Papa: scuola di Maria è scuola di vita

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Papa Francesco ha ricevuto i docenti e gli studenti della Pontificia Facoltà Teologica Marianum, in Roma, in occasione del 70^ anniversario di fondazione della Facoltà, invitandoli ad imitare lo stile di Maria, che è ‘la serva del Signore’,  uno stile che aiuterà la Chiesa, chiedendo se la mariologia è ancora necessaria:

“Andare a scuola da Maria è andare a scuola di fede e di vita. Ella, maestra perché discepola, insegna bene l’alfabeto della vita umana e cristiana. Ma c’è anche un altro aspetto, legato all’oggi. Viviamo nel tempo del Concilio Vaticano II. Nessun altro Concilio nella storia ha dato alla mariologia tanto spazio quanto quello dedicatole dal capitolo VIII della ‘Lumen gentium’, che conclude e in un certo senso compendia l’intera Costituzione dogmatica sulla Chiesa. Questo ci dice che i tempi che viviamo sono tempi di Maria”.

Quindi il papa ha invitato a riscoprire la Madre di Dio secondo la prospettiva del Concilio Vaticano II: “Come il Concilio ha rimesso in luce la bellezza della Chiesa tornando alle sorgenti e togliendo la polvere che si era depositata su di essa nei secoli, così le meraviglie di Maria si potranno meglio riscoprire andando al cuore del suo mistero. Lì emergono due elementi, ben evidenziati dalla Scrittura: ella è madre e donna. Anche la Chiesa è madre e donna”.

La Madre di Dio è anche la Madre di tutti, secondo la consegna di Gesù all’apostolo Giovanni: “Gesù, in quell’ora salvifica, ci stava dando la sua vita e il suo Spirito; e non ha lasciato che la sua opera si compisse senza darci la Madonna, perché vuole che nella vita camminiamo con una madre, anzi con la migliore delle madri. San Francesco d’Assisi la amava proprio perché madre… La Madonna ha reso Dio nostro fratello e in quanto madre può rendere più fraterni la Chiesa e il mondo”.

Ed ha invitato la Chiesa a riscoprire la Madonna come ‘cuore’ dell’unità, come ha scritto nell’enciclica ‘Fratelli tutti’: “La Chiesa ha bisogno di riscoprire il suo cuore materno, che batte per l’unità; ma ne ha bisogno anche la nostra Terra, per tornare a essere la casa di tutti i suoi figli…

Abbiamo bisogno di maternità, di chi generi e rigeneri la vita con tenerezza, perché solo il dono, la cura e la condivisione tengono insieme la famiglia umana. Pensiamo il mondo senza le madri,: non ha avvenire. Gli utili e il profitto, da soli, non danno futuro, anzi a volte accrescono disuguaglianze e ingiustizie. Le madri, invece, fanno sentire ogni figlio a casa e danno speranza”.

Inoltre Maria è la Madre dell’incontro: “C’è paura, a volta, di aprirsi, pensando di perdere le proprie specificità, ma quando ci si mette in gioco per dare vita e generare il futuro non si sbaglia, perché si fa come le madri. E Maria è madre che insegna l’arte dell’incontro e del camminare insieme. E’ bello allora che, come in una grande famiglia, al Marianum confluiscano tradizioni teologiche e spirituali differenti, che contribuiscano anche al dialogo ecumenico e interreligioso”.

Infine la Madonna è donna: “Il dato mariologico forse più antico del Nuovo Testamento dice che il Salvatore è ‘nato da donna’. Nel Vangelo, poi, Maria è la donna, la nuova Eva, che da Cana al Calvario interviene per la nostra salvezza . Infine, è la donna vestita di sole che si prende cura della discendenza di Gesù. Come la madre fa della Chiesa una famiglia, così la donna fa di noi un popolo. Non a caso la pietà popolare attinge con naturalezza alla Madonna”.

Ed il ruolo della donna è necessario per la salvezza con un pensiero alle violenze subite da esse: “Tra questi, c’è proprio il ruolo della donna: essenziale per la storia della salvezza, non può che esserlo per la Chiesa e per il mondo. Ma quante donne non ricevono la dignità loro dovuta! La donna, che ha portato Dio nel mondo, deve poter portare i suoi doni nella storia. C’è bisogno del suo ingegno e del suo stile. Ne ha bisogno la teologia, perché non sia astratta e concettuale, ma delicata, narrativa, vitale”.

Ha concluso l’incontro con un riferimento ad un quadro di p. Rupnik: “Sembra che la Madonna sia in primo piano, e invece il messaggio è: la Madonna non è in primo piano. Lei riceve Gesù, e con le mani, come scalini, lo fa scendere. E’ la synkatabasis di Cristo tramite la Madonna: la condiscendenza. E il Cristo si presenta come un bambino ma Signore, con la Legge in mano. Ma anche come figlio di donna, debole, aggrappandosi al manto della Madonna. Questa opera di padre Rupnik è proprio un messaggio”.

Nel quadro p. Rupnik ha spiegato la simbologia mariana: “Colei che, per ognuno di noi, fa scendere Cristo: Cristo pienezza di Dio, Cristo uomo che si è fatto debole per noi. Cristo uomo che si è fatto debole per noi. Vediamo la Madonna così: Colei che fa entrare Cristo, che fa passare Cristo, che partorì Cristo, e sempre rimane donna. E’ così semplice”.

(Foto: Santa Sede)

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