Papa Francesco: l’educazione è necessaria

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Alla Pontificia Università Lateranense si è svolto l’incontro ‘Insieme per guardare oltre’, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica sul tema del Patto Globale per l’Educazione, che ha raccontato le oltre 70 esperienze educative realizzate nel mondo nei mesi scorsi, nonostante la pandemia.

L’incontro è stato aperto dal videomessaggio di papa Francesco sul tema dell’educazione, proponendo l’adesione al ‘Global Compact on Education’, un patto per generare un cambiamento su scala planetaria, affinché l’educazione sia creatrice di fraternità, pace e giustizia:

“Ovunque si è cercato di attivare una rapida risposta attraverso le piattaforme educative informatiche, le quali hanno mostrato non solo una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche, ma anche che, a causa del confinamento e di tante altre carenze già esistenti, molti bambini e adolescenti sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico.

Secondo alcuni recenti dati di agenzie internazionali, si parla di ‘catastrofe educativa’ di fronte ai circa 10.000.000 di bambini che potrebbero essere costretti a lasciare la scuola a causa della crisi economica generata dal coronavirus, aumentando un divario educativo già allarmante (con oltre 250.000.000 bambini in età scolare esclusi da ogni attività formativa)”.

Il papa ha sottolineato che di fronte alle epidemie non sono sufficienti solamente le ‘misure sanitarie’ se non si interviene con un ‘nuovo modello culturale’: “Educare è sempre un atto di speranza che invita alla co-partecipazione e alla trasformazione della logica sterile e paralizzante dell’indifferenza in un’altra logica diversa, che sia in grado di accogliere la nostra comune appartenenza.

Se gli spazi educativi si conformano oggi alla logica della sostituzione e della ripetizione e sono incapaci di generare e mostrare nuovi orizzonti, in cui l’ospitalità, la solidarietà intergenerazionale e il valore della trascendenza fondino una nuova cultura, non staremo mancando all’appuntamento con questo momento storico?”.

La speranza deve portare al cambiamento attraverso un cammino educativo: “Siamo anche consapevoli che un cammino di vita ha bisogno di una speranza fondata sulla solidarietà, e che ogni cambiamento richiede un percorso educativo, per costruire nuovi paradigmi capaci di rispondere alle sfide e alle emergenze del mondo contemporaneo, di capire e di trovare le soluzioni alle esigenze di ogni generazione e di far fiorire l’umanità di oggi e di domani”.

L’educazione è la strada per sconfiggere l’individualismo: “L’educazione, quindi, si propone come il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell’io e nel primato dell’indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l’impoverimento delle facoltà di pensiero e d’immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione. Il nostro futuro non può essere questo”.

Ed ha rivolto a tutti un appello in sette punti per valorizzare la persona e “mettere al centro di ogni processo educativo formale e informale la persona, il suo valore, la sua dignità, per far emergere la sua propria specificità, la sua bellezza, la sua unicità e, al tempo stesso, la sua capacità di essere in relazione con gli altri e con la realtà che la circonda, respingendo quegli stili di vita che favoriscono la diffusione della cultura dello scarto.

 Secondo: ad ascoltare la voce dei bambini, dei ragazzi e dei giovani a cui trasmettiamo valori e conoscenze, per costruire insieme un futuro di giustizia e di pace, una vita degna per ogni persona. Terzo: a favorire la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all’istruzione. Quarto: a vedere nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore. Quinto: a educare ed educarci all’accoglienza, aprendoci ai più vulnerabili ed emarginati.

Sesto: a impegnarci a studiare per trovare altri modi di intendere l’economia, di intendere la politica, di intendere la crescita e il progresso, perché siano davvero al servizio dell’uomo e dell’intera famiglia umana nella prospettiva di un’ecologia integrale.

Settimo: a custodire e coltivare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, adottando stili di vita più sobri e puntando al completo utilizzo di energie rinnovabili e rispettose dell’ambiente umano e naturale secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà e dell’economia circolare”.

Ed ha concluso che tale progetto educativo ha come punto centrale la Dottrina Sociale della Chiesa: “Un tale investimento formativo, basato su una rete di relazioni umane e aperte, dovrà assicurare a tutti l’accesso a un’educazione di qualità, all’altezza della dignità della persona umana e della sua vocazione alla fraternità.

E’ tempo di guardare avanti con coraggio e con speranza. Pertanto, ci sostenga la convinzione che nell’educazione abita il seme della speranza: una speranza di pace e di giustizia. Una speranza di bellezza, di bontà; una speranza di armonia sociale”.

L’evento visto la partecipazione dei responsabili della Congregazione per l’Educazione Cattolica, quali il card. Giuseppe Versaldi e mons. Angelo Vincenzo Zani; sono intervenuti anche i rettori della Lateranense, prof. Vincenzo Buonomo, e della Università Cattolica del Sacro Cuore, prof. Franco Anelli, e la sociologa Silvia Cataldi, docente all’Università ‘La Sapienza’ di Roma.

Il card. Versaldi ha evidenziato la necessità del ‘Patto educativo’: “Per questo il Santo Padre afferma che questo patto educativo globale è ancora più necessario, con un conseguente cambio di modello dello sviluppo… Essendo la crisi mondiale, ci vuole un patto globale per armonizzare lo sforzo di tutti non solo nella stessa direzione, perché tutti siamo d’accordo sui fini, ma deve essere armonico anche nei mezzi. Sulla motivazione di fondo”.

Mentre mons. Zani ha sottolineato che bisogna ascoltare i giovani: “Occorre ascoltare la voce dei ragazzi, dei giovani e dei bambini; occorre trasmettere valori e conoscenze, prima i valori e poi le conoscenze; occorre costruire un futuro di pace ed ancora difendere la dignità di ogni persona…

Il Papa afferma come oggi viviamo in un contesto caratterizzato drammaticamente dal fenomeno della pandemia, definito da Francesco una catastrofe educativa. Questo è un elemento di novità, così come l’enciclica Fratelli tutti che può diventare la mappa dei valori a cui ispirarsi, dando il via a un immenso cantiere di lavoro e di riflessione che può investire le migliori energie in un’educazione che è il principio trasformativo della realtà”.

La sociologa Silvia Cataldi, docente di Sociologia all’Università Sapienza di Roma, ha detto che l’educazione è cura: “Questo patto può funzionare se noi, come educatori, come docenti ma anche come genitori, torniamo al significato vero di cultura, quel coltivare che è un verbo che implica prendere tempo e prendersi cura…

Non a caso il Papa parla di amare, il che porta ad una dimensione necessariamente pratica. L’educazione è, come diceva Hannah Arendt, prima di tutto cura, e come la cura è rivoluzionaria perché ci dice quanto amiamo il mondo, e se vogliamo trasformarlo”.

Il rettore dell’Università Cattolica, prof. Franco Anelli ha esortato le università a recuperare dimensione culturale: “Ritengo fondamentale dare a tutti la possibilità di ambire al completamento degli studi, Università compresa. C’è bisogno di una cultura diffusa, che non sia propria di un gruppo elitario, ma approccio consapevole alla condizione della cittadinanza, al ruolo che una persona ha dentro la società… Per troppo tempo gli Atenei sono scivolati verso una dimensione di addestramento professionale, dimenticando la loro originaria vocazione culturale”.

(Foto: Vatican News)

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