Coronavirus. 45 voci per riflettere sul domani tra Fede e Ragione

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Il Coronavirus e l’eterna lotta tra Fede e Ragione. La paura del contagio spinge a dare a Cesare quello che è di Cesare, aspettando tempi migliori per dare a Dio quello che è di Dio. In questo tempo segnato dalla pandemia di Covid-19, un volume di 45 testimonianze in dialogo ci aiuta a comprendere i giorni difficili che stiamo vivendo. “Interrogarsi sul Coronavirus tra Fede e Ragione” è il titolo di un’opera corale, pubblicata dalle edizioni Salomone Belforte di Livorno nella “Collana del dialogo ebraico-cristiano e interreligioso” (pagine 443). Ideato dall’editore e mercante d’arte Guido Guastalla, curato da Alberto Castaldini, giornalista e docente di Studi ebraici, il bel volume ha in copertina un’opera appositamente creata dal celebre artista concettuale Emilio Isgrò.

Quarantacinque autori, storici, filosofi, economisti, giornalisti, donne e uomini di scienza, uomini di Chiesa tra cui due cardinali, Robert Sarah e Gerhard Müller, rabbini, un imam, un lama e il diario di un bambino, il piccolo Elia Algranati, ci offrono, come scrive l’editore, “una risposta armonica e convergente di Fede e Ragione”, perché sia “l’indicazione più adatta per affrontare la realtà che ci sta di fronte”. Questo volume profondamente meditato non poteva, in quest’ottica, sottrarsi alle ragioni del dialogo. E molte voci non solo si confrontano, ma si sposano in un intreccio di vera amicizia che offre un quadro armonioso di riflessioni e proposte.

Il Cardinale Robert Sarah interviene nel libro con una profonda riflessione sull’importanza del culto in tempo di Coronavirus. E richiama sul fatto che si debba stare attenti alla sostituzione mediatica delle celebrazioni, poiché “la moltiplicazione delle Messe filmate potrebbe accentuare la logica di spettacolo, la ricerca di emozioni umane”. Sarah, citando Papa Francesco, osserva che “Dio si è incarnato in modo che il mondo potesse avere vita: Dio non è venuto nella nostra carne per il piacere di impressionarci o per allestire uno spettacolo, ma piuttosto per condividere con noi la pienezza della Sua vita”.

Le conseguenze sulla vita di ciascuno nell’emergenza sanitaria sono molte, troppe: dalla paura del pericolo della morte che – scrive Don Gabriele Mangiarotti – “porta al sospetto nei confronti del prossimo”, allo “sgomento di tanti cattolici per la soppressione delle celebrazioni eucaristiche persino nel giorno di Pasqua (con le regole imposte dall’autorità civile nei confronti della stessa liturgia)”. Del resto – spiega in apertura del suo contributo il Cardinale Gerhard Ludwig Müller – il compito di definire la relazione tra la fede e la scienza appare arduo nel tempo della pandemia: “Non c’è un consenso assolutamente definito su cosa sia la scienza, invocata, mai come in questo periodo, a trovare una soluzione per il benessere e la salvezza dell’umanità”.

E l’economista Giulio Sapelli si chiede se nulla sarà come prima “dopo l’esplosione di questa bolla di lava pandemica”. Tanto che “la domanda che molti si fanno è: ma come è stato possibile? cosa si è infilato tra le ruote del meccanismo mondiale e lo ha inceppato? Basta una malattia a fare tutto questo oppure il frutto era maturo e si era pronti per una mutazione nel processo di globalizzazione?”.

Sul versante della riflessione ebraica, il rabbino Scialom Bahbout ricorda come l’Ecclesiaste affermi che non bisogna temere la morte, “ma utilizzare la vita nel migliore dei modi”. E anche nel tempo della precarietà, della fragilità, l’uomo lascia un segno nella propria storia e non solo.

Marco Cassuto Morselli, nel suo intervento, esorta in questo periodo di prova a “riflettere sulla validità degli insegnamenti della Torah”. E ci ricorda come Rav Elia Benamozegh sosteneva che il vero problema tra ebrei e cristiani non si fonda su questioni teologiche, “ma se la Torah sia stata abolita o conservi la sua validità”. La salvezza per l’uomo proviene da quella Torah che – ricorda Cassuto Morselli – “Yeshua non intendeva abolire ma diffondere nella sua pienezza”.

Da qui, lungo i percorsi sapienziali della Scrittura, la necessità di un tiqqun olam fra ebrei e cristiani, di una riparazione che, come scrive anche Alberto Castaldini nel suo contributo “ci esorta, convertendoci, alla riparazione di ogni male inferto e patito”.

Per questo, ogni momento, anche il periodo dell’isolamento che abbiamo vissuto – sottolinea Yarona Pinhas – “deve essere vissuto come un dono”, per vivere un’esperienza che sia spiritualmente ed esistenzialmente generativa: la fede è infatti una realtà tangibile.

Alla Bibbia come fonte di ispirazione e sorgente di vita si richiamano anche gli scritti di suor Maria Gloria Riva e Luigi Accattoli. Accattoli ha riletto le pagine di Esodo, soffermandosi sulle piaghe che colpirono gli iniqui, mentre Suor Gloria ha spiegato che la malattia ci “mette all’angolo”, e “cancella tutte le pretese umane di autosufficienza”. Eppure dobbiamo comprendere che essa riporta il nostro cuore al “destino ultimo”, restituendoci a quelle relazioni che “sostengono la vita e il cuore degli uomini”.
L’umiltà, cui si richiama Rav Gianfranco Di Segni nel suo saggio, è l’atteggiamento spirituale che più aiuta in queste circostanze.

Concludiamo con una prospettiva sul creato ferito, di cui la nostra umanità è parte integrante. È Luigino Bruni che sottolinea come nella grande crisi causata dal Covid-19, che investe l’economia con le sue logiche, alla fine ciò che conta sia riappropriarci delle “grandi parole della vita”. E la Bibbia è lì a dimostrarcelo.

Gli Autori del libro: Luigi Accattoli, Scialom Bahbout, Luciano Bassani, Michela Berti, Luigino Bruni, Giordano Bruno, Emanuele Calò, Marco Cassuto Morselli, Alberto Castaldini, Alberto Cavaglion, Vannino Chiti, Renato Cristin, Raimondo Cubeddu, Lucia Di Filippo, David Gianfranco Di Segni, Fiona S. Diwan, Adriano Fabris, Giovanni Gazzaneo, Marco Gervasoni, Guido Guastalla, Silvia Guastalla con Elia Algranati, Barbara Henry, Emilio Isgrò, Francesco Lucrezi, Gabriele Mangiarotti, Giulio Meotti, Gerhard Ludwig Müller, Lama Paljin Tulku Rinpoce, Yahya S.Y. Pallavicini, Stefano Peretti, Yarona Pinhas, Pierpaolo Pinhas Punturello, Gaetano Quagliariello, Maria Gloria Riva, Vittorio Robiati Bendaud, Alexander Rofé, Davide Rondoni, Gianni Scipione Rossi, Giulio Sapelli, Robert Sarah, Bernard Sawicki, Alberto Moshe Somekh, Yannis Spiteris, Marta Villa, Ugo Volli.

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