruppo di fedeli e sacerdoti cattolici si riuniscono in Piazza San Pietro per pregare il 24 ottobre 2020 (Foto di Edward Pentin/Catholic National Register).

Edward Pentin ha raccontato ieri, 24 ottobre 2020 in un articolo su Catholic News Register (che riportiamo nella traduzione italiana a cura di Annarosa Rossetto per il Blog di Sabino Pacciolla Oltre il giardino) di una iniziativa di alcuni fedeli cattolici, nata in risposta alle affermazioni di Papa Francesco, riportate nel docufilm “Francesco”, in cui ha ribadito il suo incondizionato sostegno alle leggi sull’unione civile per le persone dello stesso sesso. La manifestazione di preghiera in Piazza San Pietro aveva lo scopo di chiedere a Bergoglio che spieghi il significato delle sue parole e ricordi a giornalisti, commentatori e attivisti LGBTQI+ che ci hanno ulteriormente ricamato su, e ai fedeli sconvolti e sconcertati, quali sono i punti fermi della Dottrina della Chiesa Cattolica Romana sulla questione dell’omosessualità (che non sono un mistero, perché esposti con chiarezza nel Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri 2357, 2358 e 2359 (QUI).

Un gruppo di fedeli e sacerdoti cattolici si riuniscono in Piazza San Pietro per pregare il 24 ottobre 2020 (Foto di Edward Pentin/Catholic National Register).

“Questi sono idioti. Ma è chiaro che Francesco dando accesso ai cineasti produce un nuovo genere letterario nell’insegnamento papale che richiede un’ermeneutica “cattolica” sempre più minacciata dal rapporto religione-moderni mass media. Questi sono idioti” (Massimo Faggioli, nostra traduzione italiana dall’inglese).

In questo modo, il sempre misericordioso, caritatevole ed ecumenico italo-americano Prof. Faggioli (con la testa così aperta, che il cervello è caduto fuori nella Chiesa in uscita) inveisce contro il male della chiarezza!

Ha proprio ragione il Professor Maximum Beans, la chiarezza è il supremo pericolo e il male in assoluto per i sanitari clericali della chiesa-ospedale (psichiatrico)-di-campo.

Però, pensando e parlando in modo autenticamente cattolico – cosa che il Prof. Beans fa mai – se il Papa è stato frainteso, lascia che chiarisca, se questi “idioti” hanno torto e quello che ha detto è giusto, allora lo rinforzi e chiarisca.

Un gruppo di fedeli e sacerdoti cattolici si riuniscono in Piazza San Pietro per pregare il 24 ottobre 2020 (Foto di Edward Pentin/Catholic National Register).

Cattolici pregano per chiarezza in piazza San Pietro dopo le osservazioni di Papa Francesco sugli unioni civili
L’iniziativa nasce in risposta alle osservazioni di Papa Francesco, riportate in un nuovo documentario, in cui ha dato il suo più che chiaro sostegno alle leggi sull’unione civile per le coppie dello stesso sesso
di Edward Pentin
National Catholic Register, 24 ottobre 2020

Un gruppo di fedeli laici e sacerdoti si è riunito questo pomeriggio in Piazza San Pietro per chiedere a Papa Francesco di chiarire le sue affermazioni sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso che i media e i politici di tutto il mondo hanno interpretato come un cambiamento significativo nell’insegnamento della Chiesa.
Il gruppo, guidato dal laico austriaco Alexander Tschugguel che è salito alla ribalta lo scorso anno dopo aver gettato le statue della Pachamama nel Tevere durante il Sinodo dell’Amazzonia, si è riunito all’ombra della basilica di San Pietro verso le 17:00 dove sono rimasti fermi e si sono inginocchiati in preghiera silenziosa.
Davanti a loro, vicino alla recinzione perimetrale della piazza, i partecipanti hanno tenuto in alto un grande striscione con la scritta: “Santo Padre, chiediamo chiarezza sulle unioni civili omosessuali”, che le autorità vaticane hanno permesso di esporre per 10 minuti prima di chiedere che venisse rimosso. È un fatto raro che venga permessa l’esposizione di un grande striscione di questo così vicino alla piazza e in modo da avere un tale risalto.
L’iniziativa nasce in risposta alle affermazioni del papa, riportate in un nuovo documentario intitolato Francesco, in cui ha dato il suo più chiaro sostegno alle leggi sull’unione civile per le coppie dello stesso sesso. Il Vaticano deve ancora offrire chiarimenti o risposte ai commenti in merito.
I critici affermano che le considerazioni del Papa, sebbene espressi come opinione personale, significano una rottura con l’insegnamento della Chiesa sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, in particolare un documento del Vaticano del 2003 che le si opponeva chiaramente e gli hanno chiesto una ritrattazione.
Molti politici e media, poi, hanno distorto le frasi del Papa insinuando che stava dando non solo un tacito appoggio allo stile di vita omosessuale, ma anche all’adozione omosessuale, cose alle quali si è invece fermamente opposto in passato.
“L’obiettivo del nostro incontro qui non era quello di provocare scandalo, ma di portare un messaggio al Santo Padre”, ha detto Tschugguel che gestisce l’Istituto San Bonifacio, un’organizzazione fondata per aiutare i laici cattolici a farsi sentire.
Ma Tschugguel ha aggiunto che “il problema con questa citazione del Papa è che viene usata per portare avanti un duro programma anticattolico”. Si è riferito in particolare al presidente venezuelano Nicolas Maduro che giovedì ha chiesto al parlamento del suo Paese di discutere di “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, citando le parole del Papa. “Maduro ora si sente autorizzato a fare questo grande passo”, ha detto Tschugguel.
Anche i promotori di un disegno di legge sulle unioni civili nelle Filippine, tra cui il Presidente, hanno usato le osservazioni del Papa per spingere affinché la legge passi, mentre almeno un quotidiano ampiamente diffuso nel Regno Unito ha interpretato le osservazioni del Papa sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso come benedizione al “matrimonio gay”.
Tschugguel ha detto che “non ha importanza” che il Papa la pensi diversamente e abbia sostenuto il matrimonio tradizionale solo tra un uomo e una donna. “Sappiamo che lo pensa, ma i media di tutto il mondo, dal giornalino della metropolitana ai grandi quotidiani, non lo riportano. Non dicono che non è un cambiamento di dottrina, ma tutti dicono che potrebbe significare un cambiamento delle regole”.
I circa 50 partecipanti, tra i quali un gruppo di 15 austriaci dai 20 ai 30 anni arrivati da Vienna oltre a persone di molte altre nazionalità, si sono poi inginocchiati per mezz’ora in silenziosa preghiera in piazza e che hanno concluso con il Salve Regina.
“Preghiamo perché se chiedi qualcosa senza preghiera è inutile”, ha detto Tschugguel. “Non vogliamo che accada nulla di brutto a causa della nostra azione di oggi”, ha aggiunto. “Vogliamo solo chiedere rispettosamente al Santo Padre di darci chiarezza su questo”.

Il laico austriaco Alexander Tschugguel guida il gruppo di laici e sacerdoti cattolici in preghiera in Piazza San Pietro, 24 ottobre 2020 (Foto di Edward Pentin/National Catholic Register).

Cosa sta succedendo al dipartimento per le comunicazioni della Santa Sede [*]?
di Gerard O’Connell
Americamagazine.org, 24 ottobre 2020

Come funziona il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede? Questo è ciò che molti si chiedono dopo la mancanza di risposta da parte della Santa Sede alle domande sollevate riguardo a ciò che Papa Francesco ha effettivamente detto sulla necessità di una legge per le unioni civili questa settimana. La confusione è iniziata dopo l’uscita del film-documentario “Francesco”. (…) La Santa Sede non ha esercitato alcun controllo editoriale sul documentario di Afineevsky. Dopo la proiezione del film, il regista russo è stato interrogato dai giornalisti in merito ai retroscena delle osservazioni del Papa (poiché le domande a cui ha risposto non sono incluse nel documentario). Ha detto ai giornalisti che quelle osservazioni erano il risultato di un’intervista davanti alla telecamera che ha fatto, ma non ha fornito alcuna informazione contestuale e ha dichiarato grande sorpresa e rammarico che i commenti abbiano creato una tempesta di fuoco. Non ha offerto ulteriori chiarimenti. La Santa Sede, da parte sua, non ha risposto a numerose domande dei giornalisti sull’origine delle osservazioni del Papa, né ha offerto chiarimenti al riguardo, nemmeno quando alcuni cardinali e vescovi hanno criticato il Papa senza aver verificato con attenzione cosa sia realmente accaduto. I miei anni di esperienza in Vaticano mi portano a concludere che la Sala Stampa è rimasto in silenzio solo perché sa che questo è ciò che vuole il Papa. Anche Francesco è rimasto in silenzio, come ha fatto in alcune occasioni precedenti quando c’erano molte polemiche. Non è chiaro se la Santa Sede rilascerà dichiarazioni su tutta questa vicenda. Ma il Papa potrebbe sorprenderci quando domani [oggi, V.v.B] parlerà all’Angelus. Il Signor Afineevsky mi ha detto che è venuto a Roma nel marzo 2018 con l’intenzione di realizzare un documentario su Papa Francesco che considera un “leader” mondiale e “una persona pro-vita sulla scena globale”. Ha detto che voleva discutere del suo progetto con il Papa, ma è riuscito a farlo solo dopo molti tentativi persistenti nel novembre 2018. Da allora, ha detto di aver incontrato Francesco quattro o cinque volte, ma America ha appreso da fonti informate che non ci è mai riuscito ad ottenere l’intervista davanti alla telecamera, che desiderava tanto. Invece, gli è stato dato accesso agli archivi di Vatican Media e lì ha trovato il filmato inedito di una lunga intervista televisiva con Papa Francesco realizzata da Valentina Alazraki, una giornalista messicana di Televisa, nel maggio 2019. Come è normale, una troupe televisiva della Santa Sede ha filmato quell’intervista e, in base a un accordo pre-intervista, i funzionari successivamente l’hanno curata e alcuni giorni dopo hanno dato la versione montata a Televisa, che l’ha trasmessa. America ha appreso che in questa occasione come in altre occasioni simili, e per una questione di principio generale, la Santa Sede non ha modificato o rimosso alcuna parte di ciò che Francesco ha detto nell’intervista senza il suo previo consenso. Il Signor Afineevsky, utilizzando la versione inedita dell’intervista, ha preso parziali citazioni dalle risposte del Papa a due diverse domande. Ha re-assemblato queste citazioni parziali in questa affermazione [in spagnolo nell’originale; ho sostituito la traduzione inglese di O’Connell con nostra traduzione italiana]: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Ma come mostra il testo originale inedito, le prime tre brevi frasi di quella dichiarazione nel documentario sono solo una piccola parte della lunga risposta di Francesco a una domanda (che si trova anche nella versione modificata dell’intervista a Televisa) sull’integrazione nella Chiesa delle persone che vivono in “situazioni irregolari”. Ha ricordato che una volta gli è stato chiesto in una conferenza stampa in volo “sull’integrazione in una famiglia di persone con orientamento omosessuale, e ho detto, le persone omosessuali hanno il diritto di rimanere in famiglia, le persone con un orientamento omosessuale hanno un diritto di rimanere in famiglia ei genitori hanno il diritto di riconoscere questo figlio come omosessuale e questa figlia come omosessuale. Nessuno dovrebbe essere espulso dalla famiglia e la vita di nessuno dovrebbe essere resa impossibile a causa di questo”. L’ultima frase della dichiarazione nel documentario è la parte finale della sua risposta originale a una domanda totalmente diversa che si può trovare solo nella versione inedita dell’intervista a Televisa. La Signora Alazraki aveva ricordato la battaglia del Papa contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso quando era Arcivescovo di Buenos Aires e ha chiesto se la sua posizione apparentemente più liberale come Papa sia dovuta allo Spirito Santo. (…) Avere una certa comprensione del complesso sistema di comunicazione della Santa Sede potrebbe aiutare a capire un po’ i suoi processi. Nel giugno 2015, Papa Francesco ha decretato la riforma dell’intero sistema di comunicazione della Santa Sede con l’obiettivo di realizzare “un’integrazione e una gestione unificata” delle varie entità coinvolte nella comunicazione in quel momento, “in modo che l’intero sistema possa rispondere efficacemente alle esigenze della missione di evangelizzazione della Chiesa”. Con quella riforma organizzativa è nato il nuovo Dicastero per la Comunicazione, che sovrintende ai messaggi del Papa dalla Santa Sede. (…) È il dipartimento più grande della Curia romana e impiega un totale di circa 530 dipendenti di molte nazionalità diverse. Risponde direttamente al Papa ma serve anche la Segreteria di Stato, che comunica direttive e comunicati stampa che vengono pubblicati dalla Sala Stampa [della Santa Sede]. Il Dicastero ha un ampio mandato; il suo lavoro è complesso e diversificato. Il lavoro della Sala Stampa [della Santa Sede] è ancora più complesso dato che normalmente opera nelle ore diurne (ora locale di Roma) ma deve anche fare i conti con un ciclo di notizie globale 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ha uno staff che comprende cinque giornalisti che serve circa 300 giornalisti accreditati provenienti dai principali organi di stampa del mondo, pubblica bollettini quotidiani e ospita conferenze stampa. La situazione della Sala Stampa [della Santa Sede] è ancora più complessa perché Papa Francesco è un comunicatore a tutti gli effetti, che lavora non solo attraverso il Dicastero ma anche indipendentemente da esso. San Giovanni Paolo II ha incontrato giornalisti, ha tenuto conferenze stampa e alcune interviste ma niente alla portata di Papa Francesco. Non solo partecipa a videoconferenze e conferenze stampa senza conoscere in anticipo le domande, ma accetta anche interviste a porte chiuse e fuori campo, nonché interviste organizzate tramite il Dicastero, e fa lo stesso con altri giornalisti indipendentemente dal Dicastero, che spesso viene a conoscenza di tali interviste solo dopo il fatto. Papa Francesco parla liberamente, a volte con sgomento di alcuni cardinali, vescovi e funzionari della Santa Sede, che preferirebbero che usasse un copione preparato con cura e che la Santa Sede mantenga il controllo editoriale totale e il copyright su ciò che dice. Francesco, però, preferisce la sua libertà di parola e spontaneità, anche a rischio di sbagliare a volte o di essere interpretato male. Non di rado, sconvolge quelli che chiama “i dottori della legge”. Nel dicembre 2013, l’ex Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke, è stato ampiamente riconosciuto come un genio delle pubbliche relazioni a causa del successo delle comunicazioni della Santa Sede in quel momento, ma ha negato categoricamente questo in un’intervista con me per la BBC. “Concedimi una pausa”, disse, “è lui! È lui!”, riferendosi a Papa Francesco. “È lui che ha fatto tutto questo”. Poi ha confidato: “Sì, abbiamo una strategia: passiamo il pallone a Francesco e lui segna il gol! È meglio di Maradona e Messi messi insieme”. Al giorno d’oggi, Paolo Ruffini, l’attuale Prefetto del Dicastero dice più o meno la stessa cosa, quando dice alla gente: “Il miglior portavoce del Papa è il Papa stesso”.

[*] Ho sostituito “Vaticano” con “Santa Sede” nel testo, come è corretto, V.v.B.

Postille

1. Questo è il giornale della Conferenza Episcopale Italiano. Non è un giornale cattolico

“Ovviamente non c’è stata smentita e questo è il giornale dei Vescovi. Prendetene atto voi che ostinatamente vi rifugiate a) nei difetti del linguaggio, b) nel losco operato dei manipolatori, c) nelle imprecisioni della stampa laica.
P.S.: non ho nulla in contrario – sono anzi favorevole – alla tutela legale di chicchessia in qualunque (rispettoso) modo decida di vivere, però sono Cattolico e per me la famiglia, se le parole hanno un valore, è quella del matrimonio potenzialmente fecondo fra un uomo e una donna. Libero lo Stato di decidere diversamente, libero chicchessia di irridere il Magistero della Chiesa, libero Bergoglio di rinunciare all’hotel Santa Marta e al conto in Svizzera e tornare a fare il chimico” (Mauro Visigalli).

2. Questo è l’Arcivescovo metropolita di Altamura. Questo non è un vescovo cattolico

“L’Arcivescovo di Altamura, Mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente di Pax Christi: «Pur avendo riserve sul piano psicologico ed educativo, dettate dal retroterra culturale e formativo per cui credo sia meglio per un piccolo avere un papà e una mamma, non esprimerei alcun giudizio negativo, se fosse riformato l’istituto adottivo. Ovvero, se venisse varata una legge che renda possibile l’adozione anche alle coppie omosessuali, a patto che esperti attestino caso per caso, la capacità dei candidati di garantire dolcezza e tenerezza al minore». A questo punto è doveroso che la Congregazione per la Dottrina della Fede intervenga” (A.R.).

3. Questo è scritto da un professore di religione che tenta di giustificare l’ingiustificabile, con la narrazione esilarante del “equivoco”, cadendo nel ridicolo. Questo non è un professore cattolico

“Le parole del Papa come sempre sono state equivocate. Già nel 2003 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato un documento dal titolo Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali… ebbene in questo documento quasi verso la fine si fa riferimento esplicito al fatto che «essi possono sempre ricorrere – come tutti i cittadini e a partire dalla loro autonomia privata – al diritto comune per tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse»… A partire da questa affermazione le parole del Papa sono ispirate a buon senso pratico. Inoltre nel suo magistero il suo pensiero è molto chiaro. Non si può estrapolare un tassello del mosaico senza vedere il mosaico. Il difetto del Papa è di essere un sudamericano. Che cosa intendo con questo… Le faccio un esempio pratico: Se un argentino dice: «Domani piove», un europeo dice: «No, domani piove dalle 9 alle 10». L’occidentale per sua natura è preciso. I sudamericani sono molto alla carlona… Ma non lo dico in senso negativo. Dico che noi europei per tradizione tomista siamo anche giustamente portati a spaccare il capello in quattro, non così in Sudamerica. Quindi il Papa ha il difetto di questa sua tradizione culturale, il parlare a braccio, ecc… tutto ciò può essere soggetto a critiche perché sono molto spontanei e possono in correre in «leggerezze» in buona fede… Certo, uno potrebbe dire «ma è il Papa, dovrebbe stare più attento». Si può anche pensare, ma che facciamo? Ci mettiamo a giudicare? Ovvio che Ratzinger di altra estrazione non l’avrebbe detto…ma sono due personalità totalmente diverse… con pregi e difetti che solo Dio giudicherà. Ma l’intero magistero di Papa Francesco parla per lui e ne parla in maniera molto positiva. (…) Questa cosa contro il Papa è diabolica. Al Papa fanno dire quello che in realtà non ha mai detto o pensato e questa è proprio una cosa diabolica” (Anonimo, pubblicato da Annalisa Colzi sotto il titolo “Il difetto del Papa è di essere sudamericano”, specificando: “Rispecchia pienamente il mio pensiero”. E lei anonima non è, facendo sue le parole che riporta).

Se è così come dice l’anonimo “professore di religione” (che rispecchia pienamente il pensiero della “santarellina”), perché la comunicazione istituzionale della Santa Sede, se non Bergoglio stesso, non chiarisca? Comunque, Bergoglio è il Papa della Chiesa universale, non un parroco sudamericano “alla carlona” che si rivolge ai suoi parrocchiani “alla carlona” come lui…

Da che pulpito viene rispecchiata la predica. Che pena le persone che si vendono come “santarelline” e scevre di amore nel cuore proclamano stupidate enormi gettando fango. Non cambiano mai. Esternano la loro ignoranza con giudizi calunniose su sacerdoti veri, organizzano viaggi a Medjugorje e offendano la Madonna, combattono il Maligno a parola e non si rendono conto che hanno l’odio e il male nel cuore. Mentre qualche “santarellina” professandosi “cattolica”, con tanta invidia perché incapace di fare i sacrifici che un vero sacerdote fa, cerca di denigrarlo seminando odio, lui con la pace di Gesù e Maria nel cuore, con la serenità della Fede, prosegue con tranquillità la sua opera di evangelizzazione. L’odio è qualcosa di diverso dalla semplice affermazione di un fatto, dal comunicare una notizia, dal esprimere un’opinione o dal dire la verità. Il sostantivo “odio” esprime risoluta ostilità, che implica di solito un atteggiamento istintivo di condanna associato a rifiuto, ripugnanza verso qualcosa, oppure un costante desiderio di nuocere a qualcuno e di goderne. L’odio è opera del Maligno. È odio puro quello espresso da qualche “santarellina” che si auto-attesta meriti di santità e con perfidia in tutta tranquillità giudica e condanna un fratello sacerdote che diffonde l’amore per Gesù e per la Madre Celeste. “Santarellina” che organizza qualche volta dei pellegrinaggi a Međugorje, si pensa pertanto detentrice di “rivelazioni” e carica di carismi. E poi getta fango a go go. Compatiamola. Un sepolcro imbiancato che parla di situazioni senza conoscerle, ammettendo di non sapere. Che si professa fedele a Papa Francesco a parola, mentre dal pulpito multimediale che occupa, lancia anatemi e inviti a non seguire un sacerdote che “ha apostato” (sic!), in piena contraddizione con l’insegnamento del Santo Padre, che si è espresso, ancora per la ricorrenza della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato: “(…) celebreremo con i nostri fratelli cristiani di varie Chiese e tradizioni (…)” (Papa Francesco – Twitter, 1° settembre 2020).

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